
- 25/05/2024
- Simone Martino
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Il settore dei trasporti figura tra i maggiori contributori alle emissioni di gas serra dell’UE e costituisce una delle cause dell’inquinamento atmosferico
Per mettere fine a questa emergenza sanitaria, economica e ambientale serve agire per promuovere la mobilità sostenibile con numerosi interventi verso il trasporto collettivo, la sharing mobility e l’elettrificazione dei veicoli pubblici e privati.
Sostituendo i veicoli a combustione interna con quelli elettrici potremo preservare la qualità dell’aria e contrastare i cambiamenti climatici, così da raggiungere gli ambiziosi target dell’Unione al 2030 e al 2050.
Tuttavia, come dimostrano le statistiche, l’Italia continua a rimanere indietro in Europa riguardo all’immatricolazione di veicoli elettrici, nonostante la densità dell’infrastruttura rispetto al circolante elettrico sia decisamente più elevata di altri Paesi europei.
Il position paper “Mobilità elettrica urbana: una giusta transizione”, curato da Kyoto Club in collaborazione con A2A, analizza il contesto europeo e nazionale del settore dei trasporti.
Il contesto europeo
Le auto elettriche, che includono veicoli elettrici a batteria (BEV) e veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV), stanno gradualmente penetrando il mercato dell’UE. C’è stato un costante aumento del numero di nuove immatricolazioni di auto elettriche da 600 nel 2010, a circa 1,74 milioni nel 2021, pari al 18% delle nuove immatricolazioni.
Queste cifre hanno continuato a crescere nel 2022, quando quasi il 22% delle autovetture di nuova immatricolazione erano elettriche. Nel 2022, il numero di autovetture elettriche a batteria sola nei Paesi dell’UE ha quasi raggiunto 3 milioni, un aumento del +55% rispetto al 2021 (1,9 milioni).
I BEV hanno rappresentato il 12,2% delle immatricolazioni totali di nuove auto nel 2022, mentre i PHEV hanno rappresentato il 9,4%. La quota di autovetture elettriche battery-only nel numero totale di autovetture è cresciuta dallo 0,02% nel 2013 all’1,19% nel 2022. (dati Eurostat)
Fonte: Eurostat
Il rapporto ACEA, European Automobile Manufacturers’ Association, “Vehicles on European Roads” (febbraio 2024) fornisce una dettagliata fotografia per tutti i Paesi europei (UE e EFTA) dei veicoli in circolazione al 2022. Le auto elettriche a batteria e plug-in nel 2022 circolanti nei Paesi dell’Unione Europea costituivano il 2,2% del parco complessivo, con la Svezia (8,8%) ed i Paesi Bassi (5,8%) con percentuali più elevate. Fra i Paesi EFTA la Norvegia con il 27,6%.
Nel grafico che segue, pubblicato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA), è possibile notare la percentuale di auto elettriche di nuova immatricolazione (BEV e PHEV) nell’UE-27 e nei Paesi non UE SEE (ad es. Islanda, Norvegia e Svizzera).
Fonte: Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA)
Secondo i dati provvisori relativi al 2023 diffusi da ACEA, nell’Unione Europea il 14,6% delle auto immatricolate erano BEV ed il 7,7% PHEV. Queste percentuali diventano rispettivamente il 4,2% ed il 4,4% in Italia. Balzo in avanti notevole di molti Paesi, con percentuali estremamente significative per la Svezia (38,7% BEV + 21,1% PHEV), Paesi Bassi (30,8% + 12,7%).
Il contesto Italiano
Negli ultimi tre decenni, sostengono i ricercatori, l’unico settore a vedere una crescita delle emissioni di gas serra è stato proprio quello dei trasporti, con un aumento del 33,5% tra il 1990 e il 2019: le autovetture sono fra i mezzi più climalteranti, generando il 60,7% del totale delle emissioni di CO2.
Tuttavia, continua lo studio, la riduzione delle emissioni di gas serra di questo segmento subirà un’accelerazione nel tempo e determinerà un netto miglioramento della qualità dell’aria nelle città grazie alla diffusione dei veicoli a zero emissioni, trainata dalle norme in materia di CO2.
Le auto elettriche sono chiaramente preferibili alle auto a benzina o diesel e per questo a livello europeo è stato deciso il fine vendita delle auto a carburanti fossili dal 2035. In modo analogo l’elettrificazione deve riguardare tutte le componenti della mobilità: gli autobus pubblici e privati, i veicoli commerciali, i veicoli per la sharing mobility.
Il settore dei trasporti italiano è rimasto pressoché invariato negli ultimi 20 anni, mostrando una forte propensione per i carburanti tradizionali, che continuano a costituire circa il 90% del settore.
Secondo i dati ISPRA più recenti disponibili (2021), il settore trasporti in Italia contribuisce per il 24,7% al totale delle emissioni di gas serra, e di questi il 92,9% è determinato dal trasporto su strada. Delle emissioni del trasporto su strada il 64,7% è dovuto alle autovetture.
Risulta pertanto evidente come qualsiasi progetto per la decarbonizzazione del sistema passi necessariamente attraverso una transizione verso la mobilità sostenibile, soprattutto nei centri urbani. Le esigenze in questo ambito possono essere sintetizzate come segue: Ridurre il trasporto privato in città ed elettrificarne il residuo; Favorire la mobilità urbana condivisa con mezzi elettrici; Realizzazione zone carbon-free.
“I recenti dati Ispra confermano che nel 2022 la CO2 prodotta dai trasporti italiani, è cresciuta invece di ridursi e – di cui il 90% deriva dal trasporto stradale. Questo obiettivo, insieme al miglioramento della qualità dell’aria, richiede numerosi interventi verso la mobilità attiva e azioni per l’elettrificazione di veicoli e dei servizi, a partire dalle città e la mobilità urbana. Con questo rapporto vogliono sollecitare l’adozione di strategie e azioni concrete da parte delle istituzioni nazionali e locali per far crescere la mobilità elettrica – ha dichiarato Francesco Ferrante, Vicepresidente di Kyoto Club – perché si può fare e si deve fare.”
“L’analisi presentata mostra che la transizione verso la mobilità a zero emissioni è una tappa fondamentale del processo di decarbonizzazione e che le città sono protagoniste di questo percorso” – commenta Fabio Pressi, Amministratore Delegato di A2A E-Mobility – “A2A, che da oltre 10 anni investe in questo settore, ha pensato a una soluzione innovativa per elettrificare i contesti urbani, che tiene conto delle esigenze dei cittadini e dei vincoli architettonici. Il progetto City Plug prevede infatti una ricarica per veicoli elettrici diffusa e lenta, ideale per chi non ha a disposizione un box, che non sottrae spazio alla sosta pubblica e con impatto minimo sulla rete elettrica locale. Ad oggi queste colonnine sono già presenti a Brescia e a Milano e per il capoluogo lombardo in particolare abbiamo in programma di installarne 2.000 nei prossimi due anni. Crediamo che queste due prime case history possano rappresentare un modello virtuoso e replicabile anche in tante altre città italiane”.