- 08/10/2025
- Redazione
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Regolazione incentivante e perdite idriche: il modello italiano tra premi, penalità e sfide UE per una gestione sostenibile dell’acqua
In un contesto in cui i cambiamenti climatici rendono l’acqua una risorsa sempre più preziosa e vulnerabile, la lotta contro le perdite idriche lungo le reti di distribuzione è diventata un obiettivo strategico per l’Italia e per l’Unione Europea.
Non si tratta più soltanto di efficienza tecnica, ma di sicurezza idrica, resilienza e sostenibilità. In questo scenario, l’Italia si distingue per un sistema avanzato di regolazione basato su incentivi, premiando i gestori virtuosi e penalizzando le inefficienze. Una strategia che oggi viene guardata con interesse anche a livello europeo.
E’ quanto rileva il Position Paper Il ruolo della regolazione incentivante per favorire il contenimento delle perdite idriche pubblicato da Laboratorio Ref Ricerche.
Un indicatore sotto i riflettori
Da anni, la riduzione delle perdite idriche è al centro del dibattito pubblico, diventando – forse in maniera impropria – un indicatore simbolico dello stato di salute della gestione idrica nazionale. Non a caso, la Commissione Europea ha inserito questo tema tra le priorità: entro gennaio 2026 tutti gli Stati membri dovranno monitorare i propri livelli di perdita, e due anni dopo sarà fissata una soglia massima, oltre la quale scatteranno obblighi di intervento.
Ma come si misura una perdita? E quali strumenti regolatori servono per affrontarla in modo efficace? Su questo terreno, l’Italia ha fatto scuola.
Il modello italiano: incentivi, classi e premi
Dal 2017, con la delibera 917/2017, l’ARERA – l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente – ha introdotto un sistema strutturato per valutare le performance tecniche dei gestori del servizio idrico. Due sono gli indicatori chiave: le perdite lineari (litri persi per chilometro di rete al giorno) e le perdite percentuali (rapporto tra acqua persa e totale gestito).
A questi si accompagna un meccanismo di regolazione incentivante: ogni gestore viene classificato in una delle cinque classi di efficienza, con obiettivi personalizzati e progressivi. Se raggiunge (o supera) i target, riceve un premio economico; in caso contrario, scatta una penalità. Non solo: premi e sanzioni scattano anche in base al confronto tra gestori, attraverso una classifica nazionale stilata con tecniche oggettive come la metodologia TOPSIS.
I numeri parlano chiaro: dal 2018 al 2023, la copertura del sistema è arrivata a interessare quasi il 90% della popolazione servita, e nell’ultimo ciclo di valutazione sono stati distribuiti 155 milioni di euro in premi e 22,5 milioni in penalità. Un segnale che il sistema incentiva davvero i miglioramenti.
Europa e ILI: una sfida aperta
Nel frattempo, a Bruxelles si discute quale debba essere l’indicatore di riferimento per confrontare le perdite a livello europeo. La Commissione ha suggerito l’uso dell’Infrastructure Leakage Index (ILI), riconosciuto a livello internazionale, ma poco utilizzato in Europa. La maggior parte dei Paesi – Italia compresa – adotta invece indicatori più semplici e consolidati, come le perdite percentuali.
C’è un paradosso: la Commissione chiede l’uso dell’ILI, ma continua a comunicare i dati ufficiali in termini percentuali. Anche per questo, l’Italia ha deciso di non seguire questa strada, affidando ad ARERA il compito di monitorare le perdite con gli strumenti già in uso.
Non è una scelta casuale: gli obiettivi del PNRR sono direttamente collegati alla riduzione delle perdite percentuali (con l’ambizioso traguardo del 35% entro marzo 2026). Legare i finanziamenti pubblici alla performance reale dei gestori è un forte incentivo al miglioramento, senza cambiare indicatori a metà corsa.
I limiti degli indicatori e la proposta di evoluzione
Come sottolinea il professor Andrea Guerrini nel suo approfondimento pubblicato da Focus Acqua, nessun indicatore è perfetto. Le perdite percentuali, ad esempio, sono influenzate dai consumi: a parità di perdite fisiche, se i consumi scendono, l’indicatore peggiora. Le perdite lineari, invece, penalizzano i gestori con reti più corte, anche se efficienti.
Ma riconoscere i limiti non significa smantellare il sistema, bensì raffinarlo. Guerrini propone di introdurre nuove modalità di analisi che “depurino” gli indicatori dagli effetti distorsivi, mantenendo al tempo stesso la coerenza del sistema attuale. Tra le proposte: rivedere le soglie delle classi, introdurre un indicatore correttivo (M1b*), e usare modelli statistici per definire target “personalizzati” in base alle caratteristiche di ogni rete (come altimetria, pressione o densità abitativa).
Un’altra idea è la valutazione economica delle perdite, considerando i costi di potabilizzazione e pompaggio, o addirittura il “costo opportunità” della risorsa dispersa, soprattutto nelle aree a rischio siccità. Una prospettiva affascinante, ma ancora difficile da standardizzare a livello regolatorio.
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Stabilità, coerenza e gradualità
La vera sfida, oggi, è trovare il giusto equilibrio tra innovazione e stabilità. Cambiare gli indicatori in corsa – specialmente in un momento in cui sono collegati a investimenti del PNRR e obiettivi europei – rischierebbe di creare confusione e incertezza per i gestori.
La raccomandazione finale è chiara: procedere con cautela, testando le innovazioni senza stravolgere l’impianto. Il sistema italiano, pur con i suoi limiti, ha dimostrato di funzionare, e oggi rappresenta un possibile modello per l’Europa, che fatica a trovare un approccio condiviso.
In un mondo che si prepara a convivere con scarsità idrica e pressioni ambientali crescenti, l’efficienza nella gestione dell’acqua non è più una virtù opzionale, ma una necessità. L’Italia, con il suo sistema di regolazione incentivante, mostra che una buona governance può fare la differenza – soprattutto quando è capace di misurare, premiare e correggere.













































































































































































































