
- 07/01/2025
- Redazione
La transizione verso una mobilità a zero emissioni non mostra segni di accelerazione e anche il 2024 risulta un anno sprecato
Con 1.558.704 immatricolazioni, un dato inferiore alle aspettative, l’anno 2024 segna quindi una flessione dello 0,5% rispetto alle 1.566.521 unità del 2023, rimanendo significativamente al di sotto dei livelli pre-pandemia: oltre 358.000 unità in meno (-18,7%) rispetto al 2019.
I dati di Dicembre
Nonostante due giorni lavorativi in più, il mese di dicembre si ferma a 105.715 vetture immatricolate, in flessione del 4,9% rispetto alle 111.201 unità dello stesso mese del 2023.
Le immatricolazioni di vetture elettriche pure (BEV) nel mese di dicembre si attestano al 5,5%, in lieve aumento rispetto al 5,3% di novembre ma inferiore al 6,0% di dicembre 2023. Il 2024 chiude con una quota BEV al 4,2%, pari a quella del 2023.
Le auto ibride plug-in (PHEV) raggiungono il 3,4% a dicembre, con un lieve incremento rispetto a novembre ma in calo su base annua, con una quota complessiva per il 2024 che si ferma al 3,3%, inferiore al 4,4% dell’anno precedente.
La quota totale di vetture elettrificate (ECV) nel 2024 si attesta al 7,5%, contro l’8,6% del 2023.
Target e sanzioni europee insostenibili
La bassa penetrazione dei veicoli elettrici continua a sollevare serie preoccupazioni sul raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dai Regolamenti europei.
Secondo l’UNRAE, i target e le sanzioni europee sono insostenibili e rappresentano un rischio per la competitività e l’innovazione del settore automotive. I target europei in vigore dal 2025, potrebbero, infatti, comportare per i Costruttori sanzioni stimate dall’ACEA in circa 16 miliardi di euro solo nel primo anno.
“Non possiamo accettare che una politica frammentaria e scoordinata, a livello sia europeo che italiano, si trasformi in un peso economico così penalizzante per i Costruttori”, ha dichiarato il Presidente, Michele Crisci. “Come abbiamo chiarito molto bene nel corso della nostra Conferenza Stampa di fine anno, non vi è dubbio che il Green Deal non sia la causa della crisi dell’automotive in Europa, tuttavia a tal proposito non possiamo non sottolineare con forza come la carenza e la disomogeneità degli strumenti incentivanti, della fiscalità sull’auto e della disponibilità di infrastrutture adeguate abbiano evidentemente frenato il mercato in relazione allo sviluppo atteso delle nuove tecnologie a zero e bassissime emissioni”.
Anche l’ACEA, con un appello alla Commissione Europea del 23 dicembre, ha ribadito la necessità di una revisione urgente del sistema delle sanzioni. A favore della cancellazione o del congelamento delle sanzioni si sono espressi anche diversi Governi europei, il Partito Popolare Europeo e le Confindustrie di Francia, Germania e Italia.
Nel frattempo, la Commissione Europea ha annunciato l’avvio di un “Dialogo strategico sul futuro dell’industria automotive europea” previsto per gennaio 2025.
L’iniziativa coinvolgerà i principali stakeholders con l’obiettivo di definire e attuare misure concrete per rafforzare la competitività del settore, affrontare le sfide della decarbonizzazione con un approccio tecnologicamente neutrale, sostenere l’occupazione e modernizzare il quadro normativo.