
- 29/01/2025
- Simone Martino
L’economia circolare emerge come un approccio innovativo e sostenibile, in grado di aiutare ad affrontare le sfide legate alla crisi climatica
Il modello economico legato alla circolarità non solo promuove la riduzione dei rifiuti e il riutilizzo delle risorse, ma contribuisce significativamente alla decarbonizzazione, riducendo le emissioni GHG associate al ciclo di vita dei prodotti.
E’ quanto rileva la Piattaforma italiana degli attori per l’economia circolare (Icesp), promossa dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) attraverso il nuovo report “La relazione tra economia circolare e cambiamenti climatici: panoramica sulla legislazione esistente e proposte per il futuro”.
Il rapporto analizza gli strumenti normativi ed economici su economia circolare e riduzione delle emissioni climalteranti, esaminando le criticità e identificando proposte migliorative in prospettiva futura nell’ottica di valorizzare il ruolo dell’economia circolare per la decarbonizzazione.
Adottare modelli economici circolari contribuisce alla mitigazione degli effetti climatici
Il legame tra economia circolare e cambiamenti climatici è sempre più evidente, e le opportunità di sinergia tra questi due ambiti rappresentano una chiave fondamentale per affrontare le sfide ambientali globali. Le evidenze raccolte nel rapporto dimostrano come l’adozione di modelli economici circolari possa contribuire in modo significativo alla decarbonizzazione e alla mitigazione degli effetti climatici.
Tuttavia, affinché il potenziale dell’economia circolare venga pienamente sfruttato, è necessario implementare strumenti normativi ed economici che ne potenzino l’efficacia.
In primo luogo, normative più incisive dovrebbero incentivare pratiche di economia circolare. Ciò include l’introduzione di regolamenti che favoriscano il riutilizzo e il riciclo dei materiali, riducendo così la domanda di risorse vergini e le relative emissioni di carbonio. L’adozione di standard di sostenibilità obbligatori per i prodotti potrebbe ulteriormente promuovere un mercato circolare.
In secondo luogo, è fondamentale sviluppare strumenti economici, come incentivi fiscali e sovvenzioni, per le aziende che adottano pratiche circolari e utilizzano materie prime circolari e rinnovabili. Questi strumenti possono stimolare investimenti in tecnologie green e nella ricerca di soluzioni innovative, favorendo così la transizione verso un’economia più a basse emissioni.
Inoltre, la creazione di meccanismi di finanziamento verde potrebbe sostenere progetti di economia circolare, facilitando l’accesso a capitali per start-up e imprese che operano in questo settore.
Promuovere una cultura della sostenibilità
E’ anche cruciale promuovere una cultura della sostenibilità attraverso campagne di sensibilizzazione ed educazione e misure di stimolo al mercato dei prodotti rispondenti agli standard di sostenibilità affinché abbiano prezzi accessibili coinvolgendo cittadini ed aziende nella transizione verso modelli economici più responsabili.
Solo un approccio collettivo e integrato potrà garantire il successo dell’economia circolare come strumento di lotta ai cambiamenti climatici. Il collegamento tra cambiamenti climatici e benefici derivanti dall’economia circolare è evidente e indispensabile per affrontare le sfide ambientali attuali.
Le proposte di Icesp
Secondo il rapporto vi sono delle opportunità di miglioramento degli attuali strumenti normativi ed economici che andrebbero superate per rendere più efficace il contributo dell’economia circolare nella riduzione degli impatti sui cambiamenti climatici.
Scarsa coerenza normativa: le normative esistenti spesso mancano di coerenza tra diversi settori e livelli di governo, creando confusione per le imprese e ostacolando l’adozione di pratiche circolari.
Incentivi limitati: gli incentivi economici attualmente disponibili risultano insufficienti o non mirati, rendendo poco attraente per le aziende investire in pratiche circolari. Inoltre, non è delineato un percorso normativo per la riduzione o eliminazione delle sovvenzioni per pratiche lineari.
Burocrazia e complessità: le procedure burocratiche per l’accesso a fondi e incentivi sono spesso complesse e dissuadono le piccole e medie imprese dall’adottare modelli circolari.
Mancanza di indicatori di prestazione: non esistono indicatori chiari e condivisi per valutare l’efficacia delle politiche di economia circolare in termini di riduzione delle emissioni e impatti climatici.
Scarsa consapevolezza ed educazione sul tema: la scarsa consapevolezza e formazione sull’economia circolare, sia tra le aziende che tra i consumatori, limita l’adozione di pratiche sostenibili con minori impatti sul clima.