- 04/02/2024
- Redazione
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In forte aumento anche salinità dell’oceano e stratificazione delle acque. Record di temperatura anche per il Mediterraneo.
Nel 2023, la temperatura delle acque oceaniche, che ricoprono il 70% del pianeta e assorbono circa il 90% del calore causato dal riscaldamento globale, è aumentata di un valore compreso tra i 9 (secondo il calcolo NOAA) e i 15 (calcolo di IAP-CAS) ZettaJoule rispetto al 2022 nello strato compreso tra 0 e 2000 metri di profondità. Per avere un’idea, 1 ZettaJoule equivale al doppio della quantità di energia che alimenta ogni anno l’economia mondiale.
E’ quanto emerge dallo studio “New Record Ocean temperatures and related climate indicators in 2023” pubblicato sulla rivista “Advances in Atmospheric Science” e condotto da un team internazionale di scienziati, coordinato da IAP-CAS (Istituto di fisica dell’atmosfera dell’Accademia Cinese delle Scienze) e composto da scienziati statunitensi del NCEI-NOAA (Centri nazionali per le informazioni ambientali della National Oceanic and Atmospheric Administration), neozelandesi, francesi e, per l’Italia, da Simona Simoncelli dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e Franco Reseghetti dell’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA).
Anomalie molto forti sono state riscontrate anche nelle temperature superficiali dell’oceano, con valori inaspettati riconducibili in questo caso, oltre che al riscaldamento globale, anche alle fluttuazioni termiche a breve termine dell’Oceano Pacifico dovute alla transizione dei fenomeni La Niña e El Niño, a partire da maggio 2023.
Figura 1: Contenuto termico progressivo dell’oceano dalla fine degli anni ’50, in base ai due set di dati utilizzati nello studio. La linea di riferimento corrisponde alla temperatura media dell’oceano calcolata nel periodo 1981-2010 e viene mostrata la differenza rispetto a questo valore. Le barre blu indicano acque più fredde rispetto alla media del periodo 1981-2010, mentre le barre in rosso rappresentano acque più calde. Il grafico superiore mostra i risultati di IAP, quello inferiore di NOAA.
Le acque complessivamente più calde prodotte dalla combinazione di questi fattori possono modificare l’andamento meteorologico a livello mondiale. In particolare, la variazione di precipitazioni atmosferiche e l’evaporazione delle acque superficiali alterano la salinità dell’oceano, per cui le aree salate continuano a divenire sempre più salate e le aree con acqua più dolce continuano a diminuire la loro salinità, con conseguenze dirette sulla vita marina, sulle correnti oceaniche e sulle interazioni con l’atmosfera.
Le acque meno dense, calde e meno salate tendono a rimanere in superficie e non sono in grado di trasportare calore, anidride carbonica e ossigeno alle acque più profonde, con gravi conseguenze per la vita animale e vegetale dell’oceano. Si parla, in questo caso, di acque “stratificate”: secondo lo studio appena pubblicato, nell’ultimo anno anche la stratificazione risulta ulteriormente aumentata rispetto al 2022.
Figura 2: Variazione totale della temperatura marina superficiale (Sea Surface Temperature – SST) dal 1955 al 2023 ottenuta dall’analisi dei dati (1 m) del primo livello della griglia IAP/CAS. La linea nera rappresenta il valore annuale e quella rossa il valore mensile. Le anomalie sono sempre relative al periodo di riferimento 1981-2010. La variazione annuale di SST è mostrata nel riquadro interno, con i valori del 2023 mostrati in nero.
A causa delle acque oceaniche più calde e dell’evaporazione delle acque superficiali, calore e umidità in eccesso entrano nell’atmosfera, rendendo le tempeste più violente, con piogge e venti più forti e, quindi, con un maggior rischio di inondazioni, anche sul territorio italiano. In questo scenario globale, il Mar Mediterraneo nel 2023 si è confermato il bacino che si scalda più velocemente tra quelli analizzati nello studio, raggiungendo il valore termico più elevato dall’inizio delle rilevazioni moderne.
Figura 3: Temperatura lungo il transetto MX04 Genova–Palermo (Mediterraneo occidentale) registrata con sonde XBT lanciate da navi d’opportunità e valori medi mensili della temperatura a 400 m dalla boa del Canale di Sicilia. (a) Tracce XBT nel Mar Tirreno e nel Mar Ligure. (b) Grafico Hovmöller delle anomalie medie della temperatura MX04 nel periodo 1999-2023 calcolato sottraendo la linea di base 1981-2010 dei dati IAP/CAS. (c) Valori di temperatura media MX04 calcolati negli strati di 100–700 m, e valori di temperatura media mensile a 400 m dalla boa del Canale di Sicilia, tra il 2004 e il 2023, con le barre di errore che rappresentano le relative deviazioni standard.
Fonte: INGV-ENEA













































































































































































































