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Il 27 settembre 2024 il Consiglio federale della Svizzera ha ratificato una rettifica del confine con l’Italia che sta valutando attentamente le implicazioni di questo spostamento

Il confine tra Italia e Svizzera è stato lievemente modificato a causa dello scioglimento dei ghiacciai che ha modificato la linea di cresta su cui passa il confine italo-svizzero presso il Monte Cervino.

La zona interessata

Negli ultimi anni la fusione dei ghiacciai, dovuta in primo luogo al riscaldamento globale causato anche dalle attività umane, ha modificato sensibilmente la geografia dell’arco alpino rendendo sempre più necessari aggiustamenti ai confini che riguardano l’Italia.

Il cambiamento, dovuto alla progressiva fusione del ghiacciaio Teodulo, riguarda una piccola porzione di territorio sul Monte Cervino (la terza montagna più alta d’Italia) precisamente quella del Plateau Rosa, tra il rifugio Carrel e la Gobba di Rolli, su cui sorgono località sciistiche e turistiche.

Il confine italo-svizzero, infatti, in alcuni punti passa sui crinali dei ghiacciai, invece che sulla roccia, e la riduzione dell’estensione dei ghiacci può provocarne lo spostamento. In questo caso, la fusione del ghiaccio ha infatti modificato la conformazione delle vette, spostando la linea di confine verso l’Italia di circa 100-150 metri.

Le conseguenze ambientali, politiche ed economiche

Questo cambiamento ha importanti implicazioni sia dal punto di vista geologico che politico. Le modifiche al paesaggio montano non si limitano a trasformare il territorio, ma anche a ridefinire le relazioni tra i due stati, già storicamente complesse. 

Al fine di ridurre i contenziosi, spesso i confini sono definiti dalla linea spartiacque delle montagne, cioè da come fluisce l’acqua da una parte o dall’altra di un versante creando bacini idrografici diversi e separati. Lo spartiacque alpino determina buona parte del confine tra Italia, Francia, Svizzera e Austria, con alcune eccezioni dovute a scelte politiche ed eventi storici.

Uno spartiacque può essere relativamente stabile e corrispondere a un crinale di roccia esposta, oppure può essere più dinamico se corrispondente al crinale di un ghiacciaio, di un nevaio o ancora di nevi perenni. In questo secondo caso, la fusione e il ritiro dei ghiacci a causa del cambiamento climatico possono determinare uno spostamento dello spartiacque, che col passare del tempo può diventare di decine o centinaia di metri.

Proprio per questo negli anni passati Svizzera e Italia avevano iniziato a discutere sull’opportunità di rivedere parte dei loro confini, in modo da farli corrispondere al nuovo spartiacque o trovando soluzioni tali da tutelare gli interessi economici delle due parti.

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Il caso del rifugio Guide del Cervino

Lungo il confine, e soprattutto in quella zona, ci sono numerosi impianti sciistici e rifugi, che a seconda dei casi sono entro il confine italiano, quello svizzero o sostanzialmente a metà.

Il Rifugio Guide del Cervino, situato sul versante italiano, si trova al centro della controversia. Tradizionalmente italiano e con menù in italiano, esso rischia ora di essere inglobato sotto l’amministrazione svizzera. L’erosione del ghiacciaio Teodulo, infatti, ha fatto sì che il crinale si sposti verso sud, interessando una delle zone più affollate dai turisti.

Le autorità svizzere hanno approvato unilateralmente una nuova frontiera, basandosi su un accordo del 2008 che permetteva modifiche minori in caso di cambiamenti climatici, ma solo con il consenso delle parti. L’Italia sta valutando attentamente le implicazioni di questo spostamento e, soprattutto, come potrebbe influenzare le attività economiche locali, soprattutto quelle legate al turismo alpino.

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