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Presentato il nuovo Rapporto “Comuni Rinnovabili”, realizzato da Legambiente con la collaborazione del GSE, che evidenzia la cresita delle fonti rinnovabili avvenuta negli ultimi 20 anni

In Italia negli ultimi 20 anni le rinnovabili, così come le buone pratiche energetiche, registrano una lenta ma importante crescita e diffusione. La conferma arriva dai dati del nuovo report di Legambiente “Comuni Rinnovabili”, realizzato in collaborazione con il GSE e arrivato alla sua XX edizione.

Secondo il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani “Nel 2024, a livello mondiale, il mercato delle fonti pulite ha fatto registrare maggiori investimenti di quelli delle fossili. Un dato importante che, insieme a quello di Comuni Rinnovabili, indica chiaramente quale sia la strada da seguire. Per contrastare la crisi climatica e ridurre il costo delle bollette, è fondamentale che l’Italia acceleri la realizzazione di impianti a fonti pulite, ma anche di reti, accumuli, efficienza energetica, elettrificazione dei consumi termici e di quelli legati alla mobilità”.

I dati che emergono dal rapporto

Nella Penisola dal 2004 al 2024 le rinnovabili sono passate da 20.222 MW a 74.303 MW di potenza efficiente netta installata, con una media pari a 2.704 MW l’anno, e facendo registrare un incremento di 54.081 MW, + 267%. In 20 anni è cresciuto anche il numero degli impianti, infatti, se nel 2004 erano appena 2.452, nel 2024 si arriva a oltre 1.893.195 milioni di installazioni.

Solare fotovoltaico, eolico ed idroelettrico sono le tre fonti rinnovabili cresciute maggiormente in questi venti anni. Il solare fotovoltaico dal 2004 ad oggi ha registrato una crescita di 37.085 MW distribuiti in 1,8 milioni di impianti, di cui 276mila solo nel 2024 e i Comuni dove sono state installate queste fonti pulite sono passati nell’arco di vent’anni da 74 a 7.873.

L’eolico nello stesso periodo è cresciuto di 11.890 MW e gli impianti sono passati dai 120 del 2004 ai 6.130. Inoltre, ben 685 MW di eolico sono stati realizzati nel 2024 grazie alla realizzazione di 84 nuovi impianti che, nonostante le tante opposizioni, hanno coinvolto ben 66 Comuni.

L’idroelettrico è passato da 17.055 MW del 2004, distribuiti su 2.021 impianti, a 18.992 MW su 4.907 installazioni nel 2024. Più stabile ma comunque in crescita, anche la geotermia ad alta entalpia che dal 2004 al 2024 è cresciuta di 136 MW, mentre le bioenergie sono passate da 1.346 MW a 3.802 MW distribuiti in almeno 3.054 Comuni.

Italia seconda in Europa con 212mila posti di lavoro generati nel settore rinnovabili

I dati che emergono dal rapporto, sono dati sicuramente importanti ma su cui, per Legambiente, è fondamentale accelerare il passo visti i ritardi accumulati rispetto all’obiettivo 2030 e gli importanti benefici, tra cui quelli occupazionali e sulle bollette che genera questo settore.

L’Italia con 212mila persone è in Europa al secondo posto, dopo la Germania, per persone occupate nel settore delle rinnovabili. Oltre la metà, 135 mila, sono impiegate nel settore delle pompe di calore nel quale la Penisola detiene il primato assoluto per impiego tra i paesi dell’UE. Eolico e fotovoltaico in Italia valgono invece, rispettivamente, 9mila e 26,5mila posti di lavoro.

Obiettivo 2030 e ritardi rispetto alle sorelle europee

A preoccupare sono anche i ritardi dell’Italia rispetto all’obiettivo 2030 e il muro che diverse Regioni stanno innalzando sul tema aree idonee, a partire da Sardegna e Toscana.

Entro il 2030 l’Italia dovrà raggiungere, secondo quanto previsto dal decreto Aree idonee, 80.001 MW di nuova potenza considerando le installazioni realizzate a partire dal 2021. Un obiettivo lontano dato che con le installazioni degli ultimi quattro anni il Paese ha raggiunto appena il 24,1% dell’obiettivo, ossia 19.297 MW di nuova potenza installata dal 2021 al 2024.

Per colmare questo ritardo l’Italia dovrà realizzare nei prossimi 5,5 anni, 60.704 MW, pari ad una media di 11.037 MW l’anno. Parliamo di almeno 3.557 MW in più rispetto a quanto fatto nel 2024 (7.480 MW).

Per Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente “Il nostro Paese deve assolutamente accelerare il passo, visto il grande potenziale e l’interesse che le imprese hanno nel voler realizzare impianti. Basterebbe guardare a cosa accade in Paesi come Spagna e Germania dove, grazie ad una produzione da rinnovabili che supera il 60%, le bollette elettriche sono decisamente più basse di quelle italiane, ma anche di un Paese nucleare come quello francese. Una percentuale a portata di mano di mano per l’Italia e raggiungibile in poco tempo, anche grazie al prezioso lavoro di tante imprese che ancora scommettono sul nostro Paese”.

Di fronte a questa fotografia Legambiente, tra le 12 proposte fatte al Governo, chiede in primis di rivedere al più presto il Decreto sulle Aree Idonee, vista anche la sentenza del TAR Lazio, ma anche la Legge 199/2021 dando alle Regioni indicazioni univoche e meno ideologiche, a partire dalle distanze tout court da beni culturali, siti Unesco ma anche da strade, autostrade, siti industriali. 

Oltre 350 le buone pratiche censite. Cinque le Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali premiate quest’anno

Altro segnale importante arriva dalle 350 buone pratiche censite in questi anni da Legambiente e dalle comunità energetiche rinnovabili e solidali che ben raccontano la rivoluzione in atto nel Paese che parte anche dal basso.

Dalla Toscana al Lazio, dalla Lombardia all’Emilia Romagna, passando per la Calabria, sono cinque quelle premiate a livello nazionale da Legambiente e Generali Italia, con la seconda edizione del Premio C.E.R.S 2025.

Medaglia d’oro alla Fondazione CER ITALIA (AR), voluta e promossa dal Comune di Montevarchi. Con una configurazione che si è sviluppata inizialmente intorno a una cabina primaria e poi estesa a livello nazionale, questa CERS conta oggi oltre 400 aderenti, tra cittadini, imprese, enti del terzo settore e amministrazioni pubbliche.

Medaglia d’argento alla Comunità Illuminati Sabina – Montopoli di Sabina (RI), che nasce per iniziativa di un gruppo eterogeneo di cittadini, associazioni e piccole aziende agricole nel cuore della Sabina reatina. Costituita come associazione ETS, questa C.E.R.S. copre tre cabine primarie e si fonda su principi di mutualismo sociale.

Medaglia di bronzo per la Comunità solare di Lodi, Piacenza e Milano, una cooperativa-impresa sociale che coinvolge cittadini, associazioni, cooperative e parrocchie di diversi territori della Lombardia. Ogni configurazione territoriale ha un proprio Comitato Soci per la gestione dei benefici derivanti dalla condivisione energetica. La produzione proviene da oltre 100 impianti fotovoltaici (3.000 kW complessivi previsti entro fine 2025), in parte realizzati attraverso gruppi di acquisto solidale.

Due le menzioni speciali assegnate: la prima alla CER Vele a Roma, la prima comunità energetica del centro storico di Roma, nata grazie alla spinta dell’Istituto Leonarda Vaccari e di organizzazioni del Terzo Settore, con il supporto del Municipio.

La seconda alla Comunità energetica CERNES in Calabria – San Ferdinando e Gioia Tauro (RC). Nata dall’impegno di cittadini e della Parrocchia di San Ferdinando, si fonda su un modello solidale ispirato all’enciclica ‘Laudato Si’’ di Papa Francesco. I due impianti fotovoltaici attivi (25,36 kW totali) producono circa 35.000 kWh l’anno, evitando l’emissione di oltre 14 tonnellate di CO₂.

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