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Grazie al progetto CARAMEL si potranno estrarre litio, cobalto e altri materiali strategici dalle batterie esauste

Il recupero di materie prime critiche è sempre più importante. La scarsità di tali materiali costituisce una forte spinta, da parte di Governi, enti di ricerca, start-up, università e aziende, nel cercare di trovare soluzioni alternative ed innovative per recuperare le critical raw materials.

Una soluzione innovativa è rappresentata dal progetto CARAMEL sviluppato dall’Università degli Studi di Brescia finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca con il bando FISA (Fondo Italiano per le Scienze Applicate) con un importo totale di 1.016.499.73 euro e coordinato da Elza Bontempi, dell’Università degli studi di Brescia.

In cosa consiste CARAMEL

Il progetto dell’Università di Brescia rende possibile estrarre litio, cobalto e altri materiali strategici dalle batterie esauste usando, a livello industriale, un innovativo forno a microonde.

CARAMEL (acronimo di New Carbothermic Approaches to Recovery Critical Metals from Spent Lithium-Ion Batteries) punta a trasformare le batterie esauste in una miniera da cui estrarre litio, cobalto e altri elementi strategici a costi inferiori rispetto alle tecnologie esistenti.

Grazie ad una migliore efficienza, tra cui il recupero di oltre il 90% di litio contenuto nelle batterie esauste, CARAMEL riduce il consumo energetico di oltre il 50%, e abbatte l’impatto ambientale.

Il processo di estrazione attraverso la ‘cottura’ con forno a microonde elimina completamente l’uso di acidi inorganici commerciali, limitando così l’utilizzo di sostanze inquinanti.

Economia circolare e indipendenza dell’Italia

Una volta implementato su scala industriale, CARAMEL permetterebbe all’Italia, povera di queste risorse, di essere meno dipendente dalle forniture dall’estero. Proprio la dipendenza dalle materie prime critiche, come il litio e il cobalto, accentua la vulnerabilità economica e geopolitica del continente europeo.

Il riciclo delle batterie è dunque essenziale per ridurre la necessità di nuove estrazioni minerarie e per recuperare materiali strategici in un’ottica di economia circolare, ma l’assenza di infrastrutture adeguate al trattamento e la mancanza di soluzioni tecnologiche scalabili rappresentano una barriera che limita il potenziale di un’efficace gestione delle risorse.

Proprio in quest’ottica la Commissione Europea ha deliberato il cosiddetto Critical Raw Materials Act cui si stabilisce come obiettivo da raggiungere entro il 2030 la capacità di ottenere dal riciclo almeno il 25% del fabbisogno continentale. Una sfida che può trovare risposta in CARAMEL.

I prossimi passi

Con CARAMEL, che arriva dopo una serie di importanti passi precedenti, si punta ora alla realizzazione, nei prossimi tre anni, di un impianto pilota e la scalabilità della tecnologia a TRL 6, ossia un livello di maturità definita come ‘Tecnologia dimostrata in ambiente (industrialmente) rilevante’.

Il gruppo di ricerca di Caramel (fonte: Valerio Villa, UniBs)

Per Elza Bontempi, responsabile del progetto “I risultati ottenuti finora dimostrano che è possibile coniugare innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale, e allo stesso tempo contribuire alla creazione di un mercato
nazionale per il riciclo delle batterie, attualmente carente in Italia. Ora, con l’avvio di CARAMEL, diamo il via alla fase successiva: la progettazione e la realizzazione nei prossimi tre anni di un impianto pilota, ovvero di un forno a microonde dedicato e ottimizzato per lo sviluppo di questa tecnologia innovativa”.

Il progetto ha ottenuto il premio Intellectual Property Award e consentito anche la
selezione dell’Università degli Studi di Brescia per l’esposizione Universale Osaka 2025, all’interno di una giornata dedicata alla promozione e valorizzazione dell’eccellenza della ricerca pubblica nazionale.

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