Condividi questo articolo

Energia, Building, Industria e Infrastrutture rappresentano le quattro filiere strategiche dell’Italia abilitate dalle tecnologie elettrotecniche ed elettroniche

E’ quanto emerso dallo studio “Verso una nuova competitività industriale europea: Il ruolo strategico dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica”, realizzato da The European House – Ambrosetti e ANIE, con il contributo del Research Department di Intesa Sanpaolo.

Lo studio, presentato in occasione dell’evento “Da 80 anni ANIE conduce OLTRE”, si inserisce nel nuovo quadro di riferimento tracciato dal Competitiveness Compass, strumento strategico adottato dalla Commissione Europea nel febbraio 2025 per guidare le politiche industriali dell’Unione, in coerenza con le raccomandazioni del Rapporto Draghi sul futuro della competitività europea.

Industria elettrotecnica ed elettronica asset chiave per l’Italia e per l’Europa

Lo studio propone un’analisi approfondita dei trend che stanno ridisegnando le catene del valore industriali, offrendo indicazioni concrete di policy per rafforzare la competitività sistemica dell’industria nazionale ed europea.

In un’Europa impegnata nella duplice transizione green e digitale, l’Italia può contare su una filiera strategica per la competitività e la sovranità tecnologica nazionale: quella delle tecnologie elettrotecniche ed elettroniche rappresentate da ANIE Confindustria.

Queste tecnologie costituiscono un’infrastruttura abilitante trasversale, essenziale per modernizzare i settori chiave del Paese – Energia, Building, Industria e Infrastrutture – alimentando filiere dal valore superiore a 1.100 miliardi di euro, pari a oltre il 56% del PIL nazionale.

Per Filippo Girardi, Presidente di ANIE Confindustria “L’industria elettrotecnica ed elettronica italiana è un pilastro della competitività industriale nazionale ed europea. In una Europa che deve accelerare sulla doppia transizione, le tecnologie di ANIE rappresentano un fattore abilitante essenziale”.

Pur in un contesto economico incerto a livello globale, le imprese hanno dimostrato una forte capacità di adattamento e crescita. Nel 2023 il fatturato aggregato del Sistema che ANIE rappresenta ha superato per la prima volta i 100 miliardi di euro, confermando la solidità e il dinamismo del settore.

Nel 2024, nonostante un contesto economico complesso, i settori rappresentati da ANIE Confindustria hanno confermato la propria resilienza, con una crescita della produzione industriale per la componente tecnologica del +2,2%, in controtendenza rispetto alla media manifatturiera italiana (-3,7%).

Cosa emerge dallo studio

Secondo l’analisi di Intesa Sanpaolo, basata sul confronto tra un campione di 738 imprese del perimetro ANIE e un campione di controllo composto da imprese rappresentanti sia manifattura che servizi, il fatturato a prezzi correnti ha registrato un’evoluzione nettamente positiva negli ultimi anni, in un contesto di grande spinta verso la twin transition: tra il 2019 e il 2023 l’incremento è stato prossimo al 40%, contro una crescita intorno al 25% del totale economia. 

Tutti i comparti industriali che ANIE rappresenta hanno mostrato una progressiva crescita sul piano internazionale. L’Italia si posiziona al 6° posto a livello globale per quota di mercato nel settore elettrotecnico, con punte di eccellenza e specializzazione in nicchie tecnologiche ad alto valore aggiunto.

Le proiezioni al 2030 indicano una crescita ancora dinamica e superiore alla media del manifatturiero, grazie al ruolo strategico che il settore continuerà a esercitare per la transizione industriale del Paese.

“In un contesto globale complesso, emergono con forza la resilienza e la solidità del sistema produttivo ANIE, che ha ben colto le opportunità offerte dalla transizione digitale ed ecologica. La crescente attenzione verso l’efficientamento energetico, l’elettrificazione, l’automazione, la mobilità sostenibile e la digitalizzazione ha sostenuto gli investimenti globali, pubblici e privati, generando una domanda in continua espansione. L’ecosistema ANIE ha saputo agganciare questa domanda con un’offerta tecnologicamente avanzata, in un contesto di crescente competizione internazionale – ha dichiarato Gregorio De Felice, Chief Economist e Responsabile del Research Department di Intesa Sanpaolo. I prossimi anni si prospettano ancora sfidanti, in uno scenario macroeconomico mondiale fortemente incerto e con un quadro normativo europeo e nazionale in continua evoluzione. Le imprese dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica potranno cogliere nuovi spunti di crescita grazie agli investimenti attivati dalla twin transition, soprattutto se continueranno a rafforzare l’innovazione, la sostenibilità e la presenza sui mercati globali che hanno costruito in questi anni.”

I 3 fattori abilitanti per la competitività

Lo studio ha individuato tre leve fondamentali per garantire la sovranità industriale e tecnologica del Paese: Capitale umano, per superare il mismatch tra domanda e offerta di competenze tecnologiche e rafforzare la formazione tecnica; Innovazione e Ricerca & Sviluppo (R&S), per consolidare la leadership europea in aree chiave come l’elettronica avanzata, l’efficienza energetica, la mobilità elettrica e le reti intelligenti; Resilienza della supply chain, per ridurre le dipendenze da fornitori extraeuropei e affrontare le vulnerabilità geopolitiche e logistiche.

Politiche per la competitività

A seguito di un articolato processo di consultazione con imprese, stakeholder e istituzioni, sono stati identificati nell’ambito dello Studio anche tre pilastri strategici per una politica industriale orientata alla competitività, allineati alle indicazioni della Commissione europea (Competitiveness Compass), alle raccomandazioni di ORGALIM e al Rapporto Draghi.

I prerequisiti trasversali che emergono come determinanti per il successo delle politiche settoriali sono la semplificazione normativa, il miglioramento dell’accesso al credito (soprattutto per le PMI) e lo stimolo alla domanda interna.

Le principali leve strategiche per il futuro dell’industria elettrotecnica ed elettronica sono: Rafforzare le competenze tecniche e digitali attraverso un’azione integrata che coinvolga istituzioni educative, imprese e enti formativi, promuovendo una formazione continua mirata, la crescita degli ITS e percorsi di upskilling e reskilling per il personale delle PMI; Potenziare la ricerca e sviluppo (R&S), semplificando l’accesso ai finanziamenti, incentivando la collaborazione tra industria e accademia, e promuovendo politiche di carriera intersettoriali per attrarre e trattenere talenti, garantendo un ecosistema di innovazione che sostenga la competitività e la crescita tecnologica e infine rendere le catene di fornitura più resilienti con politiche industriali che promuovano il riciclo delle materie prime, incentivando il re-shoring e near-shoring delle produzioni strategiche e rafforzando la collaborazione con Paesi partner, per garantire un approvvigionamento sicuro e una filiera sempre più autonoma e sostenibile.

Il settore, inoltre, si dimostra centrale anche nella realizzazione della strategia climatica europea. L’86% della riduzione delle emissioni prevista entro il 2030 dipende dall’adozione di tecnologie avanzate, molte delle quali fanno capo alla filiera di ANIE. Ciò a conferma che sostenibilità e competitività non sono alternative, ma elementi sinergici di una strategia industriale moderna.

Leggi anche: Il Futuro digitale delle PMI: il punto dell’Osservatorio Innovazione Digitale del Polimi

Prospettive future e indirizzi strategici

I risultati dello studio evidenziano con chiarezza la direzione da seguire: promuovere un ecosistema favorevole all’innovazione; valorizzare il capitale umano; rafforzare la capacità produttiva nazionale e costruire una filiera tecnologica autonoma, resiliente e sostenibile. In questo contesto ANIE Confindustria si conferma pronta a contribuire con un approccio sistemico alla definizione di una governance industriale nazionale integrata con le priorità europee.

“Chiediamo con forza che il nostro settore venga riconosciuto come strategico in modo pieno, strutturale e stabile, all’interno delle politiche industriali, fiscali e di innovazione. Servono strumenti concreti per sostenere la crescita: la riduzione strutturale del cuneo fiscale; un Piano Nazionale Industria 6.0, che accompagni le imprese nella transizione digitale, verde e produttiva; bandi semplici, chiari e rapidi per favorire l’accesso agli incentivi; una cabina di regia pubblico-privata per una governance efficace; un Piano Casa per la manifattura, per rendere i territori produttivi attrattivi anche dal punto di vista sociale. Chiediamo un contesto che valorizzi chi innova, investe e crea lavoro nel Paese” – ha concluso il Presidente Girardi.

“Le tecnologie dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica – ha dichiarato Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House Ambrosetti – sono la spina dorsale del futuro produttivo europeo. Lo studio realizzato con ANIE Confindustria dimostra come queste soluzioni, pervasive e trasversali, rappresentino un potente moltiplicatore di produttività, sostenibilità e resilienza nei settori strategici del sistema economico nazionale. Il settore ha tutte le carte in regola per guidare una nuova stagione di crescita intelligente e sostenibile. Oltre a rappresentare un pilastro essenziale per la decarbonizzazione e il raggiungimento degli obiettivi climatici europei al 2030, le tecnologie dell’elettrotecnica e dell’elettronica abilitano quattro settori chiave per il futuro del Paese – Energia, Industria, Building e Infrastrutture – che nel 2023 hanno generato complessivamente 40,3 miliardi di investimenti, pari al 30% del totale degli investimenti privati in Italia. Un impatto economico che conferma il ruolo strutturale dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica nella trasformazione del sistema produttivo italiano.”

Condividi questo articolo