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Vino italiano: un bilancio 2023 caratterizzato da luci e ombre. Confermata la crescita di attenzione dei consumatori verso la sostenibilità

E’ quanto emerge dall’edizione 2024 dell’Annual Report Valoritalia, presentato a Roma, negli spazi di Casina Valadier. Il report, firmato da Valoritalia, società leader in Italia per il controllo e la certificazione del vino tricolore riporta analisi e dati relativi a 219 denominazioni di origine, che rappresentano il 56% della produzione nazionale dei vini di qualità e oltre due miliardi di bottiglie collocate sul mercato.

La sostenibilità come asset imprescindibile per le strategie di marketing

Un altro segnale del dinamismo delle imprese vitivinicole italiane emerge dalle inchieste sul valore attribuito alle certificazioni da imprese vitivinicole e consumatori che, da qualche anno, Valoritalia commissiona a Nomisma-Wine Monitor.

Dai risultati dell’ultima indagine, conclusa da pochi giorni e con un focus su Svezia e Norvegia, viene confermata, in particolare, la crescita di attenzione dei consumatori verso la sostenibilità, che unisce tutela ambientale e rispetto dei valori etici e sociali.

Le imprese vitivinicole italiane mostrano di aver compreso molto bene la domanda dei consumatori. Infatti, i dati della survey hanno evidenziato come il 93% delle imprese italiane consideri la sostenibilità un tema fondamentale per le loro strategie di sviluppo.

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Il vino italiano: scenari e prospettive

Entrando nel dettaglio della sesta edizione del report, il 2023 ha evidenziato andamenti contrastanti. Mentre, infatti, si è assistito da un lato alla sorprendente performance realizzata dai vini IGT con una crescita annua del 16,5%, equivalente a oltre 97,6 milioni di bottiglie; dall’altro, le DOC hanno registrato un calo degli imbottigliamenti del 2,8% e le DOCG un calo addirittura superiore, pari all’8%.

Prestazioni divergenti che hanno condizionato il bilancio economico finale dell’anno, poiché la crescita dell’IGT non è riuscito comunque a far fronte alle perdite delle altre tipologie. Di conseguenza, il risultato economico finale è stato negativo per l’1,3%.

Tuttavia, il primo quadrimestre del 2024 mostra alcuni segnali positivi, perché i volumi dell’imbottigliato sono cresciuti dell’1,1% sullo stesso periodo dell’anno precedente e dato ancor più significativo è il fatto che la ripresa ha interessato DOC e DOCG, cioè il vertice della piramide qualitativa della nostra viticultura. Un andamento non sufficiente a confermare una definitiva inversione di tendenza, ma che fa ben sperare per il futuro.

«Sul piano strettamente quantitativo, lo scorso anno le nostre imprese hanno realizzato una crescita nei volumi di imbottigliato pari allo 0,54%, che sale al 2,8% se raffrontata alla media dei tre anni precedenti. Una crescita piccola ma da non sottovalutare, soprattutto se si tiene conto del contesto economico internazionale. Tuttavia al piccolo incremento dei volumi ha purtroppo corrisposto una riduzione del valore economico dell’imbottigliato, dovuto alle performance che hanno caratterizzato le differenti tipologie di prodotto. Un bilancio complessivo non dei più favorevoli, ma certamente contenitivo dei danni e decisamente più positivo rispetto la maggior parte dei nostri competitor, a dimostrazione, ancora una volta, della grande adattabilità del sistema produttivo italiano anche di fronte alle condizioni più difficili» è quanto ha sottolineato Francesco Liantonio, Presidente di Valoritalia.

Le certificazioni: una risorsa per migliorare il ranking bancario

Sul tema della sostenibilità è intervenuto anche Emanuele Fontana, Head of Agribusiness di Crédit Agricole, che ha messo in evidenza i mutamenti in atto anche nel sistema bancario.

Gli indicatori ESG, in un orizzonte di medio/lungo termine, assumeranno sempre più importanza, sia per l’impatto a livello di settori economici sia per la correlazione positiva tra performance economica dell’impresa e indicatori elevati di natura ESG.

La correlazione tra rischio di credito e Sostenibilità ESG è una relazione attesa che si consoliderà nel medio-lungo periodo, fondamentale per lo sviluppo futuro delle produzioni vitivinicole e dell’agricoltura in generale. Le metriche e i prodotti recentemente messi a punto da Crédit Agricole infatti, mirano a incentivare pratiche sostenibili e a migliorare la performance ESG delle aziende agricole.

«In quest’ottica assume un valore sempre più tangibile il lavoro svolto dalla nostra struttura – ha sottolineato Giuseppe Liberatore, Direttore Generale Valoritalia – Il nostro compito è fornire garanzie a operatori e consumatori sul rispetto delle procedure e degli standard previsti dalle norme. Ogni anno noi certifichiamo oltre 2 miliardi di bottiglie riferibili a circa 92.000 operatori e destinate ai mercati di tutto il mondo; garantiamo la loro completa tracciabilità verificando oltre 800 mila movimenti; gestiamo direttamente più di 8.000 visite ispettive, in vigna e in cantina, e 13 mila commissioni di assaggio. È questa capillarità nelle verifiche a garantire il mercato; un impegno che assicuriamo anche per gli altri standard di certificazione sui quali siamo impegnati, a partire da quelli di sostenibilità come Equalitas e EquiPlanet.»

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