
- 06/11/2024
- Simone Martino
Presentata, ad Ecomondo in apertura degli Stati Generali della Green Economy 2024, la Relazione sullo Stato della Green Economy che evidenzia le performance di settori strategici per l’economia di domani
Ai primati che la green economy ha raggiunto, in Italia, nei settori come l’economia circolare e il biologico, fanno da contraltare le criticità dovute al consumo del suolo che interessa il 7,14% del territorio nazionale e il modesto numero di auto elettriche vendute nonostante l’aumento delle immatricolazioni.
L’Italia, tuttavia, è riuscita nel 2023 a diminuire le emissioni di CO2 di oltre il 6%, tanto che se mantenesse questo trend potrebbe raggiungere il calo del 55% nel 2030.
Secondo Edo Ronchi, Presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile, “la Relazione sullo Stato della Green economy del 2024 registra un aggravamento della crisi climatica, molto rapido in Italia, confermando che questo aggravamento resta la principale sfida che occorre affrontare. Alcune cose si stanno facendo e alcuni risultati ci sono: le emissioni di gas serra sono diminuite, le rinnovabili elettriche hanno ripreso a crescere e si fanno passi avanti anche nella circolarità della nostra economia. Ma ciò è ancora troppo poco, non solo perché la sfida è globale e di vasta portata, ma perché non remiamo insieme, tutti nella stessa direzione. Alcuni rallentano l’impegno in questo cambiamento per altri obiettivi e altre priorità, così il quadro complessivo della transizione ecologica, risulta variegato, con alti e bassi, con poco slancio, con difficoltà, al di sotto dei suoi potenziali”.
Che cosa ha detto il Ministro
Il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo agli Stati generali della Green economy ha risposto su alcuni temi, in particolare, in merito alle fonti di energia rinnovabile ha dichiarato: “A fianco di una richiesta di accelerazione e semplificazione c’è l’assalto dei comitati del no. Tutti vogliono le rinnovabili ma non a casa propria”.
Sul nucleare, invece: “Nel Pniec abbiamo previsto nel prossimo decennio reattori di nuova generazione SMR e la fusione nel 2045. Abbiamo in previsione una crescita del doppio della domanda di energia. Non possiamo arrivare a 680 TW senza nucleare”.
Per quanto riguarda, la Direttiva Case Green, il ministro ha ribadito che “la posizione Italia è stata chiara: deve essere conciliabile con la realtà”.
Infine, per quanto riguarda le auto elettriche: “Sono convinto che il motore del futuro è l’elettrico perchè più facile. Ma oggi non è ancora economicamente compatibile”.
Ma cosa emerge dalla relazione sui vari aspetti della green economy?
Clima ed Emissioni
I disastri climatici rappresentano la più grave minaccia e nell’anno in cui 3.400 eventi meteoclimatici estremi hanno colpito l’Italia, trovando i territori e la politica nazionale impreparati, le emissioni di gas serra sono diminuite di oltre 26 milioni di tonnellate, oltre il 6%, scendendo per la prima volta sotto la soglia dei 390 milioni di tonnellate di gas serra.
Si tratta della più grande riduzione delle emissioni di gas serra registrata in Italia dal 1990 ad oggi – se escludiamo il 2009, il 2013 e il 2020, tutti anni di importanti crisi economiche. Mantenendo questo trend l’Italia raggiungerebbe l’obiettivo del -55% al 2030.
Rinnovabili: in ripresa le rinnovabili elettriche
Nel 2023 l’elettricità da fonte rinnovabile in Italia ha superato il 44% della produzione totale. La nuova capacità di generazione è salita a circa 3 GW nel 2022 e a quasi 6 GW nel 2023.
Inoltre, nel primo semestre del 2024 è aumentata di 3.691 MW, +41% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un trend positivo per il fotovoltaico, ancora insufficiente per l’eolico.
I dati preliminari per il 2023 vedono miglioramenti per le rinnovabili elettriche, nel 2023 per la prima volta sole e vento hanno generato oltre 50 TWh di energia elettrica, ossia un quinto della produzione nazionale di elettricità. Per raggiungere gli obiettivi europei al 2030 la potenza installata dei nuovi impianti dovrebbe aumentare a 11/12 GW annui.
Risparmio ed efficienza energetica
Nel 2023 i consumi di energia in Italia sono calati di 4 Mtep: quelli di gas di ben 5,6 Mtep, di carbone di 2,2 Mtep e di prodotti petroliferi di 1 Mtep.
Gli edifici, nel 2023, sono il settore più energivoro con oltre il 40% della domanda nazionale di energia, anche se hanno ridotto i propri consumi del 5,5%.
I trasporti sono il secondo settore per consumi di energia, con il 35% del totale e sono l’unico settore in cui anche nel 2023 i consumi di energia sono aumentati del 2,2%. L’industria, col 21% dei consumi finali nazionali, nel 2023, ha fatto registrare un taglio del 6%.
La circolarità dell’economia
L’Italia, per ogni kg di risorsa consumata, ha generato 3,6 euro di Pil (il 62% in più rispetto alla media UE), al secondo posto Spagna e Francia (3,1). L’Italia è anche prima in Europa per tasso di riciclo dei rifiuti con il 72%.
Nel 2022 il tasso di riciclo dei soli rifiuti urbani si è attestato al 49,2% (+1% rispetto al 2021), nello stesso periodo i rifiuti speciali sono diminuiti del 2,1% rispetto all’anno precedente. Di buon livello è anche il tasso di utilizzo circolare dei materiali che, nel 2022, in Italia è stato del 18,7%, di gran lunga migliore di quello medio europeo dell’11,7%.
Continua il consumo di suolo
Tra il 2021 e il 2022 il consumo di suolo è stato di 70,8 km2, pari a 19,4 ettari al giorno e non ha risparmiato neanche le aree a pericolosità idraulica. È il valore più elevato a partire dal 2012, a fronte di una diminuzione della popolazione di circa 206 mila unità.
Il suolo consumato copre il 7,14% del territorio nazionale. Nel 2022 i principali interventi di artificializzazione del territorio si sono verificati in pianura Padana e lungo la fascia costiera Adriatica. La superficie vegetata in percentuale della superficie
urbanizzata, dal 2016 al 2022 nelle principali città italiane, è pressoché invariata. L’incidenza della superficie verde direttamente fruibile dai cittadini, nel 2021, nei capoluoghi, era in media solo di 8,55 metri quadrati ogni 100 di superficie urbanizzata. Nonostante la crisi climatica porti anche periodi prolungati di siccità e una riduzione della disponibilità media annua di acqua, nel 2023 le perdite della rete sono state pari al 42,2 % a livello nazionale e al 50,5 % nelle regioni del Sud.
Agricoltura: diminuisce la produzione, ma cresce il biologico
Anche nel 2023 la crisi climatica clima ha inciso sulla produzione e sulle performance economiche dell’agricoltura che ha registrato nel 2023 una flessione delle produzioni del 2,5 %.
Tra i segnali positivi si registra il continuo aumento delle superfici coltivate con metodo biologico, che al 31 dicembre 2023, sono aumentate del 4,5 % (dell’86,5% negli ultimi 10 anni). La Sicilia è la regione con la maggiore estensione in valore assoluto (413.202 ha, con un incremento del 6,7% rispetto al 2022), seguita da Puglia e Toscana.
In Italia le coltivazioni biologiche corrispondono al 19,8% della SAU totale. Gli occupati nel biologico sono 94.441 con un incremento dell’1,8% rispetto al 2022. L’Italia si conferma leader in Europa per numero di prodotti Dop, Igp, Stg (326 nel comparto del Food e 527 nel Wine), pari al 27,1 % del totale europeo.
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Mobilità sostenibile
In Italia nel 2023 si sono raggiunte 41 milioni di auto circolanti, e nel 2023 sono cresciute del 19% le immatricolazioni. Purtroppo, però, crescono poco le auto elettriche.
L’Italia sta perdendo l’occasione dell’e-car, infatti il nostro Paese con 694 auto ogni 1.000 abitanti è il Paese europeo con più auto, per stare nella media UE di 560, ci dovrebbero essere 8 milioni di auto in meno. Ciononostante, l’industria automobilistica in Italia è in declino da anni: è scesa all’8° posto.
Nel 2023 le immatricolazioni delle auto alimentate a benzina sono aumentale del 22,5%, quelle dei diesel del 6% e quelle delle auto conalimentazioni alternative solo dell’1%. In questo scenario sono aumentate anche le emissioni, seppur di poco, del settore che sono passate da 118,8gCO2/Km del 2022 a 119,5gCO2/Km nel 2023. Il parco circolante sfiora i 41 milioni di auto, l’84% a benzina o diesel.
Ancora bassa la quota di auto elettriche circolanti nl 2023: circa 66.000 a batteria (BEV), pari al 4,2% del totale immatricolato, e 69.000, plug-in. Oltre alla crisi dell’auto tradizionale in Italia si sta perdendo anche l’occasione dello sviluppo dell’auto elettrica.