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La relazione sullo stato dell’Unione dell’energia 2024 fornisce un aggiornamento su come l’UE ha gestito sfide senza precedenti nel panorama della politica energetica

La Commissione europea, durante il suo mandato ha dotato l’UE di un quadro normativo per perseguire la transizione verso l’energia pulita e ha gettato le basi per una rinnovata crescita economica e una maggiore competitività.

Per Kadri Simson, commissaria per l’Energia, la relazione sottolinea i progressi compiuti nell’ambito di questo mandato verso un settore energetico sicuro, competitivo e a prezzi accessibili nell’UE. L’UE è ben attrezzata per affrontare i profondi cambiamenti e le sfide che ci attendono e rispettare i suoi impegni nei confronti del pianeta e dei suoi cittadini. La nostra Unione dell’energia è più forte e più verde che mai. 

Cosa emerge dalla relazione

La prima parte della relazione mostra come l’elevata ambizione energetica e climatica nell’ambito del Green Deal europeo abbia fornito la base per la strategia di risposta alle crisi dell’UE e il piano REPowerEU. Delinea inoltre i passaggi per migliorare la competitività dell’industria europea.

La seconda parte analizza lo stato di avanzamento nell’attuazione dell’Unione dell’energia in tutte le sue cinque dimensioni: sicurezza, solidarietà e fiducia; un mercato interno dell’energia pienamente integrato; efficienza energetica; azione per il clima e decarbonizzazione dell’economia; e ricerca, innovazione e competitività.

Fondamentalmente, negli ultimi anni, l’UE è riuscita a resistere a rischi critici per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, a riprendere il controllo sul mercato energetico e sui prezzi e ad accelerare la transizione verso la neutralità climatica.

I risultati ottenuti

La generazione di energia rinnovabile sta battendo nuovi record di capacità. Nella prima metà del 2024, infatti, metà della generazione di elettricità dell’UE proveniva da fonti rinnovabili.

La quota di gas russo nelle importazioni dell’UE è scesa dal 45% nel 2021 al 18% di giugno 2024, mentre le importazioni da partner fidati come Norvegia e Stati Uniti sono aumentate.

La domanda di gas tra agosto 2022 e maggio 2024 è stata ridotta di 138 miliardi di metri cubi.

L’UE ha raggiunto il suo obiettivo di stoccaggio del gas per l’inverno del 90 % il 19 agosto 2024, con largo anticipo rispetto alla scadenza del 1º novembre.

I prezzi dell’energia sono più stabili e rimangono significativamente al di sotto dei livelli di picco della crisi energetica del 2022.

Le emissioni di gas serra dell’UE sono diminuite del 32,5% dal 1990 al 2022, mentre l’economia dell’UE è cresciuta di circa il 67% nello stesso periodo.

A livello internazionale, l’UE ha guidato l’iniziativa globale volta a triplicare la capacità di energia rinnovabile e a raddoppiare i miglioramenti dell’efficienza energetica nell’ambito della transizione verso l’abbandono dei combustibili fossili, che è stata approvata da tutte le parti in occasione della COP28 di Dubai.

I progressi nell’ambito delle energie rinnovabili

L’energia eolica ha superato il gas, diventando la seconda fonte di elettricità dell’UE dopo il nucleare, e nella prima metà del 2024 le energie rinnovabili hanno generato il 50% dell’elettricità nell’UE.

Nel 2022 il consumo di energia primaria dell’UE ha ripreso la sua tendenza al ribasso, con un calo del 4,1%. Tuttavia, gli sforzi per l’efficienza energetica dovranno essere ulteriormente intensificati affinché l’UE raggiunga l’obiettivo di riduzione del consumo energetico finale dell’11,7% entro il 2030.

Sono necessari ulteriori miglioramenti, non da ultimo nell’elettrificazione delle apparecchiature di riscaldamento in generale e nel tasso di ristrutturazione degli edifici. Sono necessari sforzi rafforzati per affrontare gli elevati prezzi dell’energia. Ciò è fondamentale per migliorare la competitività dell’industria dell’UE e accelerare gli investimenti nelle reti infrastrutturali integrate dell’Europa, che sono essenziali per l’elettrificazione dell’economia europea.

Gli Stati membri sono sulla buona strada ma devono tener conto delle raccomandazioni della Commissione

La relazione ricorda che tutti gli Stati membri devono presentare i loro piani nazionali per l’energia e il clima aggiornati il ​​prima possibile, per garantire il raggiungimento collettivo degli obiettivi energetici e climatici del 2030.

La valutazione della bozza dei PNEC aggiornati pubblicata a dicembre 2023 mostra che gli Stati membri hanno compiuto un passo nella giusta direzione, ma ciò non è ancora sufficiente per ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e devono tenere conto delle raccomandazioni della Commissione per i loro piani definitivi.

In futuro dovranno essere affrontate sfide nuove ed emergenti quali: l’attuale divario di ambizione per quanto riguarda le energie rinnovabili e gli obiettivi di efficienza energetica; l’aumento della povertà energetica; il differenziale di prezzo dell’energia rispetto ad altri concorrenti a livello mondiale e il rischio di nuove dipendenze critiche strategiche.

Tali sfide richiederanno una risposta politica decisiva e un cambiamento di passo negli sforzi a livello dell’UE e degli Stati membri, attraverso un maggiore coordinamento, un’integrazione del mercato e un’azione comune.

Il sostegno all’Ucraina

L’UE ha continuato a sostenere l’Ucraina di fronte agli incessanti attacchi russi al suo sistema energetico. La sincronizzazione delle reti ucraina e moldava con la rete continentale europea ha contribuito a stabilizzare il sistema elettrico ucraino e la capacità di scambi di elettricità ha ora raggiunto 1,7 GW per gli scambi commerciali.

Consente inoltre all’Ucraina di beneficiare di importazioni di emergenza. Al 31 luglio 2024, oltre il 40% di tutte le donazioni degli Stati membri era dedicato al settore energetico, con un contributo totale del meccanismo di protezione civile dell’Unione stimato in oltre 900 milioni di euro. L’Ukraine Energy Support Fund (UESF) ha inoltre mobilitato oltre 500 milioni di euro entro giugno 2024. Inoltre, l’Ukraine Facility da 50 miliardi di euro dell’UE fornirà finanziamenti costanti per aiutare la ripresa e la crescita economica sostenibile dell’Ucraina fino al 2027.

Rafforzare la sicurezza e la competitività energetiche

I produttori dell’UE devono far fronte a una crescente concorrenza nel settore delle tecnologie a zero emissioni nette sui mercati mondiali e nazionali.

La relazione ricorda l’importanza del Net-Zero Industry Act e del Critical Raw Materials Act, insieme alla riforma dell’Electricity Market Design per affrontare queste sfide e riconosce anche la necessità di costruire partnership con l’industria per accelerare lo sviluppo di tecnologie net-zero e rafforzare la base manifatturiera dell’UE.

Alleanze industriali come l’European Battery Alliance, l’European Clean Hydrogen Alliance, la Solar PV Industry Alliance, la Renewable and Low-Carbon Fuels value chain Industrial Alliance e l’Alliance on Small Modular Reactors svolgeranno un ruolo importante. I dialoghi sulla transizione pulita della Commissione con l’industria e le parti sociali sosterranno l’attuazione del Green Deal europeo.

Anche l’Innovation Fund, con un budget stimato di circa 40 miliardi di euro fino al 2030, svolge un ruolo cruciale. La Banca europea per l’idrogeno, finanziata dal Fondo per l’innovazione dell’EU ETS, è operativa e ha condotto con successo il primo ciclo di aste UE, assegnando quasi 720 milioni di euro a 7 progetti di idrogeno rinnovabile in Europa.

Leggia anche: Ridurre i prezzi dell’energia elettrica: l’appello di Elettricità Futura alle Regioni

Responsabilizzare i consumatori nella transizione pulita

Con la nuova legislazione sul mercato dell’energia, come la riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica, i più vulnerabili saranno meglio protetti dalla disconnessione. In caso di crisi dei prezzi del gas naturale, gli Stati membri possono introdurre misure per proteggere i consumatori e garantire l’accesso all’energia a prezzi accessibili e ai servizi sociali essenziali. Ciò comprende interventi sulla fissazione dei prezzi al dettaglio per proteggere i consumatori da prezzi eccessivamente elevati.

Anche il Fondo sociale per il clima sarà uno strumento chiave, per mobilitare almeno 86,7 miliardi di euro per il 2026-2032, finanziati dai ricavi ETS e da almeno il 25% di cofinanziamento degli Stati membri.

Il Fondo sosterrà misure strutturali e investimenti in ristrutturazioni per l’efficienza energetica, accesso a alloggi a prezzi accessibili ed efficienti dal punto di vista energetico, riscaldamento e raffreddamento puliti e integrazione di energie rinnovabili, nonché nella mobilità e nei trasporti a zero e basse emissioni. Esiste anche un’opzione per fornire un sostegno diretto temporaneo al reddito.

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