
- 12/09/2025
- Redazione
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Combattere la rilocalizzazione delle emissioni di CO2 e proteggere la competitività dell’industria europea, il Parlamento europeo ha approvato la riforma del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM)
Con 617 voti favorevoli, 18 contrari e 19 astensioni, l’assemblea ha dato il via libera a una significativa semplificazione del regolamento, riducendo gli oneri burocratici per le piccole imprese e gli importatori occasionali.
Una soglia per tutelare PMI e importatori minori
Il cuore della riforma è l’introduzione di una nuova soglia di esenzione: le importazioni inferiori a 50 tonnellate annue per importatore saranno escluse dalle rigide norme del CBAM. Questo cambiamento, che sostituisce la precedente esenzione per “valore trascurabile”, alleggerisce il carico amministrativo per circa il 90% degli importatori, in gran parte piccole e medie imprese (PMI) e soggetti privati.
Nonostante la semplificazione, la copertura ambientale del meccanismo resta pressoché invariata: il 99% delle emissioni di CO2 derivanti da importazioni nei settori più energivori – come ferro, acciaio, alluminio, cemento e fertilizzanti – continuerà a ricadere sotto il regolamento.
CBAM, strumento cardine della strategia climatica europea
Il CBAM rappresenta una pietra miliare nella strategia climatica dell’UE, incardinata nel Green Deal europeo e volta a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Il CBAM, introdotto per evitare che le industrie trasferiscano la produzione in paesi con regole ambientali meno stringenti (il cosiddetto fenomeno del “carbon leakage”), ha l’obiettivo di allineare il prezzo del carbonio dei beni importati con quello pagato dai produttori europei, soggetti al sistema di scambio delle quote di emissione (ETS).
A regime, il meccanismo dovrà garantire che il contenuto di carbonio dei beni importati venga trattato in modo equo rispetto ai prodotti europei, evitando distorsioni del mercato e incentivando pratiche industriali più sostenibili anche nei paesi terzi.
In una dichiarazione successiva al voto, il relatore del provvedimento Antonio Decaro (S&D, Italia) ha sottolineato la doppia ambizione della misura: “Il CBAM è concepito per prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e proteggere le industrie europee. Abbiamo risposto alle richieste delle imprese semplificando il processo e introducendo esenzioni che favoriscono la competitività, mantenendo però intatti i nostri obiettivi climatici. Restiamo pienamente impegnati verso la neutralità climatica entro il 2050.”
Snellimento delle procedure
Oltre alla soglia di esenzione, il nuovo testo semplifica diverse procedure tecniche e amministrative per chi rimane soggetto al CBAM. Le novità riguardano: l’iter di autorizzazione più snello per gli importatori; il calcolo delle emissioni semplificato, con regole più chiare; miglioramenti nelle procedure di verifica; la Responsabilità finanziaria più definita per i “dichiaranti CBAM”.
In parallelo, sono stati rafforzati i meccanismi anti-abuso, per evitare l’elusione delle nuove soglie tramite artifici contabili o frammentazione delle importazioni.
Prossimi passi: attesa l’approvazione finale del Consiglio
L’accordo dovrà ora essere formalmente approvato dal Consiglio dell’UE, ma si tratta di un passaggio considerato puramente procedurale. La nuova normativa entrerà in vigore tre giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.
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Uno sguardo al futuro
Secondo quanto previsto dal regolamento CBAM, all’inizio del 2026 la Commissione europea condurrà una valutazione sull’estensione dello strumento ad altri settori coperti dall’ETS. Sarà inoltre analizzato come proteggere gli esportatori europei di beni CBAM dal rischio di rilocalizzazione.