Condividi questo articolo

La proposta per un Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) presentata ieri dalla Commissione europea prevede il Fondo Unico con la fusione tra agricoltura e coesione

L’Europa si trova ad affrontare un numero crescente di sfide in numerosi settori, come la sicurezza, la difesa, la competitività, la migrazione, l’energia e la resilienza climatica. Queste non sono temporanee, ma riflettono cambiamenti geopolitici ed economici sistemici che richiedono una risposta forte e lungimirante.

La Commissione ha proposto pertanto una radicale riprogettazione del bilancio dell’UE, che sarà più snello, flessibile e incisivo. “Ciò – secondo Bruxelles – migliorerà significativamente la capacità dell’UE di realizzare le politiche fondamentali, affrontando al contempo priorità nuove ed emergenti. Questo bilancio continuerà a sostenere i cittadini, le imprese, gli Stati membri, le regioni, i partner e, soprattutto, il futuro collettivo dell’UE”.

Secondo la Presidente von der Leyen “Il nostro nuovo bilancio a lungo termine contribuirà a proteggere i cittadini europei, a rafforzare il modello sociale europeo e a far prosperare la nostra industria europea. In un periodo di instabilità geopolitica, il bilancio consentirà all’Europa di plasmare il proprio destino, in linea con la sua visione e i suoi ideali. Un bilancio che sostiene la pace e la prosperità e promuove i nostri valori è il miglior strumento che possiamo avere in questi tempi incerti”.

Coesione ed agricoltura uniti nel Fondo Unico 

Il nuovo bilancio a lungo termine riunirà i fondi UE erogati dagli Stati membri e dalle regioni in un’unica strategia coerente, incentrata sulla coesione e sulla politica agricola. Questa strategia sarà attuata attraverso Piani di partenariato nazionali e regionali, più semplici e mirati, per massimizzare l’impatto di ogni euro.

Avere un unico piano per Stato membro che integri tutte le misure di sostegno pertinenti – che siano rivolte a lavoratori, agricoltori o pescatori, città o zone rurali, regioni o a livello nazionale – garantisce un impatto molto più forte e un utilizzo molto più efficiente dei finanziamenti europei. 

Agricoltori in rivolta

La volontà della presidente Ursula von der Leyen di unificare quelli che finora sono i due più grandi capitoli del budget Ue e cioè la Politica agricola comune e la coesione non ha fatto piacere agli agricoltori e all’Italia.

Il ministro italiano dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo al Consiglio Ue a Bruxelles, si era detto nettamente contrario a “fondi indistinti”, cioè all’accorpamento della politica di coesione e della Pac. 

Dure sono le reazioni delle confederazioni degli agricoltori. “Non siamo per nulla d’accordo con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. L’agricoltura non sarà rafforzata se con il prossimo bilancio si taglia di 86 miliardi il budget relativo ai pagamenti diretti agli agricoltori. I 300 miliardi annunciati, rispetto ai 386 del periodo 2021/2027, non sono sufficienti ad affrontare le emergenze e le sfide che il settore primario europeo sta vivendo”.

E’ il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ospite a Sky Tg24 Economia, alla presentazione del Quadro Finanziario Pluriennale europeo.

“Quanto presentato oggi dimostra che la Commissione non è attenta al mondo dell’agricoltura, e non investire in agricoltura significa mettere in difficoltà le nostre produzioni e i cittadini, che non potranno più acquistare prodotti alimentari sicuri e di qualità. Siamo di fronte a una vera e propria dichiarazione di guerra, ne prendiamo atto. – ha aggiunto Giansanti – Le parole di von der Leyen sul ruolo strategico del settore primario pronunciate in campagna elettorale stridono con quanto affermato oggi: la presidente sosteneva di essere un punto di riferimento per gli agricoltori, ma non è così”.

Leggi anche: Eurobarometro: forte sostegno per la politica agricola comune

Confagricoltura, Coldiretti e Cia in piazza a Bruxelles e Roma

Tra mercoledì e giovedì Confagricoltura, Coldiretti e Cia sono scese in piazza a Bruxelles per manifestare la loro contrarietà alla prposta della Commissione Europea.

“Questo pomeriggio in piazza a Bruxelles eravamo ben oltre quanto preventivato. Siamo sicuri che a settembre saremo molti di più per difendere le imprese agricole, la sicurezza alimentare e il futuro del settore primario. L’agricoltura da oltre 60 anni è alla base dell’Europa: oggi von der Leyen la smantella per qualche arma in più. Stiamo rischiando di dire basta a una visione comune: è l’inizio del processo di smantellamento dell’Ue. La presidente si sta prendendo una responsabilità incredibile”. – ha concluso il presidente di Confagricoltura.

“Siamo scesi in piazza perché è in gioco molto più del nostro futuro: è in gioco la democrazia e la stessa idea di Europa – ha dichiarato da Bruxelles il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini –. Di fronte all’arroganza di una burocrazia europea che, sotto la guida della presidente Von der Leyen, calpesta ogni giorno il lavoro degli agricoltori e ignora sistematicamente la volontà dei cittadini. Un’Europa che toglie risorse alla produzione di cibo per destinarle al riarmo, che apre le porte a prodotti stranieri privi di garanzie, che firma accordi senza reciprocità e impone regolamenti scollegati dalla realtà agricola. Questa non è l’Europa che vogliamo. Un’Europa che in questo momento si ritrova a trattare con la minaccia di dazi USA al 30% figli di un’incapacità della Von der Leyen di negoziare in prima persona e di difendere la nostra economia. Ennesimo tassello di una politica economica e produttiva totalmente fallimentare, che sta facendo chiudere interi settori europei, avvantaggiando paesi come la Cina. Oggi gli agricoltori non chiedono privilegi, ma rispetto: per chi ogni giorno garantisce sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e presidio del territorio. Non accetteremo più decisioni imposte dalla Presidente, senza confronto, senza ascolto, senza dignità”.

“Lo diceva Sant’Agostino: la speranza ha due figli, lo sdegno e il coraggio. E oggi è il tempo di entrambi – ha affermato da Roma il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo –. Sdegno per un’Europa tradita da chi, come Ursula Von der Leyen, pretende di governarla ignorando le posizioni del Parlamento, degli Stati membri e dei suoi stessi Commissari. Facendo scelte che vanno contro le esigenze dei cittadini e delle imprese. Coraggio, perché dobbiamo fermare chi vuole smantellare la Politica Agricola Comune per finanziare i carri armati al posto del pane. Una tecnocrazia cieca e arrogante, chiusa nei palazzi della Commissione, sta stravolgendo lo spirito originario dell’Unione, nata per unire i popoli e non per opprimerli. Ma noi non ci stiamo: senza agricoltura non c’è sovranità, senza cibo non c’è pace, c’è solo guerra. Coldiretti si mobilita per difendere il cuore dell’Europa vera: quella delle campagne, del lavoro, delle comunità. Non possiamo lasciare che l’Europa si trasformi in Vonderland. E ricordiamo a tutti: contro i contadini non si governa!”.

Anche Cia- Agricoltori Italiani dice ancora una volta no al Fondo unico e al taglio di risorse per la Politica agricola comunitaria, spina dorsale della sicurezza alimentare Ue, ed è scesa in piazza con il Copa-Cogeca per partecipare alla marcia simbolica di tutta l’agricoltura europea sul bilancio dell’Ue e sul futuro della Pac.

“Vergognoso e indicibile attacco all’agricoltura – ha commentato a caldo il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, fuori da Piazza Berlaymont.- La Pac annacquata con il Fondo unico e un taglio di quasi il 30% delle risorse per il settore, faranno l’Europa a brandelli, quando tra dazi e crisi globali la presidente Ursula von der Leyen aveva l’occasione unica di dare prova di credibilità agli europei, di rafforzare la coesione e l’autorevolezza dell’Unione a difesa dell’unica leva di sviluppo e competitività possibile, la sua sicurezza alimentare. Così, invece, la Pac è stata disintegrata. 

Condividi questo articolo