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Negli ultimi due anni, più dell’80% dei ristoratori italiani ha adottato soluzioni più rispettose dell’ambiente, come l’acquaponica.

Si tratta di un fenomeno che interessa tutto il mondo della ristorazione ed è in continua crescita. L’85% degli intervistati da The Fork, inoltre, afferma di acquistare prodotti di provenienza locale.

Quando l’acquacoltura incontra la coltivazione idroponica nasce l’acquaponica, una tecnica dalle origini antiche in cui l’acqua utilizzata nelle vasche di allevamento viene riutilizzata per irrigare le piante coltivate in serra.

L’acquaponica può essere intesa come un’attività produttiva agricola sostenibile nella quale i cicli dei principali macronutrienti vengono chiusi grazie all’integrazione dei due sistemi produttivi.

Ma come funziona il processo produttivo?

Un impianto acquaponico è costituito da una vasca di allevamento ittico, pompe per il ricircolo dell’acqua, sistemi di filtraggio e ambienti per la coltivazione fuori suolo. Gli impianti possono essere verticali o orizzontali, sotto forma di vasche riempite con substrati minerali oppure organici.

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Qui vengono inseriti piccoli contenitori per ospitare delle piante. Nella vasca d’allevamento si possono, inoltre, trovare pesci d’acqua dolce per il consumo alimentare o di valore ornamentale o adatti al ripopolamento faunistico. A volte, in queste vasche, vengono allevati anche crostacei.

Una soluzione agricola innovativa che viene usata soprattutto per la produzione di insalata, leaves di IV gamma altamente selezionata come rucola, senape, mizuna, spinacio e altre varietà di erbe aromatiche.

I vantaggi per l’ambiente

Grazie all’acquacoltura si possono risparmiare 135 litri di acqua per kg di prodotto. Inoltre non verranno immessi in atmosfera 33.000 kg/anno di CO2 e l’acquacoltura consente una riduzione di oltre il 90% di emissioni inquinanti, oltre all’eliminazione dell’uso di fertilizzanti e diserbanti e pesticidi.

Rispetto alle tecniche di agricoltura convenzionali, l’acquaponica presenta diversi punti di forza: Risparmio idrico: l’acquaponica utilizza circa il 90% di acqua in meno rispetto a quella utilizzata nell’agricoltura tradizionale; Spazi contenuti: poiché le piante non necessitano di terreno; Nessun uso di pesticidi e fitofarmaci: l’acquaponica non ne prevede l’uso; Nessun uso di fertilizzanti: i nutrienti per le piante vengono forniti dall’allevamento del pesce; Controllo emissioni: non vi è bisogno dell’impiego di mezzi agricoli con conseguente minor consumo di combustibili fossili.

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