
- 01/09/2025
- Luca Martino
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Italia: Incentivi speciali per i pannelli fotovoltaici che non arrivano dalla Cina, una mossa per l’indipendenza e la resilienza del mercato UE
Una svolta storica nel panorama energetico italiano ed europeo: il governo ha approvato un nuovo decreto (Dm 4 agosto 2025), che introduce incentivi specifici per l’installazione di impianti fotovoltaici privi di componenti made in China.
L’obiettivo è chiaro: rafforzare la produzione europea e ridurre la dipendenza da altri paesi, in particolare dalla Cina, che attualmente domina il mercato globale del solare.
Un premio per la resilienza
Il provvedimento si inserisce nella seconda parte del decreto FERX, un pacchetto di misure volto a rilanciare le aste per gli incentivi agli impianti fotovoltaici di grandi dimensioni, rimaste ferme per anni.
A differenza della prima tranche, che premiava il prezzo più basso, questo nuovo decreto premia la “resilienza” della filiera produttiva europea. In concreto, gli installatori che utilizzeranno moduli, celle, e inverter di origine non cinese, avranno accesso a un incentivo più alto.
Nonostante i prodotti europei siano generalmente più costosi, questo “premio” dovrebbe compensare la differenza di prezzo, rendendo conveniente l’acquisto di componenti di fabbricazione europea.
La Commissione europea ha già dato il via libera a questo approccio, riconoscendolo come un criterio valido oltre al semplice costo.
Meno dipendenza, più opportunità
La Cina, con la sua massiccia produzione e i prezzi competitivi, detiene una posizione dominante nel settore fotovoltaico. Ciò rende il mercato europeo vulnerabile a eventuali interruzioni della catena di approvvigionamento.
L’Italia, con questo decreto, mira a costruire un mercato più stabile e sicuro, riducendo i rischi e creando nuove opportunità per le imprese europee.
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Le prossime aste e le aspettative del mercato
Il provvedimento, che riguarda un contingente di 1,6 gigawatt di impianti, ha già acceso l’interesse degli operatori di settore.
Si stima che, mentre l’offerta della prima tranche si aggirerà intorno ai 65 euro a megawattora, per la seconda si possa arrivare a circa 90 euro a megawattora, riflettendo il costo più elevato dei prodotti europei.
La scadenza per la realizzazione degli impianti aggiudicati è di due anni, il che offre tempo agli operatori per rifornirsi di componenti europei.
Questo decreto, che fa parte di un pacchetto più ampio, potrebbe essere solo l’inizio di una serie di misure volte a sostenere la produzione europea di energie rinnovabili, in linea con la strategia di Bruxelles del Clean Industrial Act e con la revisione del Public Procurement Act.