- 08/07/2024
- Redazione
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La Giornata internazionale del Mar Mediterraneo che si celebra oggi è stata istituita proprio per ricordarci che l’acqua è una risorsa finita e il mare è un microcosmo a rischio
Celebrare il Mar Mediterraneo nella giornata internazionale a lui dedicata, vuol dire anche approfittare di una ricorrenza come questa per prendere coscienza delle minacce a cui il Mare Nostrum è sottoposto in maniera sempre più forte, e noi con lui.
Come annuncia oggi il WWF, ben l’87% del Mar Mediterraneo ha problemi di inquinamento, soprattutto legati a metalli tossici, sostanze chimiche industriali e rifiuti di plastica.
A causa dell’inquinamento non solo del mare ma anche delle acque dolci, dell’aria e del suolo, la salute degli esseri umani è messa sempre più a rischio. Negli ultimi due decenni i decessi causati dalle moderne forme di inquinamento (atmosferico e da sostanze chimiche tossiche) sono aumentati del 66%, fino a raggiungere i 9 milioni di morti l’anno, il che rende l’inquinamento il principale fattore di rischio ambientale per malattie e morti premature a livello mondiale.
I pericoli principali
I pericoli principali per gli organismi viventi marini e i loro habitat sono l’inquinamento e lo sfruttamento delle risorse causate dalle azioni dell’uomo che mettono costantemente a rischio la biodiversità marina.
Se si considera che solo il Mediterraneo, pur avendo una superficie pari a circa l’uno per cento di quella di tutti gli oceani e che ospita oltre 12.000 specie marine, ovvero tra il 4 e 12% della biodiversità marina mondiale, si capisce perché è così importante la protezione dei nostri mari.
Senza il mare non ci sarebbe vita sulla Terra, le acque regolano il clima del nostro pianeta, producono ossigeno, forniscono nutrimento e sono fonte di sussistenza per centinaia di milioni di essere umani.
Come si protegge il Mar Mediterraneo?
Per tutelare i nostri mari occorre intraprendere varie azioni diverse e tutte ugualmente importanti. Per prima cosa è necessario raccogliere i rifiuti, sia quelli in mare, che quelli sulla spiaggia ed evitare di lasciarne altri iniziando a ragionare sul fatto che tutti i rifiuti che lasciamo a terra, prima o poi finiranno in acqua.
Un altro modo per tutelare la biodiversità marina consiste nel mangiare pesce povero, senza eccedere nelle quantità, e variare le specie che si consumano, acquistando il pesce direttamente al porto o in piccole pescherie locali, a patto che ci sia chiarezza sulla tracciabilità.
Un aiuto concreto può essere dato anche partecipando alle giornate di pulizia delle spiagge che vengono organizzate da molte amministrazioni locali o iscrivendo i propri figli ai campi estivi eco-friendly.
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Cosa sta facendo ISPRA
Il Mediterraneo è un mare di meraviglie, storia, cultura e bellezza da proteggere e valorizzare. Con il progetto MER (Marine Ecosystem Restoration) del PNRR, goccia dopo goccia, ISPRA sta costruendo un laboratorio per mappare, restaurare e tutelare uno degli ecosistemi marini più ricchi – e più fragili – del nostro pianeta con l’obiettivo di custodirne la biodiversità e consegnarla alle future generazioni.
La mappatura degli habitat costieri è già in cantiere grazie al sensore LiDAR, uno dei pilastri su cui si fonda questo programma che intende tracciare i fondali marini su 7.500 km di costa, censendo oltre 70 monti sottomarini e indagando aree remote e sconosciute.
Altra punta di diamante è la nuova nave oceanografica, frutto di un lavoro congiunto svolto grazie alla preziosa collaborazione con la Marina Militare, che sarà in grado di svolgere attività di monitoraggio in acque profonde.
Ispra ha, inoltre, avviato anche la rimozione delle reti fantasma, con il coinvolgimento di subacquei specializzati e strumentazioni avanzate, per proteggere flora e fauna locali.
E ancora, ha lanciato l’iniziativa del ripopolamento delle ostriche piatte europee in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. Nei “parchi riproduttori” sono state già ottenute 300.000 larve e l’obiettivo è arrivare a un milione da destinare all’allevamento.
In fase di sviluppo, poi, una rete di comunicazione wireless sottomarina, unica nel Mediterraneo, per il monitoraggio ambientale negli impianti offshore di piscicoltura e molluschicoltura del golfo di Follonica.
A supporto delle attività di monitoraggio, ISPRA sta realizzando l’Unità Mobile di Ricerca Oceanografica (UMRO) un furgone sentinella, per monitorare lo stato del mare, il campo di correnti superficiali e la misurazione della profondità dei fondali costieri.













































































































































































































