- 10/03/2025
- Simone Martino
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La rete italiana delle colonnine per le auto elettriche continua a crescere, al 31 dicembre 2024 risultano installati in Italia 64.391 punti di ricarica a uso pubblico (+713 vs 2023)
È quanto emerge dalla sesta edizione dello studio “Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia”, presentata a KEY – The Energy Transition Expo da Motus-E, che rileva nel corso del 2024 la posa di 13.713 nuovi punti di ricarica, di cui 4.052 installati solo nell’ultimo trimestre dell’anno.
L’Italia è tra i Paesi più virtuosi d’Europa
In termini percentuali, la rete di ricarica italiana segna nel 2024 un’espansione di oltre il 27% e un aumento dei punti di ricarica negli ultimi due anni del 75%. Insieme al numero totale delle colonnine aumenta anche l’incidenza di quelle a più alta potenza: il 47% dei punti installati nel 2024 è di tipo veloce e ultraveloce, segnando un record assoluto (lo scorso anno rappresentavano il 22% delle nuove installazioni).
Per Fabio Pressi, Presidente di Motus-E “Il Paese è sulla strada giusta, ma serve più coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti per portare avanti un processo di infrastrutturazione indispensabile”.
La distribuzione sul territtorio nazionale
Guardando alla distribuzione per macroaree, al Nord si concentra il 57% dei punti di ricarica della Penisola, al Centro il 20% e al Sud il 23%.
La Lombardia si conferma la prima Regione per punti di ricarica (12.926), davanti a Lazio (6.917), Piemonte (6.151), Veneto (5.880), Emilia-Romagna (5.086) e Campania (4.130). Lombardia in testa anche per crescita dell’infrastruttura nel 2024, con 3.531 nuovi punti di ricarica installati, seguita dal Lazio (+2.258), Piemonte (+982), Veneto (+966) e Sicilia (+945).
Tra le città, Roma è quella che conta più punti di ricarica installati (3.117), seconda piazza per Milano (1.400) e terza per Napoli (1.235). La classifica cambia però se consideriamo il numero di punti di ricarica per km² di superficie, con Napoli sul gradino più alto del podio (11 punti ogni km²), davanti a Torino (8 punti ogni km²) e Milano (poco meno di 8 punti ogni km²).
Uscendo dai centri urbani, aumentano ancora i punti di ricarica installati in autostrada, che al 31 dicembre 2024 raggiungono quota 1.087 (di cui il 64% con potenza superiore oltre i 150 kW), rispetto ai 932 registrati a fine 2023.

Grazie al contributo di RSE, il report include l’aggiornamento dell’analisi spaziale dei punti di ricarica geolocalizzati, da cui emerge che, considerando anche le aree più remote e isolate del Paese, nel 94% del territorio nazionale è presente almeno un punto di ricarica in un raggio di 10 km, con un rilevante passo avanti rispetto all’86% di copertura registrato a fine 2023. Avvicinandosi alle aree urbanizzate e alle arterie stradali la densità di punti di ricarica cresce in maniera esponenziale, superando anche i 2.000 punti di ricarica nel raggio di 10 km nei pressi delle grandi città.
“Grazie all’impegno degli operatori il processo di infrastrutturazione del Paese procede spedito ma c’è ancora un importante lavoro da fare per aumentare la capillarità in alcune aree, specialmente nel Mezzogiorno, dove la limitata penetrazione dei veicoli elettrici non agevola i grandi investimenti richiesti, in particolar modo per le colonnine ad alta potenza”, ha osservato, Fabio Pressi, auspicando che in quest’ottica “vengano estesi i termini per l’utilizzo dei fondi PNRR ancora disponibili, rivedendo i meccanismi di cofinanziamento per facilitarne l’impiego e supportare la crescita dell’infrastruttura nelle zone meno coperte, facendo leva anche sul prezioso monitoraggio della Piattaforma Unica Nazionale gestita dal GSE”.
Il confronto con l’Europa
Anche quest’anno lo studio confronta i progressi dell’Italia con quelli degli altri major market europei.
Con 19 punti di ricarica a uso pubblico ogni 100 auto elettriche circolanti, l’infrastruttura italiana si conferma davanti a quelle di Francia (14 punti ogni 100 auto elettriche circolanti), Germania (8 punti ogni 100 auto elettriche circolanti) e Regno Unito (7 punti ogni 100 auto elettriche circolanti), conservando il primato anche se si considerano solo i punti di ricarica veloci in corrente continua: Italia (3,4 punti in DC ogni 100 auto elettriche circolanti), Francia (2,6 punti in DC ogni 100 auto elettriche circolanti), Germania (1,7 punti in DC ogni 100 auto elettriche circolanti), Regno Unito (1,2 punti in DC ogni 100 auto elettriche circolanti).
Il rapporto punti di ricarica/circolante rispecchia i grandi passi avanti compiuti sul fronte infrastrutturale nonostante il notevole ritardo dell’Italia sulle immatricolazioni elettriche, testimoniato da una quota di mercato BEV nell’ordine del 5%, a fronte del 17,4% di market share registrato in Francia, il 16,6% della Germania e il 21,3% del Regno Unito.
L’Italia è davanti anche per quanto riguarda il numero di punti di ricarica rispetto alla lunghezza totale della rete stradale, con una media di 1 punto di ricarica ogni 4 km di strade. A seguire ci sono Regno Unito (1 punto ogni 5 km), Germania (1 punto ogni 6 km) e Francia (1 punto ogni 7 km).
Il volume delle installazioni realizzate dagli operatori pone l’Italia sulla giusta traiettoria per rispettare gli obblighi del Regolamento europeo AFIR, con una compliance del 75-80% sugli obiettivi Ue da centrare entro la fine dell’anno.
“Questi dati smentiscono completamente la narrazione di un’Italia arretrata dal punto di vista delle infrastrutture al servizio della mobilità elettrica”, ha concluso il presidente di Motus-E, “adesso però è il momento di valorizzare al massimo il lavoro fatto con un maggior coordinamento pubblico-privato, anche attraverso l’atteso aggiornamento del Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica (PNIRE), per il quale la nostra associazione è a completa disposizione delle Istituzioni”.





































































































































