- 17/06/2024
- Redazione
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I ministri dell’Ambiente europei hanno dato il via libera finale alla legge sul ripristino della natura
Dopo mesi di stallo, i ministri dell’Ambiente hanno confermato l’accordo con l’Eurocamera sul regolamento proposto a giugno 2022 dalla Commissione europea per ripristinare le aree naturali già degradate, uno dei pilastri del Green Deal.
Come si è arrivati all’approvazione finale
Il via libera di oggi è stato possibile grazie al cambio di posizione del governo austriaco, che aveva inizialmente dichiarato l’intenzione di astenersi, per poi annunciare ieri il voto a favore.
Con il sì di Vienna è stato possibile raggiungere la maggioranza qualificata in seno al Consiglio, che si ottiene quando a votare a favore sono almeno 15 Stati dell’Ue (su 27) che rappresentano almeno il 65% della popolazione.
L’Italia ha votato contro insieme a Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia e Svezia, mentre solo il Belgio si è astenuto.
Cosa prevede la Nature restoration law
La legislazione pionieristica mira a ripristinare almeno il 30 per cento delle aree terrestri e marine dell’Unione entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.
La novità sta proprio nel puntare sul ripristino delle aree danneggiate e non solo nella salvaguardia di quelle ancora intatte e procederà per gradi. Il 30 per cento di ogni ecosistema dovrà essere oggetto di misure di ripristino entro il 2030, il 60 per cento entro il 2040 e il 90 per cento entro il 2050.
Leggi anche: Cosa prevede la legge approvata dal parlamento europeo sul ripristino della natura?
Un freno per garantire la sicurezza alimentare
L’accordo finale prevede di fatto un freno di emergenza per andare incontro alle preoccupazioni manifestate sulla sicurezza alimentare, fissando al 2033 la data per la Commissione per rivedere e valutare l’applicazione del regolamento e il suo impatto sui settori agricolo, della pesca e forestale.
Inoltre la Commissione ha il potere di sospendere fino a un anno l’attuazione delle norme relative agli ecosistemi agricoli in caso di “gravi conseguenze a livello comunitario per la sicurezza alimentare“.
I prossimi passi
Il regolamento ora verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore, diventando direttamente applicabile in tutti i Paesi membri.
Secondo le nuove regole, sono proprio i singoli Paesi ad essere responsabilizzati, dovendo presentare alla Commissione i loro Piani nazionali per il ripristino della natura, documentando le modalità per raggiungere gli obiettivi comunitari.
Devono, inoltre, monitorare e riferire sui propri progressi sulla base di indicatori di biodiversità a livello Ue.



















































































































































































































