
- 29/10/2024
- Luca Martino
Eni ha avviato il piano di trasformazione e rilancio del settore della chimica, annunciato a marzo, prevedendo investimenti per circa 2 miliardi di euro e la riduzione delle emissioni di Co2 di circa 1 milione di tonnellate, circa il 40% del totale di Versalis
E’ quanto reso noto da Eni nel comunicato sulla terza trimestrale del 2024. Gli investimenti, riducendo la chimica di base, riguarderanno lo sviluppo di nuove attività nelle rinnovabili, l’economia circolare e i prodotti specializzati.
Il piano di trasformazione comprende anche lo sviluppo di attività di bioraffinazione e accumulo di energia presso i siti industriali esistenti proponendo di recuperare la profittabilità, con la previsione di ricadute positive sui livelli occupazionali, sulla base di una strategia improntata alla tecnologia e focalizzata sulla transizione energetica.
Eni e il rilancio di Versalis
Eni punta a ridurre drasticamente l’esposizione di Versalis alla chimica di base, settore che versa in una crisi strutturale e ormai irreversibile a livello europeo, e che ha comportato perdite economiche rilevanti, tendenza negativa continuata anche nel 2024.
Per l’azienda a sei zampe, la trasformazione, al termine del processo, porterà un impatto positivo dal punto di vista occupazionale, contrastando le inevitabili conseguenze negative che la crisi strutturale e consolidata del settore a livello europeo avrebbe in questo ambito.
Il piano di trasformazione
Sono previsti nuovi impianti industriali coerenti con la transizione energetica e la decarbonizzazione dei vari siti industriali, nell’ambito della chimica sostenibile ma anche della bioraffinazione e dell’accumulo di energia.
Il Piano verrà implementato entro il 2029 puntando ad una chimica di Versalis focalizzata su un portafoglio downstream di elevato valore composto da compounding e polimeri specializzati, biochimica e prodotti da economia circolare.
A questo si accompagnerà una nuova struttura societaria sviluppata secondo il modello satellitare: la Biochimica (inclusa Novamont), il Downstream (con le acquisizioni di Finproject e Tecnofilm), la Circolarità (attraverso lo sviluppo del riciclo chimico e meccanico), e la chimica di base (risultante dalle azioni di razionalizzazione e riposizionamento sui polimeri).
Cosa comporta la realizzazione dei nuovi impianti
Il piano prevede interventi significativi nei siti di Priolo, Brindisi e Ragusa, oltre alla dismissione (o forte riduzione) della partecipazione nel cracker di Dunkirk, in Francia, che segue la chiusura delle attività negli elastomeri a Grangemouth, in Scozia, completata all’inizio di quest’anno.
Nello specifico: verrà chiuso il cracker di Priolo e al suo posto verranno realizzate una bioraffineria per carburante sostenibile per aerei e un impianto di riciclo chimico di rifiuti plastici con tecnologia proprietaria HOOP; chiuderà il cracker di Brindisi, ma la sintesi di poliolefine dovrebbe continuare acquistando materie prime sul mercato, a minor costo; parte del sito pugliese sarà riconvertito alla produzione di batterie di rete stazionarie; verrà fermata la produzione di polietilene a Ragusa.
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Per i Sindacati un futuro con troppe incognite
Le parti sociali non sono convinte del tutto dal nuovo piano di Eni per Versalis. Hanno dichiarato la necessità di leggere tutti i capitoli del nuovo piano industriale ed avere maggiori garanzie sul fronte occupazionale. Per questo è stato chiesto al Governo, azionista di Eni per il 30%, di farsi garante degli impegni assunti nell’annunciato processo di rilancio della chimica e di convocare al più presto un tavolo di confronto.