
- 10/10/2024
- Luca Martino
Il Ministro per l’ambiente e la sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin è stato audito ieri alla Camera dei Deputati relativamente all’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione.
Nel corso dell’audizione il Ministro ha ribadito la volontà del governo di non escludere a priori il nucleare di nuova generazione ed ha annunciato l’arrivo in Parlamento di un disegno di legge in materia all’inizio del prossimo anno.
A fronte di un inevitabile crescita della richiesta di energia, per il Ministro il dovere del Governo è quello di offrire alle famiglie e alle imprese un’approvvigionamento energetico sicuro, pulito, resiliente, competitivo ed economico.
Cosa ha detto il Ministro
“Una transizione sostenibile, sicura e competitiva – ha detto Pichetto – può essere traguardata solo abilitando tutte le tecnologie, esistenti e future. Ciò significa – ha spiegato – valutare la generazione di energia da fonti rinnovabili, da gas e, in modo scientifico e non ideologico, anche da fonte nucleare”.
“Senza alcuna preclusione ideologica dobbiamo in modo realistico fare i conti con il futuro e il nucleare di nuova generazione può rappresentare per il nostro Paese un’opportunità considerato che vivremo l’inevitabile crescita della richiesta di energia, dovuta alla produzione industriale, al miglioramento delle condizioni di vita e all’aumento dell’utilizzo di risorse informatiche quali i data center e l’intelligenza artificiale”.
“Non riteniamo quindi lungimirante escludere a priori questa fonte di approvvigionamento energetico stabile, sicura e decarbonizzata e non intendiamo neanche imporre tecnologie a priori perché ancora una volta sarà il mercato a definire la convenienza di una fonte energetica rispetto all’altra. Il nostro dovere è quello di agire con l’intento supremo di offrire alle famiglie e alle imprese italiane un approvvigionamento energetico che sia sicuro, pulito, resiliente, competitivo e naturalmente economico”.
“Non stiamo valutando – ha proseguito il Ministro – il ritorno in Italia alle centrali di grandi dimensioni della prima o seconda generazione, ma abbiamo focalizzato la nostra attenzione sulle nuove opportunità offerte dai piccoli impianti modulari (SMR) che presentano livelli di sicurezza molto superiori alla grande maggioranza degli impianti attuali”. “Sono stati analizzati e valutati – ha detto – anche ‘i reattori modulari avanzati’ (AMR), in alcuni casi talmente ridotti da essere chiamati microreattori”.
“L’obiettivo – ha detto ancora il Ministro – è creare una catena di valore che graviti intorno a un soggetto industriale di riferimento, di dimensioni e competenze opportune, che si interfacci alla pari con i Paesi europei e internazionali, e che preveda gran parte della catena produttiva non solo italiana, ma realizzata in Italia”. “Il nuovo nucleare – ha aggiunto – è riconosciuto a livello europeo e mondiale come una fonte tra le più sicure e sostenibili, a partire dal suo inserimento nella Tassonomia europea”. “Il nostro intento è quindi quello di non escludere a priori questa fonte di approvvigionamento. Non vogliamo che l’Italia rimanga di nuovo indietro”.
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Il disegno di legge sul nucleare
Considerata la necessità di un quadro legislativo e normativo chiaramente definito per abilitare la produzione di energia tramite il nuovo nucleare sostenibile è stato dato mandato al professor Giovanni Guzzetta, ordinario di Istituzioni di diritto pubblico presso l’Università Tor Vergata di Roma, di coordinare un gruppo di lavoro per riordinare la legislazione di settore.
Il primo passo – ha spiegato il Ministro – è di preparare una bozza di testo per “una legge-delega che possa abilitare la produzione da fonte nucleare tramite le nuove tecnologie nucleari sostenibili”, con l’obiettivo di sottoporla al vaglio parlamentare “nei primi mesi del 2025”.