- 13/11/2024
- Luca Martino
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Gli Stati riuniti a Baku per la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici hanno raggiunto un consenso sulle norme per la creazione di crediti di carbonio ai sensi dell’articolo 6.4 dell’accordo di Parigi
Ciò significa che si consentirà un’azione per il clima aumentando la domanda di crediti di carbonio e garantendo che il mercato internazionale del carbonio operi con integrità sotto la supervisione delle Nazioni Unite.
Cosa prevede l’accordo di Baku
Durante la sessione plenaria di apertura sono stati approvati degli standard internazionali che dovranno essere rispettati per creare i crediti di carbonio da scambiare sul mercato globale in via di costituzione. Gli standard sono formalmente adottati da un organo di vigilanza dell’articolo 6.4 – il Supervisory Body – entità delle Nazioni Unite che ha il compito di supervisionare il mercato globale del carbonio.
Gli standard approvati a Baku creano un’architettura che dovrebbe garantire la massima integrità del mercato del carbonio globale rendendo semplice il passaggio dal vecchio sistema, oggi in vigore, il Clean Development Mechanism (CDM) istituitito con il Protocollo di Kyoto.
Cosa sono i crediti di carbonio
I crediti di carbonio sono uno strumento di mercato che consente a governi e aziende di compensare parte delle proprie emissioni di gas serra finanziando progetti che riducono o rimuovono le emissioni altrove. Nel caso in cui uno Stato non riesce a mantenere il limite di emissione di riduzione prefissato può acquistare un credito di carbonio da una nazione più virtuosa la quale deve usare quelle risorse finanziarie per progetti di riduzione delle emissioni (installazione di pannelli solari in aree rurali, conversione di una flotta di veicoli a benzina in elettrici).
Cosa prevede l’art. 6?
L’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi consente la cooperazione internazionale per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni stabilendo, in particolare, due principali modalità per lo scambio di crediti di carbonio tra i Paesi: il primo prevede accordi bilaterali tra due Paesi per lo scambio di crediti di carbonio (articolo 6.2), il secondo mira a creare un mercato centralizzato, gestito dall’ONU, per il commercio dei crediti di carbonio (articolo 6.4) garantendo trasparenza e integrità nei mercati del carbonio. È questo secondo aspetto che è al centro dell’accordo raggiunto in Azerbaijan.
I prossimi passi
I prossimi passi riguardano il completamento delle negoziazioni sui restanti punti dell’articolo 6, ossia il punto 6.2 e la finalizzazione del 6.4, decisivi per il raggiungimento degli obiettivi climatici globali e che potrebbero ridurre i costi per implementare i piani climatici nazionali di 250 miliardi di dollari all’anno, consentendo una cooperazione internazionale più efficace.
La strategia
La svolta è avvenuta dopo che a ottobre, l’Azerbaigian ha ospitato una riunione dell’Organismo di vigilanza sull’articolo 6.4 che ha proposto una serie di standard per l’articolo 6.4. La presidenza della COP29 ha sostenuto questi standard nella fase pre-COP e ha collaborato intensamente con le Parti per gettare le basi per una loro rapida adozione.
Dunque, l’accordo sull’articolo 6.4 siglato a Baku non è il frutto di negoziati politici tra le parti. Irritualmente i delegati hanno approvato un testo preparato da tecnici nei mesi scorsi e già definito nei minimi dettagli.
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Il commento del Presidente della COP29 Mukhtar Babayev
Per il presidente della COP29 Mukhtar Babayev “Questo sarà uno strumento rivoluzionario per indirizzare le risorse verso il mondo in via di sviluppo”, inoltre ha sottolineato, citando l’ultimo Emissions Gap Report dell’UNEP, che le attuali politiche portano a un riscaldamento globale di 3°C ed ha ricordato l’urgenza di una maggiore ambizione nelle riduzioni delle emissioni: “Siamo su una strada verso la rovina. COP29 è il momento cruciale per tracciare un nuovo percorso per tutti”. Infine, il presidente ha rilevato l’importanza di finalizzare gli Obiettivi Nazionali Determinati (NDC) allineati al limite di 1,5°C e di presentare piani di adattamento entro il 2025 e il rapporto Biennale di Trasparenza (BTR) entro l’anno.























































































































