
- 25/04/2025
- Simone Martino
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Una nuova analisi satellitare ha identificato emissioni di metano dalle miniere di carbone australiane superiori del 40% rispetto a quanto riportato ufficialmente
L’analisi del think tank globale sull’energia Ember ha rilevato che gli attuali metodi di rendicontazione non riescono a catturare l’intera portata delle emissioni, con implicazioni significative sia per la politica interna che per le filiere globali dell’acciaio.
I dati esaminati da sei distretti minerari
Lo studio collaborativo, basato sui dati satellitari TROPOMI analizzati dall’intelligence energetica di Kayrros, ha esaminato sei importanti distretti minerari di carbone che rappresentano il 79% della produzione australiana di carbone nero nel Queensland e nel Nuovo Galles del Sud.
L’analisi, che ha confrontato le emissioni del 2020 e del 2021, ha identificato elevate emissioni di metano dalle miniere di carbone in entrambi gli stati, con una discrepanza significativa nel Nuovo Galles del Sud.
Sebbene lo studio abbia rappresentato solo due terzi della produzione di carbone nero nel Nuovo Galles del Sud, ha rilevato emissioni di metano all’interno di questi cluster limitati a un livello doppio rispetto a quello ufficialmente riportato a livello statale.
Attraverso una valutazione comparativa dell’estrazione del carbone a cielo aperto nel Nuovo Galles del Sud, lo studio ha inoltre individuato emissioni di metano dalle miniere di carbone da 4 a 6 volte superiori a quelle ufficialmente riportate tramite stime aziendali.
Confermati i dati satellitari
Questi risultati corroborano ampiamente la vasta gamma di stime satellitari internazionali e sottoposte a revisione paritaria, che avevano identificato emissioni di metano considerevolmente più elevate dalle miniere di carbone australiane.
Tra queste, un recente studio aereo aveva rilevato che le emissioni sulla miniera di Hail Creek potessero essere da 4 a 5 volte superiori a quelle attualmente riportate.
A seguito di un’indagine nazionale durata un anno sugli approcci di misurazione del metano in Australia, il governo federale ha istituito un gruppo di esperti per fornire consulenza sulla misurazione atmosferica delle emissioni fuggitive di metano in Australia e una revisione ministeriale sulle stime delle emissioni aziendali nelle miniere di carbone a cielo aperto.
Per Sarah Shannon, Satellite Analyst – Coal Mine Methane, Ember “Le stime satellitari, inclusa quella generata per questo rapporto, indicano tutte la stessa conclusione: esiste un divario significativo tra le emissioni dichiarate e le stime satellitari. È fondamentale colmare questa lacuna conoscitiva per comprendere meglio dove sia possibile ridurre le emissioni. Dato l’elevato potenziale di riscaldamento globale del metano, migliorare la rendicontazione è essenziale per identificare e attuare strategie di mitigazione efficaci”.
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Le possibili conseguenze sulle esportazioni
Lo studio ha riguardato oltre il 90% della produzione australiana di carbone metallurgico, gran parte della quale viene attualmente esportata nell’UE. Questa quota di esportazioni sarà presto soggetta a rigorosi obblighi di rendicontazione delle emissioni nell’ambito del Carbon Border Adjustment Mechanism.
La discrepanza nella rendicontazione delle emissioni evidenzia i rischi legati all’affidamento a dati auto-dichiarati e sottolinea la necessità di un monitoraggio più accurato e indipendente.
Lo studio rileva inoltre che, senza modifiche sostanziali all’inventario attuale delle emissioni di metano dalle miniere di carbone australiane, i decisori politici del Paese e le catene di fornitura internazionali dell’acciaio rimarranno all’oscuro della portata totale delle emissioni di metano dalle miniere di carbone australiane.
Per Christopher Wright, Climate Strategy Advisor – Coal Mine Methane, Ember “Le emissioni di metano delle miniere di carbone australiane rimangono sotto l’occhio attento della comunità internazionale. Questi risultati evidenziano che, se non si migliora la rendicontazione, non solo la nostra stessa contabilizzazione delle emissioni potrebbe risultare imprecisa, ma i nostri clienti internazionali non potranno conoscere con certezza l’entità delle emissioni intrinseche nelle loro catene di approvvigionamento”.