- 24/07/2025
- Simone Martino
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FederBio e AssoBio bocciano la PAC: le sfide ambientali e di sicurezza alimentare richiedono una chiara destinazione dei fondi per ambiente, clima e benessere animale
A suscitare grandi perplessità è la destinazione del bilancio esclusivamente sul sostegno al reddito sotto forma di pagamenti a superficie, lasciando agli Stati membri il compito di finanziare le misure agroambientali.
Il principale punto critico
Il riconoscimento del valore strategico dell’agricoltura biologica, inserito nella PAC post-2027, rischia di non produrre alcun risultato concreto senza essere vincolato a un budget dedicato alle azioni ambientali che investano sull’agroecologia a partire dalle produzioni biologiche.
Ecco perché, il passare dall’obiettivo del raggiungimento del 25% di superfice coltivata a biologico dell’attuale programmazione dei fondi a scelte come quella prevista all’interno della proposta di riforma della PAC per il periodo 2028-2034 presentata dalla Commissione Europea, rappresenta una contraddizione incomprensibile.
FederBio e AssoBio, in linea con IFOAM Organics Europe, ribadiscono l’importanza di destinare in modo vincolante non meno del 30% dei fondi PAC ad ambiente, clima e benessere animale. Solo così sarà possibile garantire un sostegno concreto a pratiche come l’agricoltura biologica e l’agroecologia, strumenti fondamentali per salvaguardare i servizi ecosistemici e promuovere un’agricoltura realmente sostenibile.
Mammuccini (FederBio): proposta sulla PAC un grave passo indietro sul fronte della sostenibilità
“Riteniamo questa proposta sulla PAC un grave passo indietro sul fonte della sostenibilità e della transizione verso modelli agroecologici – ha sottolineato Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio – Oltre a un taglio dei fondi destinati alla PAC in una fase di grandi difficoltà per tutti gli agricoltori, la scelta di assegnare le risorse del bilancio esclusivamente ai pagamenti a superficie, non solo penalizza chi fa agricoltura biologica, ma è anche inadeguato per la valorizzazione del territorio rurale e delle aree interne e per rispondere alle sfide ambientali e sociali dei prossimi anni. Senza un chiaro orientamento alla sostenibilità si rischia che la PAC generi una pericolosa corsa al ribasso tra gli Stati Membri, con conseguenze gravi per la sovranità alimentare e un progressivo disimpegno dalle politiche ambientali”.
“Le grandi difficoltà che stanno attraversando gli agricoltori vanno affrontate con approcci innovativi, come l’agroecologia, i sistemi locali di produzione e di consumo del cibo che mettano al centro agricoltori e cittadini. Puntare sull’agricoltura biologica offre benefici d’interesse collettivo come la tutela della salute e della biodiversità, una migliore redditività, favorisce l’occupazione femminile e il ricambio generazionale, rilanciando le aree rurali. Per questo chiediamo che i fondi PAC siano vincolati in modo chiaro alla protezione ambientale, alla lotta al cambiamento climatico e al benessere animale, a sostegno di un’autentica transizione ecologica. Senza un adeguato incentivo economico, la sostenibilità rischia di rimanere un’opzione marginale anziché diventare la scelta strategica per il futuro”, ha concluso la Presidente di FederBio.
Maffini (AssoBio): forte preoccupazione per un impianto che mina l’efficacia e l’equità della PAC
“La proposta di riforma della PAC, presentata lo scorso 16 luglio, ci lascia basiti in quanto va esattamente nella direzione opposta a quanto avremmo auspicato! Almeno un terzo dei fondi dovrebbe essere dedicato ai servizi ecosistemici e all’agricoltura biologica, soluzione che offre grandi benefici ambientali e per la salvaguardia della salute – ha affermato Nicoletta Maffini, presidente di AssoBio -. La scelta di assegnare le risorse esclusivamente ai pagamenti a superficie penalizza ulteriormente il biologico e, senza un chiaro orientamento verso la sostenibilità da parte del bilancio dell’Ue e della PAC, si verificherà una corsa al ribasso tra gli Stati membri che metterà a repentaglio la sovranità alimentare europea. Tutto ciò impoverirà e non rafforzerà un settore che dovrebbe essere strategico per il futuro dell’Europa. Gli agricoltori biologici necessitano di un sostegno politico ed economico stabile, che offra una prospettiva a lungo termine”.















































































































































































































