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Lo scorso 18 marzo il Consiglio ha adottato il regolamento che istituisce, “un quadro atto a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche”

Il regolamento sulle materie prime critiche, insieme al regolamento sull’industria a zero emissioni nette e alla riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica, è una delle iniziative legislative faro del piano industriale del Green Deal.

Le materie prime critiche sono materie prime di grande importanza economica per l’UE, con un elevato rischio di perturbazione dell’approvvigionamento a causa della concentrazione delle fonti e della mancanza di sostituti validi e a prezzi accessibili.

Lo scopo del regolamento

Il regolamento mira a: aumentare e diversificare l’approvvigionamento di materie prime critiche dell’UE; rafforzare la circolarità, compreso il riciclaggio; sostenere la ricerca e l’innovazione in materia di efficienza delle risorse e sviluppo di sostituti.

La domanda dell’UE di metalli comuni, materiali per batterie, terre rare e altro è destinata ad aumentare in modo esponenziale con l’abbandono da parte dell’UE dei combustibili fossili e il passaggio a sistemi energetici puliti che richiedono un maggior numero di minerali.

La transizione verde dell’UE richiederà, quindi, la costituzione di una produzione locale di batterie, pannelli solari, magneti permanenti e altre tecnologie pulite. Per soddisfare la corrispondente domanda sarà necessario un ampio accesso a una serie di materie prime. Il regolamento sulle materie prime critiche rappresenta pertanto un tassello essenziale nel puzzle di questa transizione sociale generazionale.

Le materie prime critiche sono essenziali per il funzionamento e l’integrità di una vasta gamma di ecosistemi industriali. Il testo definitivo adottato individua due elenchi di materie, 34 critiche e 17 strategiche, che sono fondamentali per le transizioni verde e digitale nonché per l’industria della difesa e dello spazio.

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I parametri di riferimento

Il regolamento sulle materie prime critiche stabilisce alcuni parametri di riferimento per la copertura del consumo annuo di materie prime dell’UE: il 10% da estrazione locale; il 40% da trasformare nell’UE; il 25% da materiali riciclati, inoltre non più del 65% del consumo annuo dell’Unione di ciascuna materia prima strategica in qualsiasi fase pertinente della trasformazione può provenire da un unico paese terzo.

L’obiettivo dell’UE di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 pone l’Europa su un percorso responsabile verso il conseguimento della neutralità climatica entro il 2050. A tal fine è necessario realizzare la duplice transizione, decarbonizzare il sistema energetico e garantire l’autonomia attraverso l’accesso alle materie prime critiche e la loro trasformazione.

Fonte: Consiglio dell’Unione europea

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