
- 29/07/2024
- Simone Martino
L’Europa dispone di terreni sufficienti per espandere l’energia solare ed eolica senza compromettere la produzione alimentare o la natura
Lo studio dell’European Environmental Bureau (EEB) rivela che solo la metà del terreno ritenuto adatto alle energie rinnovabili, escluse le riserve naturali e le aree agricole di alto valore, è necessaria per decarbonizzare l’UE entro il 2040.
“Le energie rinnovabili possono prosperare senza danneggiare le forniture alimentari o gli habitat naturali. L’evidenza suggerisce che l’Europa dispone di ampie terre per un’espansione sostenibile delle energie rinnovabili, escluse le zone ricche di biodiversità e i terreni agricoli produttivi, in particolare nelle regioni rurali” ha dichiarato Cosimo Tansini, Policy Officer for Renewables presso l’Ufficio Europeo per l’Ambiente.
I risultati dello studio
Un primo dato che emerge dall’analisi è quello che riguarda la necessità di terreno minimo. Solo il 2,2% del territorio totale dell’UE sarà necessario per i progetti solari ed eolici attuali e futuri per consentire all’UE di eliminare gradualmente sia i combustibili fossili che l’energia nucleare e raggiungere la neutralità climatica entro il 2040.
Fonte: European Environmental Bureau
Per quanto riguarda l’analisi del terreno disponibile, secondo il Centro comune di ricerca (CCR), il 5,2% dei terreni dell’UE può essere considerato “adatto” per lo sviluppo del solare e dell’eolico, sulla base di rigorosi criteri agricoli, ambientali e tecnici per l’organizzazione di progetti eolici e solari onshore.
La maggior parte dei terreni adatti per una distribuzione sostenibile delle energie rinnovabili si trova nelle aree rurali, con il 78% per il solare fotovoltaico montato a terra e l‘83% per l’eolico onshore.
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Dallo studio emerge anche che i tetti non bastano. Le aree urbane e industriali da sole non possono soddisfare tutte le esigenze di capacità solare. Tuttavia, ci sono molti terreni agricoli degradati disponibili per espandere l’energia solare senza sconvolgere le economie rurali. Ciò può avvenire in sinergia con la produzione alimentare e il ripristino della salute del suolo.
Inoltre, oltre ai terreni degradati, le energie rinnovabili possono coesistere con l’agricoltura e la natura. L’integrazione dell’energia solare con le attività agricole esistenti è possibile attraverso standard a duplice uso come l’agrivoltaico. Con solide misure di mitigazione, i paesi dell’UE, infatti, possono raggiungere sia gli obiettivi di energia rinnovabile che quelli di ripristino della natura. Questi ultimi richiedono un ulteriore 16,7% di territorio da tutelare oltre le attuali aree protette – garantendo al tempo stesso la sinergia tra i due.