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Il Consiglio ha adottato la sua posizione sulla direttiva che mira ad affrontare il greenwashing e ad aiutare i consumatori a prendere decisioni davvero più ecologiche

In un recente sondaggio dell’Eurobarometro, il 90% degli europei ha concordato che dovrebbero esserci regole più severe per il calcolo dell’impatto ambientale e delle relative dichiarazioni ambientali.

I consumatori hanno bisogno di dichiarazioni ambientali affidabili, comparabili e verificabili per prendere decisioni pienamente informate. Tuttavia, uno studio del 2020 ha rilevato che più della metà delle dichiarazioni ambientali offre informazioni vaghe, fuorvianti o infondate.

“Abbiamo raggiunto un accordo importante per combattere il greenwashing, stabilendo regole su informazioni chiare, sufficienti e basate su prove sulle caratteristiche ambientali di prodotti e servizi. Il nostro obiettivo è aiutare i cittadini europei a fare scelte verdi ben fondate.” ha dichiarato Alain Maron, Ministro di Bruxelles per l’ambiente e il clima, la pulizia, l’energia e la democrazia partecipativa.

Cosa stabilisce la direttiva

La direttiva stabilisce requisiti minimi per la fondatezza, la comunicazione e la verifica delle dichiarazioni ambientali esplicite.

Questa nuova proposta è specificamente rivolta alle dichiarazioni ambientali esplicite (testo scritto o orale) e alle etichette ambientali che le aziende utilizzano volontariamente quando commercializzano la loro ecosostenibilità e che coprono gli impatti ambientali, gli aspetti o le prestazioni di un prodotto o di un commerciante.

L’approccio generale traccia una distinzione tra dichiarazioni ambientali esplicite ed etichette ambientali, al fine di specificare chiaramente gli obblighi applicabili a ciascuna, inclusi i requisiti applicabili a entrambe.

Le aziende dovrebbero utilizzare criteri chiari e le più recenti prove scientifiche per corroborare le loro dichiarazioni ed etichette.

Inoltre, secondo l’approccio generale, le dichiarazioni e le etichette ambientali dovrebbero essere chiare e facili da comprendere, con un riferimento specifico alle caratteristiche ambientali (come la durabilità, la riciclabilità o la biodiversità).

Leggi anche: Greenwashing: il consiglio europeo approva la direttiva

Verifica preventiva e procedura semplificata

L’approccio generale mantiene il principio fondamentale della verifica ex ante delle dichiarazioni ambientali esplicite e delle etichette ambientali, come previsto dalla proposta della Commissione. Ciò significa che qualsiasi dichiarazione ecologica dovrebbe essere verificata da esperti terzi indipendenti prima di essere pubblicata.

Allo stesso tempo, introduce una procedura semplificata per esentare determinati tipi di dichiarazioni ambientali esplicite dalla verifica di terze parti: le aziende idonee dovrebbero dimostrare la loro conformità alle nuove norme compilando un documento tecnico, che deve essere completato prima che la dichiarazione venga resa pubblica.

Sebbene anche le microimprese saranno soggette a verifica, avranno 8 mesi in più rispetto alle altre aziende per conformarsi a tali norme. Al fine di aiutare le PMI e le microimprese sono state aggiunte diverse misure di supporto durante tutta la procedura.

Tra queste, la fornitura di linee guida, strumenti e misure aggiuntive per ridurre l’onere amministrativo per gli agricoltori. Possono essere inclusi anche un sostegno finanziario e la formazione.

Etichette ambientali pubbliche

Riconoscendo l’importanza degli attuali schemi di etichettatura pubblica nazionali o regionali, i ministri sono stati concordi sulla possibilità di istituire nuovi schemi ed esentare quelli regolati dalla legislazione UE o nazionale dalla verifica di terze parti, a condizione che questi ultimi soddisfino gli standard UE per quanto riguarda sia le procedure che gli standard.

Secondo l’approccio generale, gli schemi di etichettatura ecologica EN ISO 14024 di tipo 1 saranno esenti dalla verifica se sono ufficialmente riconosciuti in uno Stato membro e sono conformi alle nuove norme. Il riconoscimento da parte di uno Stato membro sarebbe sufficiente per l’intero mercato UE.

Affermazioni legate al clima

L’approccio generale introduce nuovi requisiti per dimostrare le dichiarazioni relative al clima, comprese quelle che riguardano i crediti di carbonio.

Le dichiarazioni relative al clima si basano spesso su crediti di carbonio generati al di fuori della catena del valore dell’azienda, ad esempio da progetti forestali o di energia rinnovabile. L’approccio generale include l’obbligo di fornire informazioni sul tipo e sulla quantità di crediti di carbonio e se sono permanenti o temporanei, tra le altre cose.

La posizione del Consiglio distingue anche tra: dichiarazioni di contributo (crediti di carbonio per contribuire all’azione per il clima) e dichiarazioni di compensazione (crediti di carbonio per bilanciare una quota di emissioni).

Nelle dichiarazioni di compensazione, le aziende devono dimostrare un obiettivo di emissioni nette zero e mostrare progressi verso la decarbonizzazione, nonché la percentuale di emissioni totali di gas serra che sono state compensate.

Prossimi passi

L’approccio generale del Consiglio costituirà la base per i negoziati con il Parlamento europeo sulla forma finale della direttiva. Si prevede che i negoziati inizino nel nuovo ciclo legislativo.

Fonte: Consiglio Europeo
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