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Giornata Mondiale dell’Alimentazione: Presentati i risultati del progetto INFP: servono politiche alimentari integrate. FederBio: il biologico è strategico per il futuro del cibo

In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, che quest’anno si celebra con il tema “Mano nella mano per un’alimentazione e un futuro migliori”, il mondo della ricerca, delle istituzioni e della produzione agroalimentare ha lanciato un messaggio chiaro: per garantire a tutti l’accesso a una dieta sana e sostenibile, è necessario agire in sinergia.

Una visione condivisa e rafforzata dalla presentazione a Roma dei risultati finali del progetto “Integrated National Food Policy” (INFP), coordinato dal CREA in collaborazione con l’Università di Bologna, nell’ambito del programma nazionale PNRR ONFOODS.

Cosa emerge dal progetto

L’iniziativa ha evidenziato quanto sia cruciale una politica alimentare nazionale che integri salute, ambiente, agricoltura, economia circolare e sviluppo rurale. Obiettivo: costruire sistemi agroalimentari più resilienti, equi e inclusivi, capaci di sostenere concretamente la diffusione di diete sane e sostenibili (DSS).

Il progetto ha analizzato barriere e opportunità lungo tutta la filiera alimentare – dai comportamenti individuali alla logistica – giungendo a formulare 14 raccomandazioni politiche.

Tra queste: promozione degli approcci agroecologici, valorizzazione delle filiere locali, giusta remunerazione per chi produce, inclusività del mercato e creazione di ambienti alimentari favorevoli a scelte salutari. Particolare attenzione è stata data all’introduzione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) e al ruolo formativo della dieta mediterranea, indicata come base culturale e nutrizionale del modello italiano.

Il ruolo strategico dell’agricoltura biologica

A condividere e rafforzare questa direzione è anche FederBio, che ha colto l’occasione della Giornata per rilanciare l’appello della FAO a trasformare i sistemi agroalimentari in chiave sostenibile. “Non basta garantire cibo sufficiente – sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio – è essenziale che sia nutriente, sano e prodotto nel rispetto dell’ambiente. Salute e benessere dipendono da ciò che portiamo nel piatto. Va quindi accelerata la transizione verso modelli sostenibili sotto il profilo alimentare, sociale, economico e ambientale. Occorre una nuova visione dell’agricoltura e proprio la FAO ha indicato l’approccio agroecologico come l’innovazione strategica che può contribuire al processo di trasformazione verso sistemi alimentari equi, responsabili e sostenibili, che migliorano la produzione e la sicurezza alimentare. Per le sue caratteristiche l’agroecologia rappresenta l’agricoltura del futuro, in grado di nutrire il mondo preservando il Pianeta e le comunità locali del cibo”.

L’agricoltura biologica, infatti, escludendo l’uso di sostanze chimiche di sintesi, si conferma una leva strategica per rigenerare i suoli, aumentare la biodiversità e rafforzare la sicurezza alimentare, riducendo la dipendenza dalle filiere globali e dalle logiche intensive. Un approccio che si sposa perfettamente con la visione agroecologica promossa dalla FAO e ribadita dal progetto INFP.

Evidenze scientifiche: il bio fa bene alla salute

Il valore del biologico non è solo ambientale. A dimostrarlo ci sono anche i dati di un recente studio sperimentale condotto dall’Università di Roma “Tor Vergata”, promosso da FederBio, AssoBio e Consorzio Il Biologico, e sostenuto dal Ministero della Salute.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Microorganisms, ha evidenziato che seguire una dieta mediterranea biologica per quattro settimane è sufficiente a modificare positivamente la composizione del microbiota intestinale, aumentando la presenza di batteri benefici con effetti antinfiammatori, antiossidanti e immunomodulanti.

La fase precedente della ricerca, apparsa su Metabolites, aveva già confermato che una dieta bio stimola il metabolismo energetico e sostiene l’equilibrio immunitario, riducendo l’esposizione a molecole dannose derivate da additivi sintetici.

Meno pesticidi, più tutela per tutti

Scegliere biologico significa anche ridurre l’esposizione ai pesticidi, a vantaggio non solo dei consumatori ma anche dei lavoratori agricoli. È quanto confermano anche gli studi dell’Istituto Ramazzini di Bologna, che con la ricerca Global Glyphosate Study ha consolidato le evidenze scientifiche sui potenziali rischi legati al glifosato, uno degli erbicidi più utilizzati al mondo. Le conclusioni sono in linea con le valutazioni dell’IARC, che da tempo segnala la pericolosità dei GBH (glyphosate-based herbicides).

Leggi anche: Biodiversità in pericolo, per FederBio grazie al biologico si può invertire la rotta

Una sfida condivisa, una transizione necessaria

La Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2025 segna dunque un punto fermo: affrontare le sfide alimentari globali non è più solo una questione tecnica, ma una responsabilità condivisa che chiama in causa produttori, istituzioni, consumatori, ricercatori e distributori. I risultati del progetto INFP e le evidenze portate da FederBio mostrano come la transizione verso un sistema agroalimentare sostenibile non sia solo possibile, ma necessaria.

Dalla politica del cibo all’educazione alimentare, dalla ricerca scientifica alla produzione agricola, è il momento di unire le forze per costruire un futuro dove salute delle persone e salute del pianeta procedano davvero mano nella mano.

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