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Con il Dl ambiente approvato dal Consiglio dei Ministri cambiano le priorità italiane in materia di transizione energetica

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che contiene “disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell’economia circolare, l’attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico”.

Il Dl ambiente, che va a modificare il Testo unico ambientale (Dlgs 3 aprile 2006, n. 152) in vari punti, interviene anche sulle rinnovabili per quanto riguarda il procedimento di Valutazione di impatto ambientale (Via).

Per il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto “Questo testo porta chiarezza e, laddove possibile, regole più semplici in settori fondamentali per la transizione. È un testo che tiene insieme la primaria esigenza di tutela ambientale con il bisogno di liberare, valorizzandole, grandi energie e buone pratiche esistenti in Italia”.

Valutazioni ambientali

A fronte della grande mole di istanze da sottoporre alle Commissioni di valutazione ambientale VIA-VAS e PNRR-PNIEC, il provvedimento interviene prevedendo una priorità nell’ordine di trattazione delle istanze, da definirsi con un successivo decreto ministeriale. In particolare è attribuita una “corsia veloce” a progetti di interesse strategico nazionale, privilegiando l’affidabilità, la sostenibilità tecnico-economica, il contributo agli obiettivi PNIEC, l’attuazione di investimenti PNRR e la valorizzazione dell’esistente.

Rinnovabili e energie di decarbonizzazione

Il dl prevede che i progetti prioritari sull’energia saranno tutti quelli che permettono di conseguire gli obiettivi nazionali di decarbonizzazione e che sono sostenibili economicamente e non più soltanto l’eolico, solare e idroelettrico.

In particolare, è prevista una riduzione dei tempi del procedimento di Via per i progetti di energie rinnovabili considerati prioritari. Tra questi rientrano i progetti fotovoltaici e agrivoltaici di almeno 50 MWp, quelli eolici on-shore di almeno 70e MW e gli impianti di idrogeno verde. Il governo ha previsto, inoltre, lo stop ai nuovi progetti di estrazione di petrolio e ha abbassato il limite di distanza dalla costa per l’estrazione di gas da 12 a 9 miglia.

L’efficacia temporale della verifica di assoggettabilità a Via, spesso oggetto di incertezze, non potrà essere inferiore a 5 anni. Nel caso in cui il progetto non venga realizzato nei 5 anni allora il procedimento verrà reiterato.

“Più rinnovabili, ma via libera anche a tutte le fonti di energia pulita in grado di contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione e sicurezza energetica del Paese. Semplifichiamo le procedure autorizzative e rafforziamo gli approvvigionamenti nazionali, promuoviamo l’economia circolare facilitando il lavoro delle imprese e mettiamo in sicurezza il territorio da siccità e alluvioni. Ambiente, imprese e sviluppo economico camminano insieme”, ha spiegato il viceministro Vannia Gava, che ha personalmente lavorato al decreto.

Economia circolare

Il Dl ambiente introduce nuove misure in tema di economia circolare, tra queste: il rafforzamento dell’Albo dei Gestori ambientali, con una più ampia rappresentanza delle categorie interessate; norme per rafforzare la cura e la manutenzione di paesaggio e verde pubblico; una semplificazione nell’individuazione del Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti delle piccole imprese, che consenta di trovare la figura professionale senza aggravi economici per le aziende; un’ulteriore semplificazione per le aziende riguardo gli sfalci, che da rifiuti speciali non pericolosi verranno classificati come rifiuti urbani, con minore aggravio per le imprese che li potranno conferire nei centri di raccolta comunali.

È inoltre disciplinata la gestione di rifiuti e materiali derivanti dalla realizzazione della Diga foranea di Genova e dei correlati interventi, prevedendo che il Sindaco, quale Commissario Straordinario, adotti tempestivamente un piano di gestione che riduca il conferimento in discarica e promuova politiche di sostenibilità ed economia circolare.

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Idrocarburi, bonifiche, siti orfani e dissesto idrogeologico
 
Il provvedimento punta a dare certezze normative nel settore della prospezione e coltivazione di idrocarburi, coniugando la sicurezza degli approvvigionamenti con la tutela ambientale. Nell’ambito della gestione delle acque, al fine di rafforzare le buone pratiche del riuso, è introdotta la definizione di “acque affinate”, che possono contribuire al ravvenamento o accrescimento dei corpi idrici sotterranei.
 
Per quanto concerne le bonifiche, il decreto semplifica gli interventi nei cosiddetti “siti orfani”, finanziati da un apposito stanziamento del PNRR, e garantisce una struttura di supporto al Commissario del SIN di Crotone-Cassano e Cerchiara.
 
Sulla tutela del suolo e la lotta al dissesto idrogeologico, sono individuate misure per la programmazione e il monitoraggio degli interventi, che garantiscano l’interoperabilità tra le banche dati esistenti. Vengono rafforzati i poteri dei Presidenti di Regione in qualità di Commissari, prevedendo anche un meccanismo di revoca delle risorse per gli interventi, finanziati col fondo progettazione, che non abbiano conseguito un determinato livello di progettualità.
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