
- 03/03/2025
- Luca Martino
Il Consiglio dei Ministri di venerdì 28 febbraio ha approvato, in esame preliminare, un disegno di legge delega in materia di energia nucleare sostenibile
Il testo approvato è volto ad inserire il nucleare sostenibile e da fusione nel cosiddetto “mix energetico italiano” e interviene in forma organica sotto i profili economico, sociale e ambientale, nel quadro delle politiche europee di decarbonizzazione con l’orizzonte al 2050, coerentemente con gli obiettivi di neutralità carbonica e di sicurezza degli approvvigionamenti.
Per il Governo l’intervento ha lo scopo di: garantire la continuità nell’approvvigionamento energetico in presenza di un incremento costante della domanda e favorire il raggiungimento dell’indipendenza energetica; concorrere agli obiettivi di decarbonizzazione necessari a fronteggiare il cambiamento climatico; garantire la sostenibilità dei costi gravanti sugli utenti finali e la competitività del sistema industriale nazionale.
Il ddl approvato riprende le best practice degli altri paesi europei con più tradizione sul nucleare, e punta a valorizzare le aziende e le competenze italiane nel settore.
Le principali linee di intervento
Le principali linee di intervento contenute nel ddl tendono:
al superamento delle esperienze nucleari precedenti: si assicura una cesura netta rispetto agli impianti nucleari del passato (cosiddetti di “prima” o di “seconda generazione”), destinati alla definitiva dismissione, salvo eventuale riconversione, e l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, incluse le tecnologie modulari e avanzate. In quest’ottica, si valuterà l’istituzione di un’Autorità indipendente competente per la sicurezza nucleare, con compiti di regolazione, vigilanza e controllo sulle infrastrutture nucleari;
all’introduzione di una disciplina organica dell’intero ciclo di vita dell’energia nucleare: si prevede una disciplina organica dell’intero ciclo di vita dell’energia nucleare (eventuale fase di sperimentazione – progettazione – autorizzazione degli impianti – esercizio degli impianti – gestione, stoccaggio e smaltimento dei rifiuti radioattivi – smantellamento degli impianti);
al coordinamento e dialogo costante con i gestori delle reti elettriche: lo sviluppo della nuova politica nucleare viene valutato anche nel suo impatto sull’assetto complessivo del sistema elettrico nazionale, incluso quello sul mercato elettrico;
alla previsione di garanzie: i promotori dei progetti nucleari devono fornire adeguate garanzie finanziarie e giuridiche per coprire i costi di costruzione, gestione e smantellamento degli impianti e per i rischi, anche a loro non direttamente imputabili, derivanti dall’attività nucleare.
Reattori di nuova generazione verso il 2030
“Sono convinto che entro il 2030 ce la faremo ad avere il nucleare in Italia”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, nel suo intervento al Forum in Masseria a Saturnia. Intanto, la legge delega sul nucleare va alle Camere “penso settimana prossima”, ha continuato il ministro, poi “dipenderà dal presidente della Camera. Ci sarà un lungo dibattito perché ci sono già stati due mesi di audizioni alla Camera. Mi auguro che per l’autunno, fine anno, venga approvata. Da lì 12 mesi per avere i decreti legislativi.”
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Enel, Ansaldo Energia e Leonardo per la progettazione e costruzione dei nuovi reattori
Al posto delle grandi centrali di terza generazione (quelle chiuse nel 1987), il governo punta sui piccoli reattori modulari di terza generazione avanzata (small modular reactor, motori di sommergibili dentro cilindri di metallo) e sui reattori di quarta generazione (advanced modular reactor), raffreddati a piombo liquido e alimentati dalle scorie delle vecchie centrali. All’inizio di febbraio è stata raggiunta l’intesa tra Enel, Ansaldo Energia e Leonardo per la creazione di una società pubblica congiunta per la progettazione e la costruzione dei nuovi reattori modulari. Una newco fortemente voluta dall’esecutivo, e che raccoglie buona parte delle competenze italiane nel campo. Nel nostro Paese, a Torino, è attiva anche newcleo: società multinazionale europea, ma con una forte presenza italiana, che conta di mettere sul mercato ai primi degli anni Trenta i nuovi reattori raffreddati a piombo liquido.
Le dichiarazioni della Premier
“Il governo ha approvato anche un importante provvedimento per garantire energia sicura, pulita, a basso costo, capace di assicurare sicurezza energetica e indipendenza strategica all’Italia. Parlo ovviamente dell’energia nucleare sulla quale ora chiediamo al Parlamento di esprimersi”. Così la premier Giorgia Meloni, illustrando in un videomessaggio i provvedimenti approvati in Cdm, decreto bollette e legge delega sul nucleare. “Insomma” – ha continuato la presidente del Consiglio, “siamo intervenuti per dare una risposta immediata alla necessità del momento, ma abbiamo anche deciso di guardare al futuro con scelte di lungo periodo, perché è questo quello che serve all’Italia: scelte coraggiose e strutturali. È l’impegno che abbiamo assunto con gli italiani ed è l’impegno che intendiamo rispettare”, ha concluso.
Il nucleare in Italia, i precedenti
Gli italiani hanno affrontato la questione nucleare più volte. Un primo appuntamento risale al referendum dell’8 novembre 1987. La consultazione si svolgeva in un clima non favorevole per l’energia nucleare in quanto l’anno precedente, il 26 aprile 1986, si era verificato il disastro di Chernobyl. In quell’occasione, la maggioranza dei quasi 30 milioni di italiani andati alle urne aveva deciso di abrogare una serie di norme che comportavano l’abbandono del nucleare.
Nel 2011 la maggioranza degli italiani votò per l’abrogazione delle nuove norme introdotte nel 2008 dal governo Berlusconi che consentivano la produzione nel territorio nazionale di energia nucleare.