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La Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani del 2025 si è conclusa con l’adozione da parte di oltre 170 Paesi di una dichiarazione concordata a livello intergovernativo, che si impegna ad agire con urgenza per la conservazione e l’utilizzo sostenibile degli oceani

Dal 9 al 13 giugno 2025, 55 Capi di Stato e di Governo, insieme a 15.000 partecipanti provenienti dalla società civile, dal mondo imprenditoriale e dal mondo scientifico, hanno partecipato alla Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani, co-ospitata dai governi di Francia e Costa Rica.

Dieci Gruppi di Azione per gli Oceani hanno prodotto raccomandazioni lungimiranti per orientare l’attuazione su temi chiave, dall’inquinamento marino e dalle soluzioni basate sulla natura al ruolo di donne, giovani e popolazioni indigene nella governance degli oceani.

La dichiarazione politica, intitolata “Il nostro oceano, il nostro futuro: uniti per un’azione urgente”, chiede, tra le altre cose, misure concrete per ampliare le aree marine protette, decarbonizzare il trasporto marittimo, combattere l’inquinamento marino e mobilitare finanziamenti per le nazioni costiere e insulari vulnerabili.

Il Piano d’Azione di Nizza per gli Oceani

La dichiarazione, insieme ai coraggiosi impegni volontari degli Stati e di altre entità, costituisce il Piano d’Azione di Nizza per gli Oceani, concludendo con successo la Conferenza di cinque giorni con un impulso al multilateralismo ambientale.

“Gli impegni presi questa settimana devono essere rigorosamente attuati, monitorati e resi tangibili”, ha dichiarato il Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite per gli Affari Economici e Sociali, Li Junhua, che ha ricoperto la carica di Segretario Generale della Conferenza. “Lo slancio che abbiamo generato deve portarci avanti verso la COP30, i forum oceanici globali e regionali e i processi decisionali nazionali, e tradursi in azioni nazionali decisive”.

La quarta Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani, nel 2028, sarà co-ospitata da Cile e Repubblica di Corea.

I principali impegni volontari assunti 

Nei giorni della conferenza sono stati assunti vari impegni volontari. La Commissione Europea, nell’ambito del suo Patto per gli Oceani, ha annunciato un investimento di 1 miliardo di euro a sostegno della conservazione degli oceani, della scienza e della pesca sostenibile.

La Polinesia Francese si è impegnata a creare la più grande area marina protetta del mondo per salvaguardare i suoi mari, coprendo l’intera zona economica esclusiva, circa 5 milioni di chilometri quadrati (1,93 milioni di miglia quadrate).

La Nuova Zelanda ha impegnato oltre 52 milioni di dollari USA per sostenere una migliore governance, gestione e ricerca scientifica degli oceani nella regione delle Isole del Pacifico.

La Germania ha lanciato un programma di azione immediata da 100 milioni di euro, il primo del suo genere, per il recupero e la bonifica di munizioni obsolete nel Baltico tedesco e nel Mare del Nord.

L’Indonesia, la Banca Mondiale e altri partner hanno lanciato un Coral Bond, uno strumento finanziario innovativo progettato per mobilitare capitali privati ​​per preservare gli ecosistemi delle barriere coralline all’interno delle aree marine protette in Indonesia.

Trentasette paesi, guidati da Panama e Canada, hanno lanciato la High Ambition Coalition for a Quiet Ocean, la prima iniziativa politica di alto livello per contrastare l’inquinamento acustico oceanico su scala globale.

L’Italia ha impegnato 6,5 milioni di euro per rafforzare la sorveglianza della Guardia Costiera nelle aree marine protette e sulle piattaforme petrolifere, anche attraverso un sistema di sorveglianza satellitare in grado di rilevare in tempo reale potenziali fuoriuscite di petrolio.

Il Canada ha contribuito con 9 milioni di dollari all’Ocean Risk and Resilience Action Alliance per aiutare i piccoli Stati insulari in via di sviluppo e i paesi costieri in via di sviluppo ad aumentare la loro resilienza agli impatti dei cambiamenti climatici attraverso soluzioni basate sulla natura.

La Spagna si è impegnata a creare cinque nuove aree marine protette che consentirebbero la protezione del 25% del suo territorio marino.

Un gruppo di agenzie delle Nazioni Unite e partner globali ha avviato un processo di co-progettazione per One Ocean Finance, un nuovo e audace progetto per sbloccare miliardi di nuovi finanziamenti da industrie dipendenti dagli oceani e dai settori dell’economia blu.

Trattato sull’alto mare (Accordo BBNJ)

Durante la Conferenza altri 19 Stati hanno ratificato l’Accordo Onu per la conservazione e l’uso sostenibile della diversità biologica marina nelle aree non soggette a giurisdizione nazionale (Accordo BBNJ – chiamato anche “Trattato sull’alto mare”) e altri 20 lo hanno firmato.

In questo modo il numero totale di firme è arrivato a 136 e le ratifiche a 50 Stati più l’Unione Europea. Un’altra decina di stati ha promesso di fare lo stesso entro la fine dell’anno e ciò significherebbe raggiungere le sessanta ratifiche necessarie affinchè il Trattato possa entrare in vigore e si possa tenere la prima Conferenza delle parti (Cop) sugli oceani.

L’Accordo BBNJ, adottato nel giugno 2023, è uno strumento giuridico fondamentale per proteggere la vita marina e gli ecosistemi nei due terzi dell’oceano che si trovano al di fuori della giurisdizione di qualsiasi Paese.

Inquinamento da plastica: Un Trattato 

A Nizza si è discusso anche dei negoziati per stilare un trattato giuridicamente vincolante contro l’inquinamento da plastica, durante un vertice informale guidato da Inger Andersen, direttrice del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep).

L’incontro, a porte chiuse, ha visto confrontarsi una quarantina di ministri che hanno espresso la volontà condivisa di finalizzare quest’anno un trattato globale che potrebbe, per la prima volta, regolare la plastica durante tutto il loro ciclo di vita.

L’appuntamento è ad agosto a Ginevra, in Svizzera. “C’è un rinnovato impegno per concludere il trattato in agosto”, ha detto Jyoti Mathur-Filipp, che ha partecipato alla riunione e sta conducendo i negoziati sul trattato.

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