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A rischio il record di 7,8 miliardi segnato nel 2024 nel mercato statunitense, divenuto sempre più strategico per il settore agroalimentare italiano

Con l’introduzione dei dazi Usa, il settore agroalimentare italiano è quello che rischia di più di altri in quanto ad oggi quello americano rappresenta il secondo mercato di destinazione dell’export agroalimentare made in Italy.

Un settore di eccellenza come dimostrano alcuni dati: l’Italia risulta prima per valore aggiunto in agricoltura a livello Ue ed è il primo Paese dell’Unione europea con prodotti agricoli espressamente indicati come meritevoli di tutela.

Sono 891 i prodotti Italiani DOP IGP protetti, per un valore di oltre 20 miliardi di euro, di cui 11,5 mld riguardano il solo export.

Con i suoi 42.412 milioni di euro l’Italia si assesta nel 2024 al primo posto in Europa per valore aggiunto sulle produzioni agricole. A fronte di una produzione pari a 74.592 milioni di euro. I risultati sono rilevanti anche sul piano sociale. I dati parlano di 330.000 occupati nella filiera del vino, di 110.000 occupati in quella dell’olio d’oliva.

Lollobrigida: “Contro dazi pronti a tutelare le nostre aziende”

“Da Paese esportatore i dazi ci preoccupano, il 20% è un dato importante ma aspettiamo di capire esattamente quali saranno gli effetti delle scelte dell’amministrazione americana”, ha detto Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, commentando i dazi di Trump. “Ora dobbiamo evitare una guerra commerciale che non è utile a nessuno. Il nostro obiettivo è collaborare con l’Unione europea e con i nostri alleati occidentali e strategici, come gli Usa, per trovare soluzioni che tutelino l’interesse nazionale italiano, europeo e americano”.

Dazi: Per Coldiretti rincaro da 1,6 miliardi, calo delle vendite

Il dazio al 20% su tutti i prodotti agroalimentari Made in Italy porterà a un rincaro da 1,6 miliardi per i consumatori americani, con un calo delle vendite che danneggerà le imprese italiane, oltre ad incrementare il fenomeno dell’italian sounding.

E’ quanto stima la Coldiretti in merito all’annuncio del presidente americano Donald Trump di imporre delle tariffe aggiuntive su tutte le merci europee. Al calo delle vendite va poi aggiunto il danno in termini di deprezzamento delle produzioni, da calcolare filiera per filiera, legato all’eccesso di offerta senza sbocchi in altri mercati. 
Secondo Coldiretti occorre ora  lavorare a una soluzione diplomatica che venga portata avanti in sede europea.

“Questa deve anche essere l’occasione per l’Europa, che deve rimanere unita più che mai in questa fase e dialogare con un’unica voce, di mettere in campo un piano di rilancio dei settori produttivi, a partire dalla sburocratizzazione, ma anche iniettando nuove risorse – ha sottolineato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini -. Burocrazia inutile che ha rallentato tutto e colpito le nostre aziende in maniera significativa. Ci vuole un’iniezione di nuove risorse economiche. Investire in digitalizzazione e innovazione e con agricoltura precisione per quanto riguarda il nostro settore. Servono nuove risorse per internazionalizzazione e in questo momento diventa fondamentale diversificare i mercati. Dobbiamo diventare più competitivi abbassando costi imprese”.

“Dinanzi alla decisione Usa è di vitale importanza evitare mosse avventate. Va messa in in campo la diplomazia”,  ha aggiunto il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo.  “L’Italia e l’Europa – conclude Gesmundo – devono portare avanti il dialogo poiché la logica dei dazi e controdazi ha dimostrato nel tempo di essere miope e controproducente per tutti”.

Leggi anche: Quanto incideranno i dazi sull’export del cibo Made in Italy?

Rischio aumento dell’italian sounding

I dazi annunciati metteno a rischio l’export italiano in un mercato strategico che cresce a doppia cifra, agendo sia nella catena del volume che del valore.

Il forte rischio connesso a quello dei dazi è, infatti, rappresentato dall’italian sounding che ad oggi vale 40 mld euro e che rischia di aumentare nel prossimo futuro.

L’applicazione dei dazi sui prodotti agroalimentari oltre a causare un aumento dei prezzi negli scaffali Usa, rischia di dirottare i consumatori su prodotti contraffatti e dal costo minore, a partire dai prodotti simbolo del made in Italy, dai formaggi al vino fino all’olio ed ai salumi.

I dazi di Trump, Paese per Paese

Ecco la lista dei dazi più significativi annunciati dal presidente Donald Trump. Con l’eccezione significativa di Canada e Messico, per ora esenti dai dazi reciproci ma soggetti ai dazi selettivi del 25% su alcuni beni già annunciati nei giorni scorsi: Cina 34%, Ue 20%, Svizzera 31%, Regno Unito 10%, Giappone 24%, India 26%, Corea del Sud 25%, Indonesia 32%, Cambogia 49%, Thailandia 36%, Taiwan 32%.

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