
- 06/05/2025
- Luca Martino
L’Unione europea presenterà una tabella di marcia su come intende allontanarsi dall’energia proveniente dalla Russia.
Oggi verrà presentata la tabella di RePower EU che tra l’altro include l’eliminazione graduale delle importazioni di energia dalla Russia verso l’Unione Europea, in linea con gli impegni presi in precedenza dal Commissario per l’Energia e l’edilizia abitativa Dan Jørgensen.
A comunicarlo il portavoce della Commissione Europea Stefan de Keersmaecker.
Nonostante il rinvio dell’annuncio, Jørgensen aveva fornito rassicurazioni, ribadendo che le misure previste dall’Action Plan on Affordable Energy avrebbero contribuito a rendere l’Europa molto più indipendente dai combustibili russi.
La Commissione europea ha dichiarato che l’Ue abbandonerà i combustibili fossili russi entro il 2027 in risposta all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca nel 2022.
Importazioni di gas russo in diminuzione dal 45% al 19%
Da quando la Commissione Europea ha lanciato il Piano REPowerEU nel maggio 2022, sia le importazioni di GNL che quelle di gas via gasdotto dalla Russia sono diminuite, passando dal 45% nel 2021 al 19% nel 2024.
L’anno scorso, con il calo della domanda e delle importazioni di GNL, la metà dei terminali di rigassificazione dell’UE ha registrato un tasso di utilizzo inferiore al 40%. E considerando che la domanda è destinata a continuare a calare strutturalmente nei prossimi anni, gli esperti avvertono del rischio di sovraccapacità di gas nell’UE.
Più diminuisce la dipendenza energetica più aumenta la sicurezza energetica
La Commissione Europea ha dichiarato che una più rapida espansione delle energie rinnovabili contribuirebbe ad aumentare il risparmio energetico e a ridurre la domanda di petrolio e gas. “Man mano che la nostra dipendenza energetica dai combustibili fossili diminuisce, la nostra sicurezza energetica aumenta”, ha affermato la presidente von der Leyen durante il recente summit sulla sicurezza energetica dell’IEA.
“In un contesto di crescenti tensioni geopolitiche, la roadmap per l’eliminazione dei combustibili fossili russi della Commissione Europea rappresenta un imperativo di sicurezza per l’UE”, ha dichiarato Aymeric Kouam, analista energetico presso Strategic Perspectives.
Un’imposta sul gas russo residuo è stata proposta dal think tank Bruegel, che sottolinea come l’UE debba accelerare la transizione dai combustibili fossili per porre fine al rischio di strumentalizzazione dell’energia e rafforzare la competitività economica.
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Sostituire il gas russo con quello americano. Cosa pensano gli esperti?
Una recente analisi di Ember mostra che, grazie a un’espansione su larga scala, l’offerta di gas nell’UE supererà la domanda del 26% (131 miliardi di metri cubi) entro il 2030, affermando che “contenere la dipendenza dell’UE dal gas porterà benefici in termini di sicurezza e accessibilità”.
Gli esperti mettono anche in guardia contro la sostituzione della Russia con un altro fornitore. “Il piano dell’Europa per liberarsi dalla dipendenza dal gas russo è un passo da celebrare. Tuttavia, non dovrebbe significare che il continente scambi la sua dipendenza da un fornitore instabile con un altro,”afferma il Professor Robert Howarth della Cornell University. Infatti secondo la sua ricerca sottoposta a revisione paritaria, “il GNL statunitense ha un’impronta climatica maggiore rispetto a qualsiasi altro combustibile fossile”.
Il Piano d’Azione UE per l’Energia Accessibile ha proposto di esplorare il cosiddetto “modello giapponese” di investimento nel gas naturale liquefatto (GNL), che incoraggerebbe investimenti diretti all’estero da parte degli importatori europei nei progetti di esportazione di GNL. Tuttavia, gli economisti dell’IEEFA sottolineano che le risorse sarebbe meglio investirle nella riduzione della domanda di gas e nell’accelerazione delle tecnologie per l’energia pulita, piuttosto che in progetti GNL che vincolerebbero l’Europa ai combustibili fossili a lungo termine.