
- 16/04/2024
- Simone Martino
Nel 2022, sono state raccolte in Italia circa 360mila tonnellate di RAEE, pari al 34% dell’immesso al consumo. Occorre invertire la tendenza perché molti RAEE sfuggono ancora ai canali ufficiali
Per fare il punto sulla raccolta dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), si può partire considerando il numero di dispositivi immessi sul mercato negli ultimi anni.
Facendo affidamento sui dati forniti dal Centro di Coordinamento RAEE (CdC RAEE), negli anni 2017-2021, le AEE immesse sul mercato domestico aumentano del 62%, a fronte di volumi sul mercato professionale più che raddoppiati, passando dalle 203 mila ton. del 2017 alle 438 mila del 2021. Sempre nel periodo 2017-2021 le AEE immesse sul mercato domestico rappresentano mediamente il 77% del totale, denotando quindi una forte prevalenza del circuito domestico su quello professionale.
Fonte: elaborazione Laboratorio Ref Ricerche su dati CdC RAEE
Inoltre, nel periodo 2019-2021, si è assistito ad un progressivo incremento dei volumi di AEE immesse al consumo: una crescita di 378 mila unità, pari ad un aumento del 27% nel 2021 sul 2019. La media del triennio 2019-2021 è pari a 1,6 milioni di tonnellate all’anno, dato che funge da riferimento nella determinazione del tasso di raccolta. Questa cifra si riferisce tanto a dispositivi per uso professionale che domestico, con i secondi a farla decisamente da padroni (con oltre il 70% del totale).
Quindi, come procede la raccolta nel nostro Paese? Benché dal 2019 l’UE abbia elevato il target minimo al 65%, l’Italia è ancora ben lontana dall’obiettivo. Anzi, a leggere i numeri, sta facendo passi indietro: dal 36,5% nel 2020, al 34,6% nel 2021 e al 34% nel 2022.
La raccolta dei RAEE di origine domestica
Nel 2022 sono state intercettate 361.381 ton. di RAEE domestici. Monitorando l’andamento della raccolta tra il 2021 e il 2022, si registra una variazione di segno negativo consistente: -6,2%. La tendenza sembrerebbe confermarsi anche nel 2023 sulla base dei dati diffusi da Erion WEEE, che documenta una flessione del 6% dei rifiuti gestiti rispetto al 2022.
Fonte: elaborazione Laboratorio Ref Ricerche su dati CdC RAEE
A livello regionale, nel 2022 Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna hanno intercettato il 36% dei quantitativi raccolti e avviati a riciclo. Sempre il Centro di Coordinamento RAEE indica che tutte le Regioni italiane hanno fatto segnare una diminuzione della raccolta rispetto al 2021, a parte Sicilia e Puglia, ove l’intercettazione è cresciuta rispettivamente di circa il 5% e del 3%.
La concentrazione dei quantitativi intercettati nell’area del Nord appare coerente con il più elevato livello di sviluppo economico dei territori, nonché con la maggiore popolazione residente, ma soprattutto con il maggiore sviluppo della rete di raccolta.
I dati evidenziano un rilevante divario territoriale: qualora tutte le Regioni dovessero raggiungere il grado di intercettazione dei territori più virtuosi, pari a 10 kg/abitante, il solo segmento domestico potrebbe assicurare maggiori flussi intercettati per 240 mila ton. all’anno in più, spingendo il tasso di raccolta verso il 50%. Seppur ancora distante dall’obiettivo del 65%, questa percentuale restituirebbe al nostro Paese il segnale di uno sforzo credibile nella direzione delle politiche auspicate.
Come e dove agire?
A livello di cittadini consumatori, servirebbero campagne di informazione e di comunicazione più efficaci ed estese, come nel caso dell’ “uno contro uno” e “uno contro zero”. La prima prevede il ritiro gratuito di un RAEE al momento della vendita di una nuova apparecchiatura della stessa tipologia, sia che appartenga al circuito domestico sia a quello professionale.
La seconda, invece, prevede l’obbligo per i distributori con superficie di vendita di AEE al dettaglio di almeno 400 mq, e la facoltà per gli altri distributori, di ritirare gratuitamente i RAEE di piccolissime dimensioni (inferiori a 25 cm) provenienti dai nuclei domestici e conferiti dai consumatori, senza obbligo di acquisto di una nuova apparecchiatura.
Il 64% dei cittadini non è a conoscenza del sistema “uno contro uno” o lo conosce ma non l’ha mai utilizzato; la percentuale sale al 77% nel caso del sistema “uno contro zero” (Ipsos e Erion WEEE).
È essenziale, poi, che i volumi di RAEE raccolti tengano il passo dell’immesso al consumo, quale condizione necessaria per sfruttare il potenziale di recupero di materia, soprattutto riguardo alle Materie Prime Critiche (CRM) che costituiscono un elemento essenziale nel sostenere la transizione green delineata dall’UE.
Il trattamento dei RAEE
Per quanto riguarda il trattamento dei RAEE in Italia, nel 2022 sono state gestite 376.882 ton di RAEE domestici e 158.298 ton di RAEE professionali, per un totale di 535.180 tonnellate. Rispetto al 2021, i RAEE domestici trattati diminuiscono del 4%, quand’invece quelli professionali crescono del 34%.
L’andamento generale degli ultimi cinque anni (2018-2022) fa registrare una tendenza incrementale: un aumento complessivo del 27% tra il 2018 e il 2022, frutto di una crescita del 19% dei volumi di RAEE domestici trattati e di un aumento del 52% di quelli professionali gestiti.
Fonte: elaborazione Laboratorio Ref Ricerche su dati CdC RAEE
Nel 2021, il trattamento dei RAEE italiani derivanti unicamente dalla raccolta differenziata delle AEE ha interessato 502.573 ton., di cui 498.438 – corrispondenti al 99% – sono state gestite in Italia, 3.547 ton. (0,7%) all’interno dell’UE ed appena 587 ton. (0,1%) al di fuori dei confini dell’UE. A fronte di 458.724 ton. recuperate, 437.613 ton. sono state riciclate o preparate per il riutilizzo.
Le novità normative. Un’occasione non colta fino in fondo
A luglio del 2023, dopo un’attesa durata 13 anni, è stato emanato il D.M. 119/2023 che regolamenta le condizioni per le attività di preparazione per il riutilizzo in forma semplificata. Un provvedimento che si è reso necessario anche alla luce della scarsa diffusione delle aree di “deposito preliminare” presso i Centri di Raccolta (CdR).
In linea generale, lo scopo del decreto è semplificare le procedure autorizzative per gli impianti che intendono svolgere attività di preparazione al riutilizzo, incentivando pertanto questo tipo di attività perché possa diventare, come previsto dalla gerarchia dei rifiuti, prioritaria rispetto al recupero.
Tuttavia, ciò che si può notare leggendo i requisiti è che i quantitativi massimi trattabili con questo regime semplificato sono molto ridotti, tanto da rischiare di non giustificare lo sforzo di allestire e far autorizzare, sebbene in modalità semplificata, un impianto. Si tratta di criteri che limitano o impediscono una reale vocazione industriale, pensati per sostenere iniziative non professionali di gestione, senza consentire un reale cambio di rotta.
Fonte: Laboratorio Ref Ricerche – “GESTIONE RAEE REPORT 2022”, CdC RAEE