
- 09/09/2024
- Simone Martino
Dipende dalle leggi regionali installare su aree idonee gli impianti rinnovabili, ossia le tecnologie che offrono a imprese e famiglie elettricità al minor costo.
Le alte temperature che si sono registrate in Italia nel mese di agosto hanno comportato l’aumento della domanda di energia elettrica, utilizzando più gas per produrla e provocando così un aumento di quasi il 15% del prezzo dell’energia elettrica (PUN medio) rispetto al mese di luglio. Soltanto il 40% dell’elettricità consumata è stata prodotta con le energie rinnovabili.
L’Italia è il Paese europeo che ricorre di più al gas per produrre energia elettrica – un combustibile che per il 96% viene importato dall’estero – risultando tra i più esposti in Europa alla volatilità del prezzo del gas che dipende da equilibri geopolitici fuori dal nostro controllo, come la guerra tra Russia e Ucraina e il conflitto in Medio Oriente.
Riduzione del prezzo dell’energia, cosa fare?
Per aumentare la sicurezza energetica del Paese, raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e ridurre i prezzi dell’energia elettrica è necessario:
a) accelerare l’installazione delle tecnologie che producono elettricità al minor costo, ovvero gli impianti rinnovabili, e che utilizzano risorse nazionali (acqua, sole, vento, biomasse), e la diffusione dei sistemi di accumulo;
b) eliminare le barriere normative che frenano lo sviluppo delle rinnovabili e ne fanno aumentare i costi di realizzazione, tra i più alti d’Europa a causa della burocrazia;
c) aumentare la produzione nazionale di energia elettrica.
Il ruolo delle Regioni
Per Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura, un ruolo fondamentale spetta alle Regioni perché “con il Decreto Aree Idonee, il Governo ha demandato a livello regionale la totale discrezionalità nell’individuazione delle aree idonee all’installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile”. “Le Regioni hanno una responsabilità enorme di fronte al Paese: utilizzare questa delega in bianco per permettere di installare gli impianti rinnovabili necessari a ridurre i prezzi dell’elettricità, a rendere l’Italia più sicura e competitiva e a rispettare gli obiettivi al 2030 sottoscritti a livello nazionale, europeo e mondiale” – ha continuato il Presidente Re Rebaudengo.
Le misure necessarie per Elettricità futura
Per l’Associazione è di fondamentale importanza che nella nuova definizione delle aree idonee di competenza delle Regioni siano fatti salvi i progetti che dal 2021 ad oggi sono stati localizzati nelle aree definite idonee ai sensi del decreto che ha attuato la RED II (aree idonee ex lege, art. 20 comma 8 d.lgs. 199/2021).
In merito al regime transitorio, le Regioni, in coerenza con quanto fatto dal Governo con l’art. 5 del Decreto Agricoltura (D.L. 63/2024), dovrebbero prevedere che le nuove disposizioni non si applichino ai progetti per i quali, alla data di entrata in vigore della legge regionale, sia stata avviata almeno una delle procedure amministrative necessarie ad ottenere l’autorizzazione a realizzare l’impianto.
Se nelle leggi regionali non venissero previste queste due misure, diventerebbe praticamente impossibile realizzare nuovi impianti, e i costi dei progetti rinnovabili che vedrebbero la luce salirebbero notevolmente, causando un aumento del prezzo dell’elettricità prodotta.
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Costi elevati per gli operatori
I costi per gli operatori che producono elettricità in Italia sono più elevati rispetto agli altri Paesi europei, a causa dei costi dei terreni e di sviluppo dei progetti (che incidono per oltre il 40% sul costo di realizzazione di un impianto fotovoltaico di grande taglia), dei maggiori oneri burocratici e della lunghezza degli iter autorizzativi.
Il peso della burocrazia e la forte dipendenza dal gas concorrono a fare aumentare i costi, insieme a questi fattori ci sono anche altri aspetti fondamentali di cui tener conto come le differenze fiscali in quanto negli altri Paesi europei è prevista una tassazione più bassa rispetto all’Italia.