- 06/02/2025
- Redazione
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La nuova relazione della Commissione evidenzia la persistente necessità di un’urgente azione globale per il clima per limitare l’aumento della temperatura
E’ quanto emerge dalla relazione 2024 sulle Prospettive globali in materia di energia e clima, pubblicata dal Centro comune di ricerca della Commissione europea che evidenza come rimanga urgentemente necessaria un’azione a livello mondiale per limitare l’aumento della temperatura ed evitare gli effetti più estremi dei cambiamenti climatici.
Pubblicati annualmente dal 2015, i rapporti GECO sono una fonte di previsioni globali sull’energia e sulle emissioni che aiutano i responsabili politici a comprendere l’azione necessaria per raggiungere gli obiettivi climatici.
Cosa emerge dalla relazione
Il 2025 deve essere un anno di azione accelerata per il clima globale secondo il nuovo Global Climate and Energy Outlook (GECO) 2024. Il rapporto rileva che le più grandi economie del mondo – collettivamente conosciute come il G20 – non sono sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale “ben al di sotto” 2 gradi entro la fine del secolo.
Ciò è in contrasto con l’impegno di tutte le parti dell’accordo di Parigi a limitare l’aumento delle temperature medie globali. Fondamentalmente, i paesi si sono anche impegnati a perseguire gli sforzi per limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi per evitare gli effetti più estremi dei cambiamenti climatici. Il rapporto indica un divario significativo di ambizione per raggiungere questo obiettivo globale.
Il rapporto spiega che gli attuali impegni nazionali (contributi determinati a livello nazionale, o NDC)) e gli impegni a lungo termine sono ancora insufficienti per limitare il riscaldamento a 1,5 gradi entro il 2100.
Le emissioni globali raggiungeranno il picco in questo decennio, prima di iniziare a ridursi, mettendo il mondo in rotta per un aumento della temperatura media globale di 2,6 gradi – 2.8°C entro il 2100 rispetto alle politiche attualmente attuate. Se però, i paesi attuassero pienamente i loro obiettivi NDC, questo aumento potrebbe essere limitato a 2,3 gradi °C e, a seconda degli impegni di decarbonizzazione della metà del secolo, potrebbe ridurlo ulteriormente a 1,8 gradi.
Tuttavia, per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, il mondo deve ridurre le emissioni di gas serra del 56% rispetto ai livelli del 2022 entro il 2035, con una riduzione fino al 90% entro il 2050.

L’urgenza di raggiungere questi obiettivi NDC il prima possibile è stata posta a nudo dal recente rapporto del servizio Copernicus sui cambiamenti climatici, che ha mostrato che il 2024 è stato l’anno più caldo nei record di temperatura globali risalenti al 1850, e il primo anno solare con anomalie della temperatura media globale che raggiungono 1,6 gradi °C sopra i livelli preindustriali.
Ognuno degli ultimi 10 anni (2015-2024) è stato uno dei 10 anni più caldi mai registrati. Questo rapido aumento delle temperature globali ha portato a significativi impatti negativi in tutto il mondo. Ad esempio, l’anno scorso ha visto eventi meteorologici estremi in tutto il mondo – tra cui devastanti incendi in California e inondazioni a Valencia – esacerbati dai cambiamenti climatici.
Come agire?
Ogni paese deve raggiungere almeno il 50% di produzione di energia elettrica non fossili e garantire che l’elettricità rappresenti almeno il 35% del loro consumo totale di energia. I paesi dovrebbero anche implementare la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) per gestire circa il 5-20% delle emissioni industriali, massimizzando l’assorbimento del carbonio attraverso l’uso del suolo e la gestione forestale.

Quest’anno tutti i paesi firmatari dell’accordo di Parigi sono tenuti a pubblicare i rispettivi piani nazionali per il clima entro il 2035. La nuova relazione annuale del GECO giunge, dunque, nel momento giusto in quanto offre una solida base scientifica ai responsabili delle politiche in materia di clima in tutto il mondo, valuta gli impegni assunti dai piani nazionali per il clima dei firmatari dell’accordo di Parigi e stabilisce parametri di riferimento globali per il periodo successivo al 2030.



















































































































































































































