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Alla Norges Bank di Oslo, Lagarde (BCE) invita l’Europa a puntare su energia pulita per ridurre costi, emissioni e dipendenza dal gas

«Quando visitai la Norges Bank l’ultima volta, nel 2016, il mondo era un posto diverso». Con queste parole Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, ha aperto il suo intervento alla Climate Conference della Norges Bank, ad Oslo. Da allora, ha ricordato, «il nostro mondo è cambiato radicalmente».

All’epoca l’Accordo di Parigi muoveva i primi passi e il gas russo fluiva in Europa attraverso i nuovi gasdotti del Nord Stream. Oggi, invece, la guerra in Ucraina e la crisi climatica hanno trasformato il panorama energetico globale.

Crisi geopolitica e transizione verde

Lagarde ha sottolineato come la guerra abbia messo in evidenza la vulnerabilità energetica dell’Europa, troppo dipendente da forniture esterne. L’interruzione dei gasdotti russi ha fatto impennare i prezzi del gas e dell’elettricità, colpendo famiglie e imprese e spingendo l’inflazione ai massimi storici.

«Abbiamo bisogno di energia sicura, perché la realtà geopolitica è cambiata. Di energia sostenibile, perché la realtà climatica non è cambiata. E di energia accessibile per famiglie e imprese», ha spiegato la presidente della BCE.

L’errore del passato e il prezzo pagato

Prima dell’invasione russa, ha ricordato Lagarde, l’Europa aveva dato priorità a sostenibilità e costi contenuti, trascurando la sicurezza energetica. «Quasi la metà del gas importato proveniva dalla Russia», ha osservato. Un equilibrio che ha retto finché il contesto geopolitico è rimasto stabile.

Quando le forniture sono state interrotte, però, l’impatto sull’economia europea è stato immediato. L’inflazione energetica ha raggiunto il 37% nel 2022, portando la BCE a una delle più rapide strette monetarie della sua storia.

Oggi, anche se l’emergenza è rientrata, il divario con altre economie resta ampio: «I prezzi dell’elettricità in Europa sono due volte e mezzo più alti che negli Stati Uniti, e quelli del gas quasi quattro», ha sottolineato Lagarde, avvertendo che questo pesa sulla competitività e scoraggia gli investimenti industriali.

Le rinnovabili come unica via

La presidente della BCE ha indicato un’unica strada possibile: puntare con decisione sulle energie rinnovabili. «Solo l’energia pulita può raggiungere tutti e tre gli obiettivi della politica energetica europea: sicurezza, sostenibilità e accessibilità».

Le fonti rinnovabili, ha spiegato, non solo riducono le emissioni, ma offrono anche maggiore indipendenza energetica e, nel lungo periodo, costi più bassi. Tuttavia, la transizione comporta sfide notevoli: servono investimenti massicci — circa 150 miliardi di euro l’anno — e una modernizzazione profonda delle reti.

Lagarde ha ricordato che «ogni euro investito nel potenziamento delle reti elettriche può generare oltre due euro di risparmi nei costi di sistema».

Infrastrutture, mercati e fiducia

Per sbloccare questi investimenti, ha detto Lagarde, servono due condizioni fondamentali: un sistema finanziario più profondo e integrato, e regole chiare e prevedibili.

Oggi, quasi quattro aziende europee su dieci segnalano difficoltà a ottenere finanziamenti per progetti verdi. L’Unione dei mercati dei capitali, ha sottolineato la presidente, è «una priorità indispensabile» per sostenere la transizione.

Inoltre, i lunghi tempi di autorizzazione rappresentano un freno: «In alcuni Stati membri servono fino a nove anni per un parco eolico onshore. Questi tempi vanno ridotti», ha esortato.

Lagarde ha anche invitato a ridurre la tassazione sull’elettricità, che in molti paesi è ancora più alta rispetto al gas, per incentivare l’elettrificazione e la domanda di energia pulita.

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“Impossibile tornare indietro”

Citando il poeta norvegese Olav H. Hauge — «Questa è la tua strada, ed è impossibile tornare indietro» — Lagarde ha ricordato che la transizione verde non è più rinviabile.

«La recente crisi energetica ha rivelato una dura verità: la nostra dipendenza dai combustibili fossili importati non è sostenibile. L’acuirsi della crisi climatica lo rende ancora più evidente», ha affermato.

E ha concluso con un richiamo al pensiero di Jane Goodall, scomparsa di recente: «Ciò che fai fa la differenza. E devi decidere quale differenza vuoi fare».

«L’Europa deve scegliere se restare ancorata a un modello costoso e insostenibile o costruire un sistema energetico sicuro, sostenibile e competitivo. Io sono fiduciosa che sceglierà saggiamente».

Qui il discorso integrale

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