- 15/04/2025
- Redazione
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La qualità dell’aria sta migliorando costantemente in tutta Europa, e la maggior parte delle stazioni di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico raggiungono gli attuali limiti annuali UE
E’ quanto emerge dall’analisi dei dati sulla qualità dell’aria dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) per il 2023 e il 2024, secondo cui, tuttavia, saranno necessarie ulteriori misure per migliorare la qualità dell’aria, soprattutto nelle città, per soddisfare pienamente gli attuali standard UE e i futuri standard sulla qualità dell’aria recentemente concordati entro il 2030.
Cosa emerge dall’analisi
Gli ultimi dati raccolti dalle stazioni di monitoraggio hanno mostrato in particolare che gli standard UE sono stati ampiamente rispettati per il particolato fine (PM2.5) (99% delle stazioni) e per il biossido di azoto (NO2) (98% delle stazioni), due inquinanti atmosferici significativamente nocivi.
Ciononostante, i livelli indicati dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non sono ampiamente rispettati in Europa e l’inquinamento atmosferico rimane il principale rischio ambientale per la salute nella regione, causando malattie, abbassando la qualità della vita e portando a decessi prevenibili.
La Direttiva UE sulla qualità dell’aria riveduta inasprisce significativamente gli standard di qualità dell’aria, allineandoli maggiormente alle raccomandazioni dell’OMS. Il rapporto di quest’anno include anche un’analisi dei dati più recenti rispetto a questi standard UE più rigorosi che devono essere rispettati entro il 2030.
Rischio per la salute
La qualità dell’aria in Europa è migliorata significativamente negli ultimi decenni per la maggior parte degli inquinanti, ma ci sono ancora zone dell’UE con concentrazioni di inquinanti che superano gli attuali standard UE e i valori guida più rigorosi dell’OMS.
Il più significativo di questi inquinanti è il particolato fine (PM2.5). Dal 2011, tutti i paesi hanno ridotto l’esposizione della popolazione urbana al particolato PM2.5, l’inquinante più dannoso dal punto di vista sanitario. Tuttavia, la stragrande maggioranza (94%) della popolazione urbana dell’UE rimane ancora esposta a concentrazioni di PM2.5 superiori ai valori guida dell’OMS, evidenziando la necessità di misure aggiuntive per ridurre i rischi per la salute associati.
Se confrontato con i livelli guida dell’OMS, il numero di siti di monitoraggio nel 2023 in cui la qualità dell’aria è considerata sicura per la salute era relativamente basso, in particolare per PM2.5 e ozono. Il rischio di impatti sulla salute legato a questi inquinanti include malattie respiratorie e cardiovascolari.
Secondo il rapporto dell’AEA, il raggiungimento dei limiti UE recentemente rivisti, richiesti entro il 2030, contribuirà a ridurre questi impatti sulla salute e ad avvicinare i livelli di qualità dell’aria ai valori guida dell’OMS nei prossimi anni.
Progressi verso il 2030
Un’analisi della distanza dall’obiettivo dei dati attuali al valore limite del 2030 ha rilevato che una percentuale significativa di stazioni di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico nel 2023 era già conforme agli standard del 2030 per tutti gli inquinanti, in particolare per il biossido di azoto, dove oltre il 70% delle stazioni presentava concentrazioni inferiori agli standard da rispettare nel 2030.
Per il particolato fine (PM2,5), un numero inferiore di stazioni è sceso al di sotto del valore limite annuale del 2030. Tuttavia, per rispettare questi standard ovunque, e sulla base dei progressi attuali, è probabile che siano necessarie ulteriori misure per migliorare la qualità dell’aria, soprattutto nelle città.



















































































































































































































