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Berlino potrebbe essere la prima capitale al mondo, in materia di mobilità sostenibile, a ridisegnare radicalmente il modo in cui concepiamo le città europee 

Il 25 giugno 2025, la Corte costituzionale della capitale tedesca ha dichiarato ammissibile il referendum promosso dall’iniziativa civica Volksentscheid Berlin autofrei, che propone di vietare l’uso delle auto private all’interno della cintura ferroviaria S-Bahn, un’area di circa 88 km² – più grande di Manhattan.

Cosa prevede la proposta?

La proposta prevede che ogni cittadino possa usare l’auto privata solo 12 volte l’anno all’interno della cintura ferroviaria S-Bahn, con eccezioni per mezzi di soccorso, forze dell’ordine, persone con disabilità, taxi e consegne.

Di fatto ciò limiterebbe solo coloro che desiderano continuare a usare la propria auto da soli. Famiglie e persone che condividono l’auto possono utilizzare liberamente la propria auto all’interno dell’anello della S-Bahn dalle 48 alle 60 volte all’anno per 24 ore.

Chi offre regolarmente passaggi ad altri può, di fatto, attraversare il centro città tutto l’anno. Questo, in definitiva, promuove l’uso più efficiente dell’auto attraverso il carpooling, a lungo richiesto.

L’obiettivo dichiarato è ridurre del 66% il traffico privato, migliorare la qualità dell’aria e restituire spazio a pedoni, ciclisti e trasporto pubblico. Rendere, dunque, attuabile la visione di una città più vivibile, a misura di persona.

Come si è arrivati alla decisione del Tribunale costituzionale?

Berlin Autofrei (Berlino senz’auto) è il nome di un gruppo di attivisti berlinesi che nel 2019 hanno deciso di unire le forze per ottenere un ripensamento degli spazi delle strade, chiedendo un cambiamento radicale legato alla mobilità.

La campagna Volksentscheid Berlin Autofrei – letteralmente “Referendum per Berlino senz’auto” – è stata portata avanti da aprile 2021 con la raccolta di 50mila firme a favore di una proposta di legge, presentata al Senato di Berlino.

Il Senato di Berlino, l’organo di governo della città, aveva però ritenuto inammissibile e incostituzionale la petizione per un referendum a favore di una Berlino senza auto in quanto violava la libertà d’azione generale.

Con la sentenza emessa il 25 giugno 2025, la Corte Costituzionale ha confermato, invece, le argomentazioni dell’iniziativa non ravvisando alcuna interferenza con la libertà d’azione generale e ritenendo la legge adeguata e proporzionata. La decisione della Corte è stata presa con una maggioranza di 8 a 1.

Le reazioni alla sentenza della Corte  

La pronuncia favorevole della Corte ha rimosso gli ostacoli legali che impedivano il proseguimento del processo democratico.

“Abbiamo vinto su tutti i fronti: il futuro di Berlino appartiene alla sicurezza, alla protezione del clima e alla salute di tutti i berlinesi, non al traffico automobilistico sfrenato. – affermano i promotori della campagna Volksentscheid Berlin Autofrei – La Corte Costituzionale di Berlino ha esaminato approfonditamente il nostro progetto di legge e ha confermato la nostra posizione: secondo la Costituzione, non esiste, ovviamente, un diritto fondamentale alla guida di un’auto”.

Contrario alla decisione della Corte è il sindaco di Berlino Wegner che ha espresso la sua visione attraverso una dichiarazione pubblica sulla piattaforma X, articolando una filosofia della mobilità basata sulla pluralità delle opzioni di trasporto. Secondo Wegner, “la capitale tedesca deve garantire a tutti i cittadini la libertà di scegliere il proprio mezzo di spostamento, che si tratti di percorsi pedonali, ciclabili, trasporti pubblici o veicoli privati”.

Il sindaco ha caratterizzato l’eventuale eliminazione delle automobili come una misura “esclusiva”, sostenendo che tale approccio non si adatti alle esigenze funzionali di una metropoli contemporanea. Il suo impegno categorico – “Con me questo non accadrà” – rappresenta una chiara linea di demarcazione politica rispetto alle proposte dell’iniziativa popolare.

E adesso cosa succede?

La Camera dei Rappresentanti di Berlino discuterà, quella che è stata chiamata la “Legge di Berlino per l’uso delle strade orientato all’interesse pubblico“, entro i prossimi quattro mesi. Se la respingerà sarà possibile avviare la seconda fase di raccolta firme. Se l’iniziativa riuscirà a raccogliere 170.000 firme valide entro quattro mesi, il referendum sui trasporti avrà luogo nel 2026.

Il progetto ha già raccolto l’interesse di organizzazioni ambientaliste come Greenpeace e di diverse associazioni cittadine, mentre non mancano preoccupazioni da parte del mondo imprenditoriale e delle istituzioni locali per le possibili ricadute su economia, pendolarismo e logistica urbana.

Leggi anche: In Europa sempre più E-bus per un trasporto pubblico locale sostenibile

Le aree metropolitane di tutto il mondo vogliono il cambiamento

Le aree metropolitane di tutto il mondo competono da tempo per rendere le proprie strade più vivibili: da Parigi a Bogotà, le persone si stanno riappropriando dello spazio pubblico. 

Nel panorama europeo, Berlino si affianca alle esperienze di Parigi e Barcellona, che già sperimentano zone a traffico limitato, super-isole e ciclabilità estesa. Ma la capitale tedesca punta ancora più in alto trasformando un’intera area metropolitana in un laboratorio di mobilità sostenibile.

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