- 28/10/2025
- Redazione
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Uno studio su Nature Climate Change avverte: entro dieci anni i ghiacciai non riusciranno più a frenare il riscaldamento globale
I ghiacciai di tutto il mondo stanno lentamente perdendo la loro capacità di proteggersi dal caldo. Un nuovo studio internazionale, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Climate Change, lancia l’allarme: nel giro di dieci anni questi giganti di ghiaccio raggiungeranno il limite della loro capacità “refrigerante”.
Da quel momento in poi, il loro scioglimento potrebbe accelerare in modo drammatico.
A dirlo è una ricerca coordinata dall’Institute of Science and Technology Austria (ISTA), con la collaborazione del Consiglio nazionale delle ricerche italiano – in particolare l’Istituto di scienze polari (Cnr-Isp) e l’Istituto di ricerca sulle acque (Cnr-Irsa).
Il gruppo ha sviluppato un modello matematico capace di prevedere quanto a lungo i ghiacciai continueranno a svolgere il loro ruolo di “mitigatori” del clima, cioè di veri e propri condizionatori naturali del pianeta.
I ghiacciai come “condizionatori naturali” del pianeta
I ricercatori hanno analizzato i dati di 350 stazioni meteorologiche installate su 62 ghiacciai in tutto il mondo, raccolti nel corso di 169 campagne estive. Confrontando la temperatura della superficie dei ghiacciai con quella dell’aria circostante, è emerso un quadro preoccupante: entro il prossimo decennio le masse glaciali raggiungeranno il punto massimo della loro capacità di auto-raffreddarsi.
Foto: La stazione meteo di South Col sul Monte Everest, a circa 8000 m di altitudine (credits: Ev-K2-Cnr)
“Raggiunto quell’apice, le temperature superficiali aumenteranno rapidamente, e con esse la velocità di fusione e di ritiro dei ghiacciai”, spiegano i ricercatori Thomas Shaw e Francesca Pellicciotti dell’ISTA.
Il “decoupling” che si sta spegnendo
Finora i ghiacciai sono riusciti a mantenere un microclima più freddo rispetto all’ambiente che li circonda, un fenomeno chiamato decoupling: una sorta di “disaccoppiamento” termico che li ha aiutati a resistere all’aumento delle temperature globali. Ma questo equilibrio è destinato a rompersi.
Secondo le simulazioni, prima della metà del secolo il decoupling finirà, e con esso anche la naturale capacità dei ghiacciai di raffreddare l’aria locale. Da quel momento, la loro fusione diventerà molto più rapida.
“Possiamo dire che i ghiacciai hanno una certa resilienza alla fusione, perché attraverso il raffreddamento dell’aria si difendono dal riscaldamento globale. Ma questo effetto non durerà a lungo”, spiega Franco Salerno, ricercatore del Cnr-Isp.
Un patrimonio fragile e poco monitorato
Il problema, avvertono gli scienziati, è anche la mancanza di dati. In molte regioni montane del pianeta non esistono stazioni di monitoraggio sufficienti per capire come i ghiacciai stanno cambiando.
“Abbiamo un urgente bisogno di ampliare le reti di misurazione, soprattutto nelle aree più remote, per poter prevedere con precisione il futuro di queste risorse idriche cruciali”, sottolinea Nicolas Guyennon, ricercatore del Cnr-Irsa e coautore dello studio.
Perché tutto questo ci riguarda da vicino
La perdita dei ghiacciai non è solo una questione paesaggistica o ambientale: significa anche meno acqua dolce disponibile per milioni di persone e un’accelerazione del riscaldamento globale.
Con il loro graduale “collasso termico”, i ghiacciai non saranno più in grado di svolgere la loro funzione di cuscinetto climatico, aprendo la strada a un aumento più rapido delle temperature e a impatti sempre più estremi su ecosistemi e società.





















































































































































































































