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Quali sono gli impatti che le amministrazioni si troveranno a fronteggiare in virtù della nuova direttiva europea in arrivo sulla qualità dell’aria?

Ridurre i livelli di inquinamento al di sotto dei nuovi standard stabiliti nell’accordo provvisorio raggiunto sulla nuova direttiva non sarà semplice. Nella maggior parte delle città, infatti, i dati del 2023 superano i nuovi valori stabiliti. E’ quanto emerge dal Rapporto “MobilitAria 2024”, realizzato da Kyoto Club e dall’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-IIA).

L’iter della direttiva

Il 20 febbraio 2024 il Parlamento e il Consiglio dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulla proposta per una nuova direttiva sulla qualità dell’aria, che contribuirà al conseguimento dell’obiettivo “inquinamento zero” ossia al raggiungimento di un ambiente privo di sostanze tossiche entro il 2050.

Il testo su cui è stato raggiunto l’accordo, dopo l’esame da parte dei giuristi-linguisti, dovrà essere approvato formalmente dalle due istituzioni, e quindi pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea ed entrerà in vigore dopo 20 giorni dalla pubblicazione. Da quella data, gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire le nuove norme nel diritto nazionale.

Il nuovo testo rappresenta un passo avanti nel processo di semplificazione legislativa in corso, dal momento che riunifica in un’unica direttiva l’attuale normativa sul tema (direttive 2008/50/CE e 2004/107/CE); raccoglie, inoltre, i risultati del fitness check svolto sui primi dieci anni di applicazione della normativa vigente e muove i primi passi verso un allineamento degli standard di qualità dell’aria con i valori raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nelle Linee guida sull’aria aggiornate a settembre 2021.

In considerazione delle imminenti elezioni del Parlamento europeo e della conseguente pausa delle attività in vista dell’insediamento delle nuove istituzioni, ci si aspetta che la nuova direttiva non entrerà in vigore prima della fine di quest’anno.

I punti essenziali del testo di compromesso

Riguardo gli standard di qualità dell’aria, sono stati confermati quasi integralmente i valori della proposta iniziale della Commissione che, sulla base dell’analisi di fattibilità, rappresentano un compromesso tra la necessità di aumentare il livello di ambizione della normativa e la necessità di stabilire norme realistiche, concretamente applicabili. I nuovi standard, da raggiungere nel 2030, rappresenteranno una sfida per molti Paesi, essendo in molti casi numericamente pari a circa la metà degli attuali valori limite.

Proprio per tener conto delle reali difficoltà a ridurre in tempi brevi le concentrazioni dei principali inquinanti, soprattutto nelle aree più critiche, la direttiva prevede la possibilità di richiedere una deroga al rispetto dei valori limite nel 2030.

Sarà possibile un rinvio fino a 10 anni per le aree in cui sussistono condizioni climatiche avverse, particolari caratteristiche di dispersione o condizioni orografiche, oppure per cui sono rilevanti i contributi transfrontalieri o quelli dei sistemi di riscaldamento domestico particolarmente inquinanti; è previsto un rinvio di cinque anni, con la possibilità di una proroga una tantum di due anni, nel caso in cui le proiezioni dimostrino l’impossibilità di raggiungere i nuovi standard nel 2030. Il testo prevede che, in regime di deroga, siano effettuati controlli periodici sull’attuazione delle misure di riduzione e sulla progressiva riduzione delle concentrazioni.

Leggi anche: MobilitAria2024: l’inquinamento delle città non cresce

Nel caso in cui si registrino superamenti dei valori limite, la direttiva prevede che siano predisposti piani di qualità dell’aria entro due anni dal superamento; novità della direttiva è la previsione di “road map”, da definire prima dell’entrata in vigore degli standard (entro la fine del 2028), per le aree in cui si registrano già concentrazioni superiori ai nuovi valori limite, con l’obiettivo di iniziare da subito ad adottare nuove strategie con l’obiettivo di evitare i superamenti.

Con riferimento alle disposizioni su accesso alla giustizia, compensazione del danno e sanzioni, l’attuale versione del testo mantiene i relativi articoli ma alleggerendone i contenuti; sono state rafforzate, invece, come richiesto dal Parlamento, le disposizioni sull’informazione del pubblico.

Per concludere, la direttiva modifica anche le regole per la valutazione della qualità dell’aria. Si prevede un progressivo potenziamento dell’impiego della modellistica e l’integrazione del monitoraggio ordinario con quello effettuato nei cosiddetti “supersiti”, in cui monitorare parametri aggiuntivi che renderanno possibile migliorare il quadro conoscitivo e daranno informazioni utili anche a valutare meglio le politiche di riduzione.

La portata degli impatti della nuova direttiva

Per avere una misura della portata degli impatti che la nuova direttiva potrebbe avere, il 7° rapporto MobilitAria 2024 ha effettuato il confronto delle concentrazioni registrate nelle città metropolitane con i nuovi valori limite stabiliti per biossido di azoto e materiale particolato (PM10 e PM2,5). È stato, quindi, aggiornato lo studio già svolto in Mobilitaria 2023, analizzando i dati più recenti disponibili ossia quelli relativi al 2023.

Nella tabella seguente sono evidenziate le città metropolitane che, nel 2023, non rispettavano i nuovi valori limite e per cui, quindi, sarebbe necessario iniziare quanto prima la predisposizione di una road map.

L’analisi effettuata è una prima valutazione sommaria, utile a dare un’indicazione qualitativa della portata del problema che le amministrazioni si troveranno a fronteggiare nei prossimi anni, con l’entrata in vigore dei nuovi valori limite.

I dati riportati in tabella sono, infatti, relativi alle città metropolitane e non alle zone individuate dalle Regioni e Province autonome per la valutazione della qualità dell’aria; le concentrazioni, inoltre, sono una media di quelle registrate sul territorio di ciascuna città.

Pur prendendo in considerazione queste semplificazioni, appare evidente che non sarà semplice ridurre i livelli di inquinamento al di sotto dei nuovi standard. Nella maggior parte delle città, infatti, i dati del 2023 superano i nuovi valori stabiliti nell’accordo provvisorio raggiunto sulla nuova direttiva per i valori medi annuali di biossido di azoto e materiale particolato (PM10 e PM2,5).

Il confronto sul numero di superamenti è stato effettuato esclusivamente sulla base degli attuali standard ossia il biossido di azoto orario e il PM10 giornaliero, prendendo per esso il valore di riferimento pari a 50 μg/m3 e non il nuovo valore limite giornaliero che è stato ridotto a 45 μg/m3. Anche tenendo conto di queste approssimazioni, appare chiaro che sarà complesso contenere il numero di superamenti della media giornaliera di PM10 al di sotto dei 18 superamenti consentiti.

Fonte: 7° rapporto MobilitAria 2024 – Le novità in arrivo sulla qualità dell’aria: una nuova direttiva europea
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