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La Commissione UE ha pubblicato le linee guida per proteggere i siti Natura 2000 e garantire una pesca sostenibile nei mari europei entro il 2030

La Commissione europea ha pubblicato nuove linee guida per aiutare gli Stati membri dell’Unione a conciliare in modo efficace la pesca commerciale e ricreativa con la tutela degli ecosistemi marini più preziosi del continente. Il documento rappresenta un passo avanti significativo per la protezione dei siti Natura 2000 in ambiente marino, promuovendo al tempo stesso la sostenibilità del settore della pesca.

L’obiettivo è duplice: rafforzare la protezione della biodiversità marina e garantire la resilienza a lungo termine delle attività di pesca, dalle quali dipendono migliaia di comunità costiere in tutta Europa.

Mari sani, pesca sostenibile

La Commissione sottolinea che la salute dei mari è essenziale per il futuro della pesca europea. Ecosistemi come le barriere coralline, i banchi di sabbia e le praterie di fanerogame svolgono un ruolo fondamentale nella riproduzione e nella crescita di molte specie ittiche. Proteggere questi habitat significa, quindi, non solo conservare la natura, ma anche investire direttamente nella sopravvivenza del settore ittico.

Le linee guida forniscono strumenti pratici per identificare le minacce poste dalle attività di pesca a habitat e specie protette e per individuare le misure di conservazione necessarie, a livello nazionale o europeo. Si tratta di un vero e proprio manuale operativo per aiutare gli Stati membri a:

  • Valutare se e come la pesca influisca sui siti Natura 2000

  • Analizzare gli impatti rispetto agli obiettivi specifici di conservazione di ciascun sito

  • Adottare misure preventive e, se necessario, azioni di ripristino ambientale

Più chiarezza normativa e dialogo con i pescatori

Uno degli aspetti centrali del documento è il miglioramento del dialogo con i pescatori e con le altre parti interessate. Le linee guida mirano infatti a chiarire i requisiti legali e a rafforzare la cooperazione tra autorità pubbliche, operatori del settore e comunità locali. L’obiettivo è coinvolgere attivamente coloro che lavorano sul mare nella gestione e protezione delle aree marine protette.

Inoltre, le nuove indicazioni supportano direttamente le politiche europee già in corso, come la Strategia UE sulla biodiversità per il 2030 e il Piano d’Azione per l’Ambiente Marino, contribuendo a un approccio più coerente e integrato tra politiche ambientali e attività economiche.

Una rete in crescita, ma fragile

Natura 2000 è la più grande rete di aree protette al mondo. Attualmente, nei mari europei ci sono oltre 3.000 siti marini Natura 2000, che coprono più del 9% della superficie marina totale dell’Unione. Si tratta del principale contributo dell’UE all’obiettivo, fissato per il 2030, di proteggere legalmente almeno il 30% delle sue acque marine.

Tuttavia, molti di questi siti sono stati istituiti in zone dove la pesca è storicamente presente, e dove spesso continua senza regolamentazioni adeguate. Le nuove linee guida aiutano a definire quando e come tali attività devono essere modificate o limitate, secondo quanto previsto dalla Direttiva Habitat, che insieme alla Direttiva Uccelli costituisce il quadro giuridico alla base di Natura 2000.

Leggi anche: I mari europei non stanno bene. A rischio la sostenibilità dell’industria europea della pesca

Verso una convivenza equilibrata

In definitiva, la Commissione europea invita gli Stati membri a considerare la conservazione marina non come un ostacolo, ma come un’opportunità. La protezione degli habitat e delle specie non è in contrasto con la pesca: al contrario, è una condizione necessaria per il suo futuro.

Con queste nuove linee guida, Bruxelles punta a favorire una gestione condivisa, trasparente e lungimirante, in grado di garantire mari più sani, pescatori più forti e comunità costiere più resilienti.

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