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La svolta green dell’UE su case, condomini ed edilizia pubblica è stata approvata dal Parlamento europeo ponendo due obiettivi ambiziosi per i 27 Paesi.

Edifici a emissioni zero entro il 2030 e stop alle caldaie a gas entro il 2040. Sono questi gli obiettivi principali su cui l’Unione europea chiede di intervenire per adeguare l’efficienza energetica di case ed edifici agli obiettivi sul clima.

La direttiva sulla prestazione energetica degli edifici (Energy Performance of Buildings Directive) è passata in una versione meno stringente rispetto al testo originale, incassando 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astenuti. L’Italia è tra i Paesi che hanno chiesto maggiore flessibilità per adeguarsi ai nuovi standard.

Cosa prevede la nuova normativa?

Secondo quanto predisposto, tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030. Gli edifici nuovi, occupati o di proprietà delle autorità pubbliche, dovranno rispettare questo obbligo a partire dal 2028.

Gli Stati Membri potranno tener conto, nel calcolare le emissioni, del potenziale impatto sul riscaldamento globale del corso del ciclo di vita di un edificio, inclusi la produzione e lo smaltimento dei materiali da costruzione utilizzati per realizzarlo.

Gli interventi necessari saranno simili a quelli finanziati fino a poco tempo fa dal superbonus e quindi: sostituzione degli infissi, cappotto termico, nuove caldaie a condensazione e pannelli solari.

Per gli edifici residenziali, i paesi membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030, rispetto al 2020, e di almeno il 20-22% entro il 2035, sempre rispetto al 2020.

I singoli paesi decideranno come farlo ma dovranno obbligare ai lavori il 43% degli immobili con i rendimenti energetici peggiori. Si calcolano circa 5 milioni di edifici su un totale da ristrutturare di 12,5 milioni.

A partire dal 2025 sarà inoltre vietata la concessione di sovvenzioni per le caldaie autonome a combustibili fossili. Saranno, invece, ancora possibili incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento che usano una quantità significativa di energia rinnovabile.

Edifici esclusi e costi del rinnovo del parco immobiliare

La nuova normativa non si applica agli edifici agricoli e agli edifici storici e i Paesi membri possono decidere di escludere anche gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto.

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La Commissione europea stima che saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annui per la svolta energetica del parco immobiliare, ovvero 152 miliardi di euro di investimenti all’anno in più rispetto alle risorse attuali. I Pesi potranno attingere ai fondi europei per sostenere la svolta green con sussidi, bonus e mutui agevolati per aiutare le famiglie a sopportare questi costi imprevisti.

I 27 Paesi membri avranno due anni di tempo per presentare a Bruxelles dei piani nazionali e delle tabelle di marcia per raggiungere gli obiettivi comunitari di efficienza energetica.

Fonte: Commissione Europea

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