
- 12/12/2024
- Redazione
Il settore edilizio dell’UE è notevolmente lontano dal raggiungimento degli obiettivi climatici del 2030 e del 2050
E’ quanto emerge dal nuovo report “European Buildings Climate Tracker (EU BCT)” del Building performance institute Europe (BPIE) , giunto alla sua terza edizione.
Nel complesso, i quattro indicatori chiave dell’EU BCT, riduzione delle emissioni di CO2; consumo energetico finale; quota di energia rinnovabile e investimenti in ristrutturazione sono lontani oltre il 40% dal necessario percorso di decarbonizzazione.
Quanto emerso deve portare a serie riflessioni in quanto il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici sono una delle maggiori fonti di emissioni di gas serra in Europa e poiché l’UE e i suoi Stati membri hanno stabilito obiettivi chiari per ridurre queste emissioni, i progressi richiedono un attento esame.
A che punto siamo?
Con il 2022 che segna il punto a metà del percorso verso il traguardo climatico del 2030 previsto dall’accordo di Parigi, il monitoraggio Bpie mostra la dura realtà, e cioè che i progressi al ritmo attuale non consentiranno di raggiungere gli obiettivi del 2030, anzi, in modo allarmante, il divario di decarbonizzazione nel 2022 è più che raddoppiato dal 2016.
Fonte: Report EU Buildings Climate Tracker
Il Tracker si basa su una scala di 100 punti, partendo da zero nel 2015 e raggiungendo 100 per la neutralità climatica nel 2050. Nel 2022, la differenza tra il tracker e il percorso di neutralità climatica ha superato i 13 punti di decarbonizzazione, sottolineando progressi inadeguati.
Tale deficit è dovuto principalmente a riduzioni insufficienti nel consumo di energia finale, a un lento lancio di riscaldamento e raffreddamento rinnovabili e a investimenti di ristrutturazione non realizzati.
Le cifre
Le emissioni di CO₂ derivanti dall’uso di energia negli edifici sono diminuite solo del 14,7% dal 2015, ben al di sotto della riduzione richiesta del 27,9% entro il 2022.
Questo deficit ha comportato l’emissione nell’atmosfera di ulteriori 367 milioni di tonnellate di CO₂, equivalenti a quasi un anno di emissioni dell’intero parco edilizio dell’UE.
Il consumo energetico finale negli edifici è diminuito solo del 2,8%, mentre l’obiettivo era una riduzione del 6,5%. La riduzione sta avvenendo a meno della metà del ritmo richiesto.
La quota di energia rinnovabile è aumentata solo del 6,3%, ben al di sotto dell’obiettivo di un aumento del 18% entro il 2022, principalmente a causa della lenta adozione di sistemi di riscaldamento e raffreddamento rinnovabili. Le energie rinnovabili per il riscaldamento e il raffreddamento devono quadruplicare.
Gli investimenti nella ristrutturazione degli edifici rimangono un ostacolo importante, con investimenti che raggiungono solo il 60,6% dell’obiettivo richiesto per il 2015-2022. Questa carenza di investimenti renderà le ristrutturazioni future più difficili e probabilmente più costose.
La lenta trasformazione degli edifici non è solo un problema climatico ma è un problema di benessere per le persone
Secondo i ricercatori del Bpie gli edifici che emettono meno CO2 sono migliori per le persone: promuovono la salute fisica e mentale, migliorano la stabilità finanziaria, supportano l’equità sociale, rafforzano la resilienza nelle crisi e migliorano la sicurezza energetica.
L’aumento dei costi energetici causato dai cambiamenti economici post-COVID e dalla crisi energetica seguita all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia hanno esacerbato la povertà energetica, che ora colpisce il 9,3% della popolazione dell’UE.
Nel 2022, le famiglie hanno dovuto affrontare bollette energetiche superiori del 24% rispetto alle medie pre-2020, lasciando molte persone in case inefficienti dal punto di vista energetico vulnerabili alla volatilità dei prezzi.
Le cattive condizioni degli edifici, che colpiscono il 15,5% dei residenti dell’UE, sono collegate a problemi di salute respiratoria, costi sanitari più elevati e problemi di salute mentale. Edifici più sani ed efficienti dal punto di vista energetico possono migliorare il benessere mentale a casa, accelerare i tempi di recupero per i pazienti ospedalieri, ridurre il turnover dei dipendenti nel settore sanitario e ridurre i costi medici complessivi.
Nei luoghi di lavoro e nelle scuole, le migliori condizioni interne possono aumentare la produttività e i risultati di apprendimento, aggiungendo un valore economico sostanziale in tutta l’UE.
La decarbonizzazione degli edifici presenta anche un’opportunità unica per la creazione di posti di lavoro, con stime che suggeriscono da 12 a 18 posti di lavoro locali generati per milione di euro investiti e fino a 160.000 posti di lavoro verdi aggiuntivi nel settore edile potrebbero emergere entro il 2030.
Investire in edifici efficienti dal punto di vista energetico e alimentati da fonti rinnovabili può guidare l’innovazione, rafforzare la resilienza e migliorare la qualità della vita, soprattutto per coloro che sono maggiormente colpiti dalla povertà energetica e da condizioni di vita scadenti.
Gli Stati membri dell’UE devono implementare l’EPBD in modo rapido ed efficace
Le recenti tappe legislative, in particolare la riformulazione del 2024 della direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici (EPBD) e i componenti chiave del pacchetto Fit for 55, possono riportare l’UE sulla strada della neutralità climatica.
Questi forniscono agli Stati membri gli strumenti necessari per accelerare significativamente la decarbonizzazione degli edifici, ridurre le emissioni, migliorare la resilienza climatica e affrontare le sfide sociali come l’aumento dei prezzi dell’energia e la povertà energetica.
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La Commissione europea deve esercitare una leadership coraggiosa sugli edifici
Con il nuovo ciclo politico quinquennale dell’Ue, sottolinea il Bpie, una forte leadership della Commissione europea è fondamentale per garantire che la decarbonizzazione degli edifici diventi centrale nell’agenda strategica del Continente.
«Mentre l’Europa affronta complesse sfide geopolitiche, sociali e ambientali – viene sottolineato – la Commissione deve cogliere l’opportunità di promuovere la resilienza e l’inclusività, incorporando pienamente questo impegno nel mandato 2024-2029. Facendo della decarbonizzazione degli edifici una pietra angolare della strategia di prosperità dell’Europa, la Commissione promuoverà la resilienza e l’inclusività, affrontando la povertà energetica, aumentando la salute pubblica e creando posti di lavoro. Queste priorità risuonano in tutto lo spettro politico, a beneficio di tutti gli europei».