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Per i settori dell’acqua e dell’ambiente l’integrazione tra gli aspetti economico-finanziari e ESG rimane strategica, nonostante l’incertezza creata dai recenti interventi per rinviare gli obblighi (“stop the clock”) e rivedere il perimetro delle imprese obbligate (Omnibus)

E’ quanto emerge dal Positio Paper “La nuova Direttiva CSRD: dall’intenzione all’azione, IRO e strumenti operativi” di Laboratorio Ref Ricerche, secondo cui la gestione degli impatti, dei rischi e delle opportunità (IRO) introdotta dai nuovi criteri di rendicontazione ESRS con la Direttiva CRSD avrà un ruolo sempre più centrale nella governance aziendale.

Le novità di materia di Corporate Sustainability Reporting

Nel settembre 2024 il nostro Paese ha recepito, con il Decreto Legislativo 6 settembre 2024 n. 125, la Direttiva Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) che si pone come pietra miliare del nuovo paradigma sulla disclosure degli aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG) delle attività economiche nell’ecosistema dell’Unione Europea (UE).

Infatti, la CSRD è nata con l’obiettivo nobile di migliorare la trasparenza e la comparabilità delle informazioni relative alla sostenibilità, permettendo agli stakeholder, tra cui consumatori e investitori, di accrescere la propria consapevolezza e adottare decisioni informate.

Tuttavia, a febbraio 2025 la Commissione europea ha adottato un pacchetto di proposte – Omnibus – al fine di ridurre gli oneri amministrativi per le imprese, soprattutto le PMI, semplificando la normativa UE in vari ambiti, tra cui informativa sulla finanza sostenibile e l’impegno ad agire con cura, attenzione e prudenza nelle valutazioni afferenti alla sostenibilità e la Tassonomia UE (Due Diligence). 

Doppia materialità e valutazione di impatti, rischi e opportunità

Gli standard di rendicontazione European Sustainability Reporting Standards (ESRS) rappresentano una novità significativa nell’ambito della rendicontazione aziendale di sostenibilità e introducono dei concetti importanti nell’ottica di rafforzare la qualità e la robustezza delle informazioni ESG.

Un aspetto chiave introdotto dal nuovo framework è l’analisi di doppia materialità o doppia rilevanza, che rappresenta un passo fondamentale nella determinazione delle informazioni da rendicontare nel reporting di sostenibilità.

La doppia materialità è data dalle valutazioni emerse dall’analisi di materialità d’impatto e dall’analisi di materialità finanziaria: le aziende saranno chiamate a indicare le informazioni che sono rilevanti sia dal punto di vista dell’impatto della propria attività verso l’esterno, con una prospettiva “inside-out”, sia da quello finanziario, con una prospettiva “outside-in”, ovvero stimando come i fattori esterni (es. rischi dei cambiamenti climatici) possano impattare sugli aspetti economico-finanziari e patrimoniali dell’azienda.

Il processo di valutazione della materialità è analizzato nel documento EFRAG IG 1 – Materiality assessment, la prima delle tre linee guida per l’attuazione degli standard ESRS pubblicate da EFRAG.

I sei principali step per le aziende

Le imprese dovranno implementare nel processo di valutazione della doppia rilevanza i seguenti sei step: 1) Promuovere processi e governance adeguati; 2) Comprensione del contesto interno ed esterno; 3) Coinvolgimento degli stakeholder; 4) Identificazione degli IRO; 5) Valutazione della rilevanza degli IRO; 6) Rendicontazione della materialità.

La CSRD ha quindi ampliato significativamente il concetto di materialità, rendendo obbligatoria l’integrazione della materialità finanziaria. Questo approccio permetterebbe alle organizzazioni di condurre valutazioni più approfondite sulla sostenibilità, integrando in modo più efficace i criteri ESG all’interno del modello di business, soprattutto in termini di adattamento alle sollecitazioni esterne.

Impatti, rischi e opportunità (IRO): quali strumenti?

Secondo il position paper è necessario un approccio al risk management in un’ottica di lungo termine per prendere consapevolezza dei rischi e delle ricadute su strategie, obiettivi e performance aziendali e assumere, conseguentemente, le decisioni più opportune per accrescere la capacità dell’organizzazione aziendale di rispondere alle minacce future.

La CSRD, e prima ancora la Task Force on Climate-Related Financial Disclosures (TCFD)  (su base volontaria), hanno formalizzato un legame già evidente da tempo: la gestione dei rischi e gli aspetti ESG sono strettamente interconnessi e non possono più essere affrontati separatamente.

Diventa quindi imprescindibile superare l’approccio limitato alla gestione dei soli rischi economici, integrando un’analisi approfondita dei rischi legati alle dimensioni ambientale, sociale e di governance sulla gestione aziendale.

Nello specifico, l’analisi di doppia rilevanza richiede un’analisi strutturata degli IRO aziendali basata su un approccio integrato che tocca trasversalmente diversi strumenti di valutazione: Modello di business; Due Diligence; Analisi della value chain; Pianificazione di sostenibilità; Sistemi di gestione dei rischi (Enterprise Risk Management – ERM e Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D.Lgs. 231/2001); Sistemi di gestione dei reclami.

Questi strumenti rappresentano elementi chiave per la gestione degli IRO, in quanto consentono di affrontarli in modo efficace, attraverso la prevenzione degli impatti negativi, la mitigazione dei rischi e la valorizzazione delle opportunità di sostenibilità.

Governance della sostenibilità: necessarie competenze e nuovi processi informativi

Nei nuovi standard ESRS l’aspetto della Governance svolge un ruolo centrale. Per promuovere una solida cultura della sostenibilità, è fondamentale il ruolo attivo sia dei vertici aziendali che dell’intera forza lavoro.

In quest’ottica, l’integrazione della sostenibilità nelle strategie e nei processi aziendali richiede l’attivazione di adeguati meccanismi di governance e di coordinamento, l’elaborazione di sistemi incentivanti, una chiara definizione delle responsabilità e un investimento nell’inserimento di figure specializzate e competenti.

Risulta inoltre essenziale lo sviluppo di percorsi formativi dedicati, affinché gli IRO vengano gestiti in modo trasversale e integrato all’interno dell’organizzazione. Lo step successivo è rappresentato dalla collaborazione con le risorse preposte alla gestione dei rischi al fine di integrare la materialità d’impatto e la materialità finanziaria con i rischi già mappati.

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Essenziale una valutazione olistica degli IRO

Una valutazione olistica degli IRO aziendali è essenziale, poiché da una parte gli impatti negativi e i rischi legati alla sostenibilità possono compromettere l’operatività, le performance e la resilienza dell’organizzazione, dall’altra parte gli impatti positivi e le opportunità possono generare vantaggi competitivi, attraverso il miglioramento dell’efficienza operativa, la riduzione dei costi, il rafforzamento della resilienza e un incremento del valore reputazionale.

Per garantire una sinergia operativa aziendale, si devono integrare e coordinare i flussi informativi tra l’area di sostenibilità e quella del risk management, in un’ottica di doppia rilevanza. Solo attraverso un’integrazione profonda della sostenibilità nel proprio modus operandi le aziende potranno trasformare la complessità degli IRO in un vantaggio competitivo.

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